03/08/2015 - Mono Lake - Bodie - Death Valley - La versione di Barbara

LUNEDI' 3 AGOSTO 2015 - BRIDGEPORT/BODIE/DEATH VALLEY

  Cita
Frase del giorno: TRANQUILLO AMORE, STO BENISSIMO

Il risveglio più gelido della vacanza (sette gradi!) ci saluta con un cielo limpidissimo. Un messaggio di mia madre che mi informa che l’assicurazione ha dato il via libera per la riparazione della Panda, centrata da un simpatico ubriaco nel parcheggio sotto casa solo quattro mesi fa, rende il mio buonumore ancora più insopportabile, e indosso il sorriso da stregatta con più soddisfazione del solito.















Paolo decide di stare leggero a colazione: uova, bacon e hashbrowns . Per me, mezza porzione di pancake, di cui fatico ad arrivare a metà, con il buonissimo sciroppo della casa. Il mio secondo tentativo di impossessarmi della penna-procione fallisce miseramente come il primo, e rassegnata prendo la via di Bodie. Anzi, la prende Paolo “perché sai, c’è uno sterrato” … amò, spiegami: mi fai fare migliaia di chilometri a bordo precipizio, e una sterratina piatta di du’ metri no? alla prima sgommata capisco: voleva giocare lui
A Bodie ci ritroviamo entrambi rapiti nel passato, questo posto ha qualcosa di magico, forse è lo scenario post atomico e desolato, forse è il film proiettato nei nostri occhi da un paese che sembra essere stato abbandonato di corsa, all’improvviso … i libri coperti di polvere, le pagine fragili come carta velina, la lavagna con le ultime operazioni ancora irrisolte, il cavalluccio a dondolo, i letti mai disfatti accartocciati su se stessi, il manichino addormentato nella vetrina, le carcasse arrugginite di vecchie automobili che lasciano intuire un antico splendore, la piccola stufa a metà navata nella bella chiesina che mi ricorda Walnut Grove, gli edifici della miniera in lontananza … tutto mi cattura e mi emoziona, il tempo passa troppo in fretta ed è già ora di ripartire.
























Non ricordo chi mi abbia detto “Carino, ma dopo dieci minuti ne avevo abbastanza” … noi dopo oltre due ore non eravamo sazi, probabilmente perché la fantasia non ci fa difetto e siamo riusciti a vedere i fantasmi dei cercatori, delle donnine di facili costumi, dell’impiegato della banca in mezzemaniche, a sentire gli zoccoli dei cavalli e il rumore degli spari … bellissima la visita al minuscolo museo, pieno di oggetti che un tempo sono stati quotidiani e familiari a qualcuno, di foto per cui i curatori cercano aiuto per l’identificazione … di lettere di perseguitati dalla sfiga che accompagnano la restituzione ai fantasmi di Bodie di souvenir indebitamente sottratti, che hanno provocato una serie di catastrofi nella vita degli incauti
Visto che ho ragione io? Keep nothing but memories!






































(ghost in ghost town ... )




Per conto mio, ai fantasmi benevoli di questa città rivolgo un saluto sorridente, non so se ci incontreremo mai di nuovo ma di certo mi hanno regalato uno scampolo di sogni senza tempo.
Lascio giocare di nuovo il bimbo sulla sterrata fingendo di non essere capace e di avere paura della sua guida sportiva, e abbandoniamo Bodie ed i suoi spettri ridendo come scemi, al solito. Partiamo puntando spediti verso la Death, ma ... la sirena di un guardrail vista Mono Lake tutto adesivato ci ammalia con il suo canto irresistibile: e due















Pausa benzina nei dintorni di June Lake ... questo posto è un po’ meno lurido del benzinaio dell’altro giorno , ma mi fa grazia di un taco di divina bontà. Paolo, che digerirà la colazione leggera dopo due settimane dal rientro, salta il pasto e individua uno dei quadri che appenderemo di certo nella nostra futura casetta



Che bella la strada verso Pino Solitario, e che piacere rubare il volante. Sosta tecnica – ho fame e mi scappa la pipì - e poi entriamo dritti dritti in uno dei miei sogni: Death Valley! Il paesaggio si fa via via più scabro, desolato e magnifico, compaiono i primi diavoli di sabbia, il nastro nero dell’asfalto taglia in due il nulla ...un nulla di bellezza eccezionale , che mi commuove e mi emoziona.






Prima fermata e primo impatto con il phon della Valley … pensavo peggio, è caldo ma non insopportabile. Il fastidio vero, scoprirò, è che l’aria secca ti prosciuga il naso, la gola, ti toglie il respiro e ti lascia affannato … ma questo pezzo di luna caduto qui non si sa come ti ripaga riempiendoti gli occhi di visioni oniriche e la memoria della reflex e del cuore di foto incredibili.












(incontri ...)
Ci regaliamo un breve caldissimo trail nel Mosaic Canyon, che mi innamora definitivamente di questo mondo magico e duro, e una sosta alle Mesquite Flat Sand Dunes ...





















