Mercoledì 9 maggio

9 maggio 2018 - Kalahari Anib Lodge - Quiver Tree Forest Rest Camp


https://goo.gl/maps/m8xBW6DnLJy


Finalmente si dorme!
Stamattina abbiamo deciso che è ora di riposarci un po', dopo svariate settimane passate ad organizzare tutto, ce lo meritiamo!
La colazione è ottima, a buffet, ma con la possibilità di richiedere piatti cucinati espressi, qui le uova la fanno da padrone!
Tra le varie scelte, c'è la famigerata Marmite:
La marmite è un estratto di lievito, uno scarto di lavorazione della birra... ha un gusto metallico molto salato, per usare una delicata espressione romanesca, fa schifo ar ca**o!

Io la conosco, l'ho assaggiata, ma Barbara no, e allora...
Purtroppo non ho documentato la sua faccia all'assaggio, ma davvero, diceva tutto!

Partiamo dal Lodge per una tappa che consideravo di trasferimento e invece ci ha riservato un sacco di sorprese.
A Mariental facciamo la sosta alla Spar per comprare un po' di generi di prima necessità... acqua, patatine, giochi all'erba gatta per i nostri mici, pane e formaggio per i pranzi al volo, le spezie che ci siamo riportati a Roma.

Facciamo anche un salto al bancomat e Barbara va un po' in panico, non riusciamo a prelevare e alla fine siamo costretti a usare la carta di credito.

Anche oggi la strada è tutta asfaltata, la fettuccia corre sotto le ruote del Mostro, fino a che non vediamo un segnale marrone, di quelli turistici... 



Un cimitero di guerra, qui si combattè durante la 1° guerra mondiale, gli inglesi cercarono subito di conquistare l'Africa Tedesca del Sud Ovest, soprattutto per le materie prime.
Ce ne sono parecchi in giro, tutti tenuti con cura dall'associazione dei veterani, raccontano le guerre tra indigeni e tedeschi, tra le truppe del Commonwealth e i tedeschi e la lotta impari di entrambi gli schieramenti con la Spagnola...

In particolare, il cimitero è proprio di fronte alla stazione (abbandonata) di Gibeon.







Ci perdiamo un po' di tempo, cerchiamo di conoscere un po' di più quello che accadde in queste zone, così lontane da noi.

Proseguiamo verso sud, la strada è larga, ma non larghissima e quasi rischio di perdere il controllo dell'auto a causa dello spostamento d'aria di un trasporto eccezionale che procede a velocità eccezionale.

Ci fermiamo a pranzare in una delle tante piazzole di sosta sulla strada, ce ne sono tantissime e sono segnalate da un cartello che indica anche da che lato sono!
La cosa più incredibile è che sono pulite, i cestini sono vuoti, il tavolino è pulito e spesso c'è anche un gazebo a ripararvi!


Arriviamo al Quivertree e il proprietario ci fa scegliere la camera... o una specie di igloo col tetto in plastica oppure una bella camera con uno dei pochi letti matrimoniali del viaggio...

Siamo in viaggio di nozze, vada per la camera!

Il Quiver Tree Forest Rest Camp non è un hotel, ma una fattoria che lavora... non vi aspettate un posto elegante, non lo è, ma è un B&B rustico, pulito e con i proprietari gentili e disponibili.

Dopo un po' di coccole ai cani della fattoria e 4 chiacchiere con un gruppo di fotografi italiani in viaggio, andiamo in esplorazione alla Quiver Tree Forest, a pochi minuti di auto dal B&B.
Quella che era stata scelta come una semplice tappa di passaggio, si rivela la prima grande sopresa... la Quiver Tree Forest è una sorpresa!
 

Questi alberi, che alberi non sono, visto che è una specie di aloe e tecnicamente è un'erba, sono davvero affascinanti e con una corteccia che sembra cera fusa, crescono tra rocce di tutte le forme e dimensioni, c'è anche il Pac-Sasso!








Facciamo un rapido sopralluogo nella foreste per decidere il miglior punto per il tramonto, capiamo che per la foto alla stellata non andremo all'interno, ma resteremo ai margini (caviglia di cristallo... non me la sento di mettere i piedi dove non vedo) e torniamo in hotel, dove alle 5 ci aspetta il Chetaah feeding.

