La Gilded Age dei Panda! - 2 maggio

2 Maggio 2024 - Kenilworth / Monroe


Mai perdere le buone abitudini, quindi cominciamo la giornata con caffè a letto e biscottini, comprati ieri sera da ACME, che mi sanno un po' di casa 





E meno male, perché ormai manchiamo da qualche anno e mi sono dimenticata di quanto possano essere nefande le colazioni da questo lato dell'oceano ... apprezzo sicuramente il pensiero, tanto più con quel che ho scoperto costare la vita qui oggi, Chiara ieri sera ci ha dato un buon anticipo su come le mie illusioni sul budget siano destinate a franare miseramente. Però ecco ... i muffin confezionati in busta sanno di chimico più del mio detersivo per i piatti, e Paolo lascia la tortina confezionata che aveva deciso di assaggiare, se non è la prima volta in dieci anni che lo vedo avanzare qualcosa poco ci manca 

Vabbè, per i prossimi giorni ci pensiamo, intanto andiamo a goderci la nostra piccola Gloria ...







... sì, una cinquecento ci sta comoda
E al grido di "non ho la patente per i camion, io sto coso non lo guido" lasciamo il primo hotel e ci avviamo alla prima tappa di questo giro un po' atipico, per cui abbiamo grandi aspettative e ci darà parecchie soddisfazioni: il Thomas Edison National Historic Park - https://www.nps.gov/edis/index.htm 

Where Modern America Was Invented, recita la pagina NPS, e ne ha tutte le ragioni. Thomas Edison ha messo insieme un numero sconcertante di scoperte, invenzioni, prove, è il papà degli oggetti più disparati, a suo nome sono registrati SOLO 1093 brevetti. Inventò il fonografo, la lampada a incandescenza, il primo sistema di distribuzione dell'energia elettrica e ... e gli altri millenovanta me li sono dimenticati perché sono vecchia e ho la memoria di un pesce rosso ( e vi vedo che avete tirato un sospiro di sollievo!)







Arriviamo abbondantemente prima dell'apertura e ne approfittiamo per una gita da CVS perché abbiamo fame e perché ci servono dei medicinali, facciamo la tessera fedeltà in previsione delle prossime eventuali sfighe di salute - e anche perché scommetto che voi non ce l'avete, gne gne gne - e quando finalmente si aprono i cancelli del sito ci precipitiamo ad acquistare la nostra bellissima America The Beautiful: costa ancora 80 dollari, che saranno ampiamente recuperati perché abbiamo in previsione altri siti gestiti (meravigliosamente come sempre) da NPS. 

Ci dicono che possiamo ficcare il naso ovunque ci garbi e come sempre ne approfittiamo senza pietà, la visita è davvero interessante, ed emoziona per come restituisce intatto il clima di inizio Novecento. Il complesso raccoglie diversi edifici, dal laboratorio principale che ospita anche una magnifica biblioteca e la sala della musica per gli esperimenti sonori agli edifici che ospitano l'officina del fabbro, il laboratorio di chimica, una replica del Black Maria Film Studio dove venne sviluppata la prima macchina per le riprese cinematografiche, anche se non direttamente da Edison. 
















Nella Black Maria è possibile entrare e fare gli scemi, naturalmente non ci facciamo scappare l'occasione, anche se brizzolati i panda restano bestiole particolarmente portate per quella sorta di britannico aplomb che gli viene così bene


























Nel corso della visita ci godiamo anche un bell'allarme anticendio con relativa evacuazione, e quando dopo una ventina di minuti la rangerona di turno ci dice che è tutto okay, forti dell'aplomb di cui sopra ce ne torniamo a riprendere da dove ci avevano interrotti.












(graziosa lampada da lettura che Paolo non vuole comprarmi perché eccessivamente sobria e troppo poco appariscente)












































Curioso come lo stesso edificio ospiti presse, macchinari, pulegge, odore d'olio e officina meccanica, attrezzature da officina e sullo stesso piano o a quello superiore una splendida biblioteca e una sala musica - benché dedicata agli esperimenti sulle incisioni - che non sfigurerebbero in una casa di ricchi. 















Prenotando in anticipo è possibile visitare anche Glenmont, la residenza della famiglia Edison ... sì, ma solo dal venerdì alla domenica e oggi è giovedì, che nervoso. Vabbè, pazienza: c'è la possibilità di andare a fare un giro intorno alla casa richiedendo il permesso al Visitor Center. Glenmont si trova infatti in un comprensiorio privato e solo chi è residente o ha il pass rilasciato da NPS può entrare. C'è tanto di sbarra e guardia al cancello, e percorrendo la strada che porta a casa Edison si intravvedono ville e costruzioni che ti fanno capire che qua ci sono i ricchi veri, e che difendono la loro privacy con le unghie e un cartello d'invito a non curiosare e andare dritti a Glenmont per la strada più breve. 








