12 agosto: Boteti River - Ntwentwe Pan
Sonno profondo stanotte al fresco del Boteti River Camp, ci svegliamo ben ricampati e molto affamati, solite sghignazzate dei locali quando tentiamo di usare le 2 sole parole che conosciamo in Setswana, una delle lingue ufficiali del Botswana!
Sì, perché come forma di rispetto cerchiamo sempre di imparare almeno "Salve" e "Grazie", in questo caso sono dumela e kealeboga, seguiti da "Rra" se ci si rivolge ad un uomo e da "Mma" se invece si parla ad una donna. La nostra pronuncia deve essere davvero terrificante a giudicare dalle loro risate!
Non siamo gli unici affamati, ecco che ricompare il gatto grigio di ieri sera, che stamattina si è portato l'amico per scroccarci almeno un po' di colazione... Il grigio è molto più propositivo e praticamente fa il giro dei tavoli, il roscio, sta lì, ti guarda, ti giudica e ti fa sentire in colpa.
Oggi percorreremo circa 200 km per arrivare al Gweta Lodge, scegliamo la strada più lunga, che però è tutta asfaltata e non prevede guadi... oddio, co 'sto secco de acqua ce n'è poca, ma dove non c'è acqua, c'è sabbia e decidiamo di soprassedere per il momento.
La strada passa molto vicina alla zona diamantifera, dove solo pochi giorni dopo il nostro passaggio viene trovato questo sassolino:
Un diamante di 2492 carati! I diamanti sono appunto una delle voci commerciali all'attivo per il Botswana, con 2 grosse compagnie attive che versano una consistente fetta dei guadagni all'amministrazione, la Debswana e la Lucara... la zona estrattiva è anche abbastanza limitata, ma i risultati sono davvero notevoli, visto che solo qualche anno fa ne avevano estratto uno da quasi 1800 carati.
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Quelle cicatrici che si vedono nella mappa sono le miniere di diamanti. |
Passata Mopipi, è arrivato il momento tanto temuto da Barbara... La guida del bestione, più grosso della nostra cameretta, più alto dell'armadio, in confronto la sua Kia Picanto pare una macchina Bburago...
Si issa al posto di comando dopo aver lanciato quello che pare un grido di guerra, ma forse è solo artrite, regola il sedile, regola gli specchietti e via, si parte!!!
Fino a questo momento, abbiamo incrociato solo poche macchine, mucche, asini, cavalli e capre, ma appena Barbara raggiunge la velocità di crociera, ecco spuntare uno struzzo, poi un altro, qualche zebra e infine, gli elefanti!!!
Naturalmente non mancano i camion, che sono diventati improvvisamente più frequenti... Nonostante il terrore, guida per un centinaio di km, quando mi rende il comando del transatlantico, forse adesso il mostro le fa un po' meno paura!
Mangiamo una crema di broccoli e un paio di sandwich al ristorante del Gweta Lodge, l'auto resterà parcheggiata qui per stanotte, tra poco ci attende il nostro autista per l'avventura di stanotte!
Ci siamo preparati un bagaglio minimal con dentro pigiami, asciugamano in microfibra, ciabatte, beauty case... col senno di poi, ci sarebbe bastato lo spazzolino e il dentifricio, carichiamo i cavalletti, gli zaini e siamo pronti.
Con noi c'è una famiglia anglo-austriaca, i genitori sono molto simpatici, i 2 figli hanno detto forse 4 parole, prima tappa il baobab, un albero con un'età stimata di 1500 anni davvero maestoso, che emana un'energia che solo questi giganti della natura riescono a dare.
Non lo sapevamo, ma in Botswana ci sono tanti baobab, sparsi un po' ovunque sul territorio, sono degli alberi bellissimi, ma che in questo periodo perdono le foglie. Sì, perché siamo al culmine della stagione asciutta, vedremo tantissimi alberi spogli o con un foliage che non ha nulla da invidiare a quello del nord est americano.
Il Botswana è anche il paese con il maggior numero di elefanti in Africa e sono davvero ovunque!
Ma questa zona è famosa per un altro abitante della savana... il suricato! Questa famiglia vive tra le fattorie e si è abituata agli essere umani, si lasciano avvicinare, ma restano sempre all'erta anche se si mettono in posa per noi.
Non hanno proprio l'espressione da primi della classe, ma sono fantastici!
Il sole scende rapidamente ed è ora della prossima tappa, il Pan!
Cos'è il Pan? Non è altro che il fondo del lago effimero che si forma qui durante la stagione delle piogge, un lago che non supera i 60cm di profondità, ma che è sufficiente a dare da bere alle greggi e alle coltivazioni dell'area, visto che il sottosuolo è ricco d'acqua.
Per la maggior parte dell'anno invece è una piana salata, che scricchiola sotto le ruote.
https://youtu.be/YLVlssTwUtE
Il tramonto sul Pan è un'esperienza incredibile. Uno spettacolo che ci lascia senza parole, il sole si riflette sulla crosta salata e su quella che sembra una nebbiolina bassa, ma è la polvere che galleggia in aria.
Il cielo si incendia e il sole scende giù, velocissimo, ma grazie al filtro dell'atmosfera e del pulviscolo, nella seconda foto si vedono anche le macchie solari.
Salutiamo il sole e raggiungiamo il punto del nostro "hotel" per stanotte, direttamente al centro di una spianata di 12000 kmq completamente asciutta. I ragazzi preparano la cena, accendono il fuoco e organizzano il bivacco... dei materassi a terra con doppio lenzuolo e tripla coperta e ci servirà tutta!
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Foto del mattino dopo... era troppo buio per scattare la sera! |
A cena facciamo il bis della crema di broccoli del pranzo, più del riso ed uno spezzatino, tutto davvero ottimo e lo accompagniamo con del Savannah Dry, la bevanda preferita di questo lato di mondo!
Ma lo spettacolo arriva dopo cena, il cielo diventa la casa di milioni di stelle, con un baffo di Via Lattea parzialmente cancellato dalla luna a metà che un po' ci rovina lo spettacolo.
Quel piccolo cubo con 2 lucine in basso in questa foto non è altro che il nostro bagno per stanotte!!!
Si è fatta l'ora di andare a letto, fa freddo e si dorme vestiti, pigiami ed asciugamano si sono fatti una gita senza motivo, ci infiliamo il berretto, appoggiamo la testa sul cuscino e ci addormentiamo in questo hotel a 5 milioni di stelle.
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