Ma prima...



Io vedo un corvo che mangia da una delle ciotole e non mi accorgo del facocero che è proprio davanti alla porta e si litiga la ciotola con un cucciolo di boxer... Barbara invece si sbraccia, comincia a dirmi "guarda, guarda!" e niente, io continuo a vedere il corvo, finché non mi accorgo...

Tranquillo, pacioso, lì in ginocchio (si, perchè il facocero non solo è brutto, ma pure sgraziato, mangia in ginocchio, visto che ha il collo come Costanzo), grufola rumorosamente, rutta, sgranocchia e sbava... mangia proprio come un facocero!



Al limitare della proprietà c'è un grosso recinto, ampio qualche km quadrato, nel quale vivono 2 ghepardi, 2 maschi, Saddam e Gheddafi:



Appena il proprietario entra col secchio pieno di carne, i 2 ghepardi si avvicinano baldanzosi, aprono la bocca e... 

MIAO

Miao???
Miao???

Ma sei serio? sei un gatto di 50 kg, il simbolo dell'eleganza felina e fai miao, come i nostri ciopini?



Come se non bastasse, appena vedono il secchio ci si infilano dentro, dando ancora più l'impressione di essere dei gatti leggermente oversized...





MIAO!
Però quando mangiano, si sentono gli scrocchi delle ossa che si spezzano, lo strappo della carne e dei tendini... 
Il proprietario gli fa anche i grattini, ci racconta che sono gli unici felini che quando hanno un pezzo di carne a portata di mano sono contenti e si fanno fare di tutto, ma che anche se attaccano un gregge non se ne vanno prima di aver fatto una strage, anche se poi mangiano poco...
Che si, sono veloci, ma solo da "adolescenti", appena crescono preferiscono gli agguati agli inseguimenti, e che si, in fondo sono dei gattoni e da gattoni si comportano.


Torniamo alla foresta e qui ci accorgiamo che è pieno di iraci...













Aspettiamo che il sole cali dietro gli alberi e torniamo in hotel, cena a buffet con una specie di stufato di hartebeest (il nome italiano è Alcefalo, ma del cefalo non ha nulla 😀), leggermente piccante, ma davvero buono, accompagnato da un paio di Windhoek Lager. L'antipasto e un dessert completano un'ottima cena, tutta preparata dalla gentilissima padrona di casa.



Poco dopo cena, partiamo verso la Quiver Tree Forest per le prime foto alla stellata... essendo molto vicina alla fattoria, ci sono un po' di luci a disturbare le riprese, ma è comunque molto bello essere qui, la quantità di stelle è impressionante:


Mentre stiamo per partire, un gruppo di 3 ragazze cinesi, in viaggio da sole, ci chiede di fargli strada, hanno provato ad andare, ma col buio non hanno trovato la strada, vogliono fare le foto alle stelle ma non hanno idea di come fare, non hanno nemmeno la torcia, noi cominciamo mentre loro confabulano su dove mettersi (non davanti a noi, grazie!), come fare, cosa provare.



Questa è di Barbara, che mi ha carpito con l'inganno il tokina 11/16 e riesce a fare le foto più belle delle mie...
😃😃😃😃😃😃



Stare qui è un sogno, si vede la Croce del Sud, Alpha Centauri, Sirio, Orione che sta per tramontare.
Questo cielo è in gran parte alieno per me, si vedono le nebulose di Magellano che non possono essere viste nel nostro emisfero, costellazioni sconosciute e soprattutto, una quantità di astri che fa paura, mai visti così tanti, nemmeno nei deserti dello Utah.


Quando ci dichiariamo soddisfatti e cominciamo a smontare, le cinesine vengono a chiederci se si possono mettere al nostro posto e se possiamo prestargli una delle nostre torce, ce la ridaranno domattina, ma soprattutto, ci chiedono come impostare la fotocamera per fare le foto alle stelle... hanno una mirrorless, non ho idea di come verranno le loro foto, ma almeno ci avranno provato!

Buonanotte mondo!

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