Venerdì 8 ottobre 2021
Colazione al bar dell'hotel, ma oggi abbiamo imparato il Nome della Cosa e in un amen possiedo la mia danish pastry e il cappuccino, evviva evviva. Ben prima delle nove siamo già in marcia, direzione MISSISAUGA - vado molto fiera sia di esserci stata che di saperlo scrivere
- una delle città più brutte che abbiano avuto l'onore di ospitarmi sul globo terracqueo. Ma poco male, anche qui il Walmart dispiega una profusione di muPande e calzini che sono il vero scopo del nostro passaggio, anzi da quanti ne abbiamo presi qualcuno potrebbe insinuare che lo siano dell'intero viaggio, e possiamo ripartire sazi e soddisfatti e pieni di nuovi sacchetti di patatine che non riusciremo a consumare, a testimonianza di quanto ormai ci siamo fatti vecchi.
A qualche chilometro da Niagara si inizia a intravvedere nel cielo che con ammirevole coerenza si ostina a restare bigio una enorme colonna di ... boh, fumo? vapore? nuvola indisciplinata? Paolo si limita a dirmi con un ghignetto malvagio: vedrai, vedrai. Ma no, dai, rispondo, non può essere la colonna di vapore della cascata, siamo troppo lontani e quella cosa è enorme. E invece ...
Raggiungiamo il Parcheggio-Più-Caro-Del-Mondo proprio sopra il Ferro di Cavallo e a quel punto mi convinco, è proprio il vapore della cascata. Non subito in realtà, prima devo asciugarmi i lacrimoni ... nel 1986 ho iniziato la seconda media dopo una decina di giorni a Sottomarina, mentre la mia compagna Anna, di sostanze più sostanziose, era stata a New York e alle Cascate del Niagara, e ci aveva raccontato con una certa aria di sufficienza molti particolari del viaggio. Ecco, nel 1986 le Cascate sono diventate il mio sogno proibito, mentre continuavo negli anni a passare dieci giorni a Sottomarina o se mi andava di lusso a Porto Garibaldi ... pensavo, nel 1986, che non sarei mai stata così ricca da potermele permettere, anche perché all'epoca i costi di un viaggio negli Stati Uniti non erano esattamente alla portata di tutti. Con il tempo ho cambiato sogni, è arrivato il lavoro, sono arrivati gli aerei low cost, i compagni di viaggio sbagliati, l'Africa, insomma Niagara era finita in archivio e non ci pensavo più.
Ma quando mi sono trovata al cospetto di Sua Maestà l'Horseshoe Fall improvvisamente è tornata la bambina che sognava e io, vecchietta, non sono riuscita a trattenere le lacrime di felicità ... realizzare il sogno di un bimbo è sempre una magia, anche quando quel bimbo si era dimenticato di aver sognato, anche quando ci si era quasi dimenticati di esserlo stati, quel bimbo
Il parcheggio è semivuoto, la pioggerellina insistente e sottile non invoglia e poi è venerdì, ci sono quasi solo targhe canadesi, giusto un paio di americani ... puntiamo subito il Journey behind the falls, semivuoto come il parcheggio: in un attimo ci troviamo più poveri e di giallo vestiti
Il lungo tunnel che scorre dentro la parete rocciosa e passa proprio dietro la cascata sbuca alla fine su una piattaforma da cui la vista è incredibile, nonostante la giornata infelice ... resto completamente rapita e affascinata, il rumore stordisce. Per curiosità tolgo gli impianti, senza i quali sono completamente sorda: non posso dire di sentire ancora il rombo della cascata ma la vibrazione è talmente forte da darmi l'illusione di udirlo lo stesso, la memoria dei suoni mi viene in soccorso e resto incredula e commossa di fronte alla potenza della natura ... non posso fare a meno di pensare ai primi esseri umani che si sono affacciati chissà quando da queste parti, al timore reverenziale che deve averli presi persino più di quanto prenda me. Paolo, che a Niagara è già stato una decina di anni fa, se la ride sotto i baffi godendosi i miei versetti di entusiasmo e i miei occhioni spalancati e sorpresi di tutto.
