Panda, muskoka e maple syrup - 7 Ottobre

Panda, muskoka e maple syrup - 7 Ottobre

Oggi ce la prendiamo con molta calma, visto che l'ingresso al museo è alle 10:30, che è anche l'orario di apertura di quasi tutto da queste parti...

Ho capito, non sono tutti mattinieri come noi, ma qui in Italia i musei più importanti sono aperti almeno 12 ore al giorno e visto che l'Art Gallery of Ontario è il museo più importante di questo lato del Canada, tenetelo aperto un po' di più!!!

Comunque, torniamo a noi, approfittiamo della caffetteria dell'hotel per fare colazione, prendiamo un cappuccino (me lo fanno anche freddo, sono commosso!!!), un bagel e capiamo subito che il metodo "indica col dito e dici this one" non funziona, saranno le mascherine, sarà la parallasse, sarà che siamo rincojoniti, ci ritroviamo con un cornetto cioccolato e mandorle invece del danese che aveva puntato Barbara...


Non posso permettere che la mia pandina si rattristi e allora... prendo anche il danese, tanto un cornetto in 2 fa in fretta a sparire!


Partiamo a piedi verso l'AGO, in un clima un po' bigio e nebbioso e passando davanti alla Old Town Hall ci mettiamo a fotografare la fontana con l'insegna di Toronto in tutte le salse possibili e immaginabili.





Una volta esaurito il soggetto, ci rimettiamo in marcia, quando in un angolo... eccolo lì, uno dei nostri personaggi storici preferiti!



Winston Churchill, proprio lui, in broncio e in sigaro e sotto, uno dei suoi discorsi più famosi (le foto sono di Barbara, le mie erano inguardabili).
Ok, dopo la visione di Robin Hood, un uomo in calzamaglia in lingua originale questo discorso mi fa sorridere, ma se ripenso al contesto in cui è stato pronunciato, mi vengono i brividi!

Nonostante le mille soste, arriviamo all'AGO in netto anticipo e decidiamo di farci un primo giro a Chinatown, molto bella e colorata di graffiti al livello di quelli di San Francisco.


Spinti da un improvviso ottimismo, tentiamo un caffè da Tim Horton... il primo e anche l'ultimo, una sbobbazza a temperatura lavica e senza alcun gusto che dopo il primo sorso, finisce nel cestino della spazzatura.

Finalmente entriamo nell'AGO, la struttura è molto bella e luminosa, c'è una mostra di Warhol allestita benissimo, con spazi enormi e l'illuminazione perfetta...






Veramente stupenda!!!
La pubblicità dell'AGO dice che hanno la più grande collezione di quadri dal 1200 al 1800 in Canada.
Quello che non dice è che questi quadri sono tutti mischiati in un paio di sale, nemmeno tanto grandi, Guido Reni accanto a Van Gogh, Canaletto vicino a Monet, mischiati così, per usare un francesismo, a cazzo...

La parte di arte canadese ci lascia indifferenti, tranne che per la mostra dedicata a Matthew Wong, artista locale morto pochi anni fa. Ecco, questa e la mostra di Warhol sono i veri punti di forza del museo!

Quando usciamo, è quasi ora di pranzo e ne approfittiamo per fare un altro giro a Chinatown, dove entriamo in una panetteria e acquistiamo biscotti e dolcetti per le nostre colazioni.





Per pranzo, abbiamo scelto il ristorante con le recensioni migliori di Chinatown Toronto... Yummy Yummy Dumplings, un vero "lurido" in un sottoscala, con la titolare gentilissima e chiacchierona con cui passiamo una piacevole mezz'ora, gustando le specialità del posto, dai ravioli ripieni di brodo ai panini alla piastra, tutto accompagnato da un té saporito.





A proposito, come si mangia un dumpling ripieno di brodo?
Con molta attenzione, come ci dice la proprietaria, perché sono caldi come il sole e appunto, ripieni di brodo. 
Appena raggiungono la temperatura di consumazione, si prendono con le bacchette, prima si succhia il brodo e poi si mangia il tutto!

Sazi e soddisfatti, percorriamo la Spadina Avenue per arrivare alla Graffiti Alley.
Ad un primo sguardo, sembra un po' inquietante, una specie di sobborgo con le pozzanghere e le scritte sui muri, ma guardando meglio, è proprio una galleria a cielo aperto, multietnica e multiculturale, variopinta.






Incontriamo anche un set fotografico, con una faiga attempata che cambia abito manco fosse supergirl e un gigolò altrettanto stagionato che sorride che pare pozzi-ginori per la porcellana che ha in bocca.

Ci fermiamo ad aspettare che facciano i loro scatti quando il fotografo ci fanno cenno di passare e quando gli siamo accanto, ci ringrazia perché li abbiamo lasciati lavorare senza fare photobombing e dice all'assistente "sono fotografi, capiscono".

Torniamo su SpadAIna, come dicono da queste parti e vediamo un poliziotto fare le multe a tutte le macchine in divieto di sosta, sono cattivissimi, c'è proprio un Parking Enforcement che si occupa di multare tutte le soste vietate.