… sarebbe bellissimo attendere qui il tramonto, ma la temperatura è davvero esagerata e ci accontentiamo di una passeggiata fino alle prime dune, sedotti dalla luce dorata e radente che accarezza la sabbia.














Mi esplode un mal di testa apocalittico, probabilmente grazie al potere occulto del gufocartello dissuasore che sconsiglia di passare di lì dopo le 10AM e che noi abbiamo allegramente ignorato . Non la prendo benissimo: se sono il tipo di infermiera che abbatte pietosamente il malato sofferente, come paziente sono ancora più impaziente. Collaudiamo sto Tylenol, via, che saran trent’anni che ne leggo nei romanzi. Tutti che lo usano come doposbronza, vuoi che non vada bene per un malditestino da aria calda?
Segnatevelo: quest'aria calda è peggio di una sbronza (che non ho mai preso, ma lo deduco dal fatto che il Tylenol pare acqua di rose, al mio mal di testa). Ci avviamo verso Furnace Creek, dove giungiamo in immancabile ritardo e ci catapultiamo fuori dal bestione passando sui corpi di altri due poveretti diretti alla reception perché nonpossiamoperdereiltramontoenonmiricordoneanchedovehomessoilcavallettoargh, prendiamo velocissimo possesso della nostra cabin (per forza, mi scappa la pipì ), che noto essere più una stanza lussuosa che la cosa spartana che mi aspettavo – mortacci, come direbbe qualcuno, con quello che costa! – e Paolo mi conferma essere stata completamente rimodernata rispetto al suo passaggio nel 2008, quindi speriamo di non fare il bis con le formiche, e via!
Alla reception ci hanno confermato che faremo in tempo solo a Zabriskie, e dateve na mossa anche, perché ogni altro posto tramontabile è lontano almeno quaranta minuti … ma volevamo andarci per l’alba … e vabbé, faremo il bis! La mia testa fa tunz tunz tunz e un sacco di stelline lampeggiano nel mio campo visivo, ma non importa: posseduta dal sacro fuoco maniacale della sindrome del fotografo psicopatico afferro il cavalletto e mi produco in una performance a cui ancora non riesco a credere e che non sarò in grado di ripetere mai più … due minuti di corsa per arrivare in cima al viewpoint. Io che non corro neanche due metri in piano per prendere l’autobus e aspetto il prossimo!
Parafrasando un celebre social-felino, potrei dire: sono arrivata su, ho sputato un polmone, ho guardato il sole scendere, e niente, sono morta . Anzi no, non c’ho tempo da perdere in queste frivolezze, devo sistemare sto cavalletto che non collabora (sempre, sempre, sempre accusare qualcun altro ) prima che sia troppo tardi. Il panda l’ho piantato più giù, il punto dove si è fermato lui non mi ispira, e conclusa la lite con il perfido aggeggio mi lascio andare a contemplare una visione che mi mozza il fiato più dell’aria bollente.





















Sazi e soddisfatti ce ne torniamo a Furnace Creek (tunz tunz tunz) per cenare rapidamente al 49rs e poi uscire di nuovo (tunz tunz tunz) diretti a Badwater per un po’ di foto in notturna “così arrivi all’Antelope un po’ più preparata”. Eh si, abbiamo prenotato il tour fotografico notturno all’Upper per il 7 agosto, ed è da aprile che aspetto le foto meravigliose che Paolo farà qui … gli ho espressamente proibito di perdere tempo con me, voglio che se la goda al massimo e che lavori bene senza distrazioni. Ecco, mi sa che Giove Pluvio passava di lì e sentendomi si è lasciato andare alla più malefica e maligna delle sghignazzate … ma questa è un’altra puntata.









Per adesso concentriamoci sugli iso, sull’esposizione e sulle maledizioni ai poveri quattro gatti che passano … e sulla meraviglia di questa notte assoluta e (quasi) silenziosa. Si, però a forza di concentrazione il tunz tunz si fa TUNZ TUNZ … resisto più che posso, vedo sempre più stelle ed ho sempre più voglia di svenire, ma non voglio rompere le scatole a Paolo prima che abbia finito. Così alla sua domanda rispondo: TRANQUILLO AMORE, STO BENISSIMO, abbraccio il cavalletto ringraziandolo per il sostegno e chiedendogli scusa per tutte le cose brutte che gli ho detto a Zabriskie … ma il mio eroismo va sprecato subito perché commetto un errore fatale: sto zitta

Raccolta praticamente al volo dal mio eroe, vengo immediatamente ibernata in auto e subito dopo posta a scongelare – ma neanche troppo – sotto il piumino color cioccolato della cabin, su cui devo ammettere il verde pistacchio della mia faccia fa un figurone . Preoccupati? Naaa … come diceva sempre il mio primo capo, le bancarie cattive non muoiono mai, e una manciata di ore dopo, alle 4.46 del 4 agosto 2015 la bancaria cattiva è pimpante e pronta per l’alba e si è persino lavata la faccia!


Commenti

Post più popolari