Questa villetta di discutibile gusto fu acquistata dal nostro come regalo di nozze per la seconda moglie alla metà del suo valore in seguito alla confisca al primo proprietario che l'aveva costruita utilizzando fondi rubati. Facciamo anche un passaggio a omaggiare la tomba del padrone di casa che è proprio qui dietro e vagheggiamo di un picnic con Camembert, Livarot, baguette e Sauternes sul suo curatissimo prato, vista la giornata splendida e la temperatura meravigliosa. 

A forza di vagheggiare cominciamo anche a sentire un leggero languorino, e prima che diventi decisa fame puntiamo Saigon Pho, in un centro commerciale vicino al REI dove ci siamo fatti spedire la permetrina per il Botswana, introvabile a prezzi decenti in Italia. Inaspettatamente mangiamo benissimo, e un po' meno inaspettatamente paghiamo mezzo rene per il privilegio








Sbrigata la commissione da REI ... mi faccio portare a casa! Erano anni che volevo vedere la Verona del New Jersey, e Paolo pur di accontentarmi ha fatto un bel giro dell'oca (io il camion non lo guido, ricordate) mentendo sul fatto che fosse di strada 











E' carinissima e ben tenuta, naturalmente la mia è più bella ma posso dirmi veramente soddisfatta. Mentre gironzoliamo nel parco ci attacca bottone un giovane locale, probabilmente basito dal vedere gente che gira con la macchina fotografica nella sua città: lo tranquillizziamo, non abbiamo sbagliato continente e non stiamo cercando la casa di Giulietta

Ci mettiamo a chiacchierare e ci racconta di essere cantante d'opera, specializzato su Monteverdi, e che l'anno prossimo sarà al San Carlo di Napoli. Lo salutiamo con un elegantissimo MECOJONI e ... niente, la bella giornata è finita e cominciano i dolori. Si va a fare sciopping! Vi invito ad apprezzare l'estatico entusiasmo della sottoscritta dopo qualche chilometro all'interno del Woodbury Common Premium Outlets. Ne è valsa la pena, ora Paolo ha più mutande di un negozio di Victoria Secret e io ho di nuovo un set completo di polo Tommy Hilfiger Metodo Girotetta a meno di venti dollari l'una, per almeno un paio d'anni posso evitarmi altre torture. Sì lo so, Chiara Ferragni mi fa un baffo, e comunque io i pandori almeno me li mangio 




L'hotel di stasera, che sarà uno dei migliori del viaggio, è a meno di dieci minuti dall'outlet e in piena zona satmar, qui vive una delle comunità più numerose. Ne incontriamo ovunque, da Walmart dove facciamo un salto a comprare un nuovo piccolo trolley perché il nostro ci ha lasciato (ne avevamo visto uno bellissimo da soli novecento dollari all'outlet ma Paolo non ha voluto, io boh), per le strade piene di bimbi, alla tavola calda Yossies dove andiamo a cena ... 

... magari perché fa cucina kosher e Yossies ha dei peyot piuttosto impegnativi

In realtà arriviamo abbastanza a filo dell'ora di chiusura e capiamo (male) che facciano solo asporto, così ce ne usciamo scornati e ci mettiamo a caccia di un altro posto per cenare nei dintorni ... passano due minuti e sentiamo bussare al finestrino. Un giovanottone con i peyottoni e un terrificante accento yiddish ci chiede se vogliamo cenare e alla nostra risposta affermativa ci esorta ad entrare, prendere quello che vogliamo e sederci nella saletta che praticamente non avevamo notato e "no problem, no problem, not too late!" e poi sale in macchina e se ne va. 

Seguiamo il suo consiglio e veniamo accolti bene, anche se sono praticamente tutti chassidim nessuno ci guarda strano, c'è qualche bimbetto che ridacchia e qualche ragazzina che ci guarda curiosa ma sono tutti cordiali e gentili. Mangiamo benissimo, anche se ahimè senz'alcool, e ce ne andiamo piacevolmente sorpresi dallo scoprire che non sono affatto così chiusi e rudi come si racconta, con una scatola di meravigliosi biscottini kosher che ancora mi sogno per il caffè a letto di domani mattina. 