Ma non solo... i canadesi sono infami, mentre il poliziotto lancia multe come petali di fiori ad un matrimonio, ne passa uno che gli fa "Nella via accanto ci sono un sacco di macchine in divieto"!

Ci mettiamo alla ricerca di un taxi, ma capiamo subito che non siamo a New York... ce ne sono pochi, tutti occupati. 
Mi attacco al wifi della banca e provo Uber, ma niente, primo autista libero tra mezz'ora, provo con Lift e mi dice che arriva Ahmed tra 5 minuti, che diventano 7, che diventano 10 e poi diventa Tarek che arriva tra 7 minuti...

In quel momento passa un taxi libero, gli faccio cenno e montiamo, cancello Lift e ci dirigiamo verso Casa Loma!

Casa Loma è una residenza in stile neogotica costruita ad inizio '900 per il finanziere Henry Pellat, la casa appare come un castello di campagna inglese, tutta torri e comignoli.



La casa è molto interessante, ma organizzata male, manca completamente di indicazioni per un percorso tematico, la mappa fornita da solo il nome delle stanze che sono descritte da un cartello all'interno, ma si vaga tra gli ambienti un po' a caso. Eppure le potenzialità ci sono, la magione è stata usata per tantissimi film e telefilm, da X-Men a La Bella e la Bestia, ci sono conservati cimeli della famiglia Pellat e dei trascorsi militari di Henry, ma così alla rinfusa, si apprezza poco.

Ma la cosa peggiore è quella che hanno fatto alla fine, il tunnel dell'orrore.

Si, perché il castello è collegato al contiguo casino di caccia attraverso quello che era un tunnel di servizio e ora è diventato il più triste tunnel dell'orrore mai visto. Un po' di aria e qualche lampo e sbuchiamo nel casino di caccia dove troviamo una ricostruzione dei set dei film girati a Casa Loma, le stalle decorate come un obitorio in vista del prossimo Halloween e finalmente, qualcosa di interessante, la vecchia autorimessa, con degli esemplari di Ford Model-T restaurati a regola d'arte.




All'uscita da Casa Loma, ci si ripropone lo stesso problema dell'andata... il taxi!
Qui ne passano ancora meno che in centro, quindi ci incamminiamo per andare verso SpadAIna, quando ad un certo punto, troviamo una fermata della metro...

"Prendiamo la metro e vediamo di avvicinarci ad Old Toronto, magari siamo vicini all'hotel"
"Mah, si, ferma a King, che è vicina al nostro hotel!"

No, non è vicina al nostro hotel... è dentro al nostro hotel, talmente dentro che la fermata è nel seminterrato, passiamo vicino al vecchio caveau (ve l'avevamo detto che quest'edificio era una banca!!!):



Saliamo in stanza per darci una sistemata e siamo pronti ad andare verso il Poison Pier per le foto notturne allo skyline. 3,7 km, dice il navigatore, 30 minuti di tempo di percorrenza 😨😨😨😨😨
Si, perché il traffico di Toronto è più incasinato di quello di Roma, in più il navigatore fa le bizze, perché tra sottopassi e grattacieli non sa dove si trova e non sa dove farci andare.
Un po' a tentativi riusciamo a beccare l'uscita giusta e arriviamo al Pier, che però è la meta preferita di tutti gli indiani d'India che vivono a Toronto, di parcheggi consentiti non se ne parla, ma vedo che tutti parcheggiano lungo la strada, senza grosse remore.

Ma figurati se passano i poliziotti qui e di notte... la strada è larga, c'è spazio per tutti e gli uffici sono chiusi!

Ricordate? sono INFAMI!

Intanto, con i nostri cavalletti conquistiamo un posto, saltando sopra tutti gli indianini che scattano foto col flash e occupando la nostra area con zaini, filo spinato e sacchetti di sabbia.


Qui c'è un altro fotografo, impegnato stavolta in una ripresa video, anche qui, qualcosa di moda, c'è il modello, un attempato signore di colore, che percorre la passerella in lungo e in largo!






Ci divertiamo a scattare mentre la città si accende, la posizione è davvero ottima, scambiamo 2 chiacchiere anche col fotografo che ci spia l'attrezzatura, soprattutto i cavallettzilla, così chiamati perché pesano come Godzilla e sono portatili come un frigorifero con congelatore, ma almeno, sono stabili!

Quando la fame si fa sentire, smontiamo tutto, trasciniamo i cavallettzilla verso la macchina e qui...

INFAMI!!!

C'è un poliziotto che con uno smartphone scatta le foto alle auto parcheggiate lungo la via, è dal lato opposto rispetto alla PandaMobile e ancora deve finire il giro.

Catapultiamo tutto nel cofano e via, verso l'hotel, sperando di aver scampato la multa...
Lasciamo l'auto al valet e partiamo a piedi verso il posto scelto questa sera, il Minami, ristorante giapponese un po' alternativo, buono, ma dalle recensioni ci aspettavamo qualcosa di più giapponesamente tradizionale.




Però il dessert era strepitoso!




Commenti

Post più popolari