Finito il giro e salutati gli impermeabili che tanto bellini ci facevano ci soffermiamo anche sulla terrazza superiore, a fare foto, a commentare, a fissare ipnotizzati l'enormità della potenza delle acque ... almeno fino a quando la fame si fa sentire e decidiamo per un pranzo rapido in uno dei locali del centro visitatori anche se siamo praticamente zuppi, grazie alla pioggia che non vuol saperne di cessare. Nella zuppa di broccoli c'è talmente tanta panna che il cucchiaio sta in piedi da solo, sarà per quello che è così buona? a casa la panna è PROIBIIIIITA, VERBOTEN, TABU', NICHT e si sa che non c'è niente come il divieto ad aggiungere sapore a qualsiasi cosa
(ho sposato il fratello bello di Rhett Butler ❤️
)
Ci spostiamo in cima a Clifton Hill per il check in all'Hotel Vittoria e mi sorprendo a pensare che quando ho decretato che sarebbe stato impossibile trovare una città che mi fosse più antipatica di Las Vegas mi sbagliavo. Niagara non è solo pacchiana, brutta, chiassosa, volgare e rumorosa, è sommamente inutile. Almeno Las Vegas ha la scusa di essere nata per se stessa, in un posto dove nulla c'era e nulla avrebbe continuato ad esserci senza di lei ... Niagara no, ha invece la colpa di aver imbrattato con una patina sporca e non necessaria una delle più grandi meraviglie che la natura abbia creato. Fine del momento polemico, promesso
(foto di Paolo, io mi sono rifiutata di sprecare un singolo clic per questo obbrobrio di città)
Torniamo alle cascate a piedi per il giro sulla Hornblower, motivo principale di tutte le nostre imprecazione e dei mille rigiri del giro, visto che in questa stagione è attiva solo il venerdì, il sabato e la domenica, e temevamo di non riuscire a organizzarci in modo di essere qui nelle date giuste ... mi sarebbe dispiaciuto tantissimo e ora che ho fatto l'esperienza posso dire che sarebbe stato veramente un peccato perdersela: una gioia, un'emozione ... un momento completamente fuori dal tempo, dallo spazio e da ogni pensiero, quella manciata di minuti in cui la barchetta si ferma proprio sotto la cascata con i motori a mille valgono il viaggio fino a qui. E vogliamo parlare dell'elegantissimo impermeabile, stavolta rosso, di quanto ci doni e di come siamo belli?
Sicuramente il giro americano sulla Maid of the mist regala le stesse emozioni ma è innegabile che da terra il Canada regali soddisfazioni decisamente maggiori, con un panorama magnifico sulla Bridalveil americana e un'ottima vista sulla Horseshoe. Paolo scopre con disappunto che è stata installata una zipline a bordo fiume che ci romperà non poco le balle a livello fotografico, dieci anni fa non c'era e forse tutto l'insieme era un po' meno lunaparkoso, ma come dicevo prima basta lagne: le cascate valgono tutto.
Ce ne torniamo in hotel belli fradici a fare un'altra doccia, più convenzionale, e un paio di lavatrici, di cui abbiamo estremo bisogno: e con questo giro le belle lavanderine sono a posto fino a fine viaggio. Nel frattempo esce anche un baffo di sole e le nuvole si spostano all'orizzonte, evviva evviva! Scendiamo di nuovo al fiume per le foto in notturna, stavolta in auto (altri 30 cad di parcheggio, 'tacci loro, ma abbiamo i cavalletzilla, ricordate? duecentotrentasei chili e settecento grammi cadauno, e Clifton Hill curiosamente è una collina, e le colline hanno la salita, dopo la discesa). Ed ecco, un'ora e mezza, quasi due che volano via in trance fotografica senza che ce ne accorgiamo. A margine annoto la mia soddisfazione per essere stata io a dire "aspetta aspetta aspetta faccio l'ultima, un minutino" ... per quella che nel 2015 ancora girava con la saponetta è una soddisfazione 😛
Sazi e soddisfatti ce ne torniamo in hotel per un'oretta di relax e verso le 21 - un orario umano finalmente! - andiamo al ristorante prenotato in anticipo proprio sotto l'hotel per la cena di non-compleanno di Paolo, che farà i quindic... venticin... che farà gli anni durante il volo di ritorno, insomma
Abbiamo scelto un posto sciccoso, siamo gli ultimi ad arrivare e gli ultimissimi ad andarcene, veramente soddisfatti per la cena ottima e per il vino locale sorprendentemente buono. Me ne vado a nanna sentendomi tanto, tanto fortunata: un sogno uscito dal cassetto, un viaggio oltreoceano dopo due anni, il sole sul tramonto dopo una giornata grigia, una cena deliziosa, il marito più bello del mondo
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