1° Maggio 2024 - Roma - New York - Kenilworth


Mai perdere le buone abitudini, quindi cominciamo la giornata con caffè a letto e biscottini, comprati ieri sera da ACME, che mi sanno un po' di casa :grin:





E meno male, perché ormai manchiamo da qualche anno e mi sono dimenticata di quanto possano essere nefande le colazioni da questo lato dell'oceano ... apprezzo sicuramente il pensiero, tanto più con quel che ho scoperto costare la vita qui oggi, Chiara ieri sera ci ha dato un buon anticipo su come le mie illusioni sul budget siano destinate a franare miseramente. Però ecco ... i muffin confezionati in busta sanno di chimico più del mio detersivo per i piatti, e Paolo lascia la tortina confezionata che aveva deciso di assaggiare, se non è la prima volta in dieci anni che lo vedo avanzare qualcosa poco ci manca :???:

Vabbè, per i prossimi giorni ci pensiamo, intanto andiamo a goderci la nostra piccola Gloria ... :megalol:







... sì, una cinquecento ci sta comoda :Chessygrin:
E al grido di "non ho la patente per i camion, io sto coso non lo guido" lasciamo il primo hotel e ci avviamo alla prima tappa di questo giro un po' atipico, per cui abbiamo grandi aspettative e ci darà parecchie soddisfazioni: il Thomas Edison National Historic Park - https://www.nps.gov/edis/index.htm 

Where Modern America Was Invented, recita la pagina NPS, e ne ha tutte le ragioni. Thomas Edison ha messo insieme un numero sconcertante di scoperte, invenzioni, prove, tentativi e successi, è il papà degli oggetti più disparati, a suo nome sono registrati SOLO 1093 brevetti. Inventò il fonografo, la lampada a incandescenza, il primo sistema di distribuzione dell'energia elettrica e ... e gli altri millenovanta me li sono dimenticati perché sono vecchia e ho la memoria di un pesce rosso :megalol: ( e vi vedo che avete tirato un sospiro di sollievo, bruti! :razz:)







Arriviamo abbondantemente prima dell'apertura e ne approfittiamo per una gita da CVS perché abbiamo fame e perché ci servono dei medicinali, facciamo la tessera fedeltà in previsione delle prossime eventuali sfighe di salute - e anche perché scommetto che voi non ce l'avete, gne gne gne :megalol: - e quando finalmente si aprono i cancelli del sito ci precipitiamo ad acquistare la nostra bellissima America The Beautiful: costa ancora 80 dollari, che saranno ampiamente recuperati perché abbiamo in previsione altri siti gestiti (meravigliosamente come sempre) da NPS. 

Ci dicono che possiamo ficcare il naso ovunque ci garbi e come sempre ne approfittiamo senza pietà, la visita è davvero interessante, ed emoziona per come restituisce intatto il clima di inizio Novecento. Il complesso raccoglie diversi edifici, dal laboratorio principale che ospita anche una magnifica biblioteca e la sala della musica per gli esperimenti sonori agli edifici che ospitano l'officina del fabbro, il laboratorio di chimica, una replica del Black Maria Film Studio dove venne sviluppata la prima macchina per le riprese cinematografiche, anche se non direttamente da Edison. 
















Nella Black Maria è possibile entrare e fare gli scemi, naturalmente non ci facciamo scappare l'occasione, anche se brizzolati i panda restano bestiole particolarmente portate per quella sorta di britannico aplomb che gli viene così bene :dance3:


























Nel corso della visita ci godiamo anche un bell'allarme anticendio con relativa evacuazione, e quando dopo una ventina di minuti la rangerona di turno ci dice che è tutto okay, forti dell'aplomb di cui sopra ce ne torniamo a riprendere da dove ci avevano interrotti.












(graziosa lampada da lettura che Paolo non vuole comprarmi perché eccessivamente sobria e troppo poco appariscente :cry:)












































Curioso come lo stesso edificio ospiti presse, macchinari, pulegge, odore d'olio e officina meccanica, attrezzature da officina e sullo stesso piano o a quello superiore una splendida biblioteca e una sala musica - benché dedicata agli esperimenti sulle incisioni - che non sfigurerebbero in una casa di ricchi. 















Prenotando in anticipo è possibile visitare anche Glenmont, la residenza della famiglia Edison ... sì, ma solo dal venerdì alla domenica e oggi è giovedì, che nervoso. Vabbè, pazienza: c'è la possibilità di andare a fare un giro intorno alla casa richiedendo il permesso al Visitor Center. Glenmont si trova infatti in un comprensiorio privato e solo chi è residente o ha il pass rilasciato da NPS può entrare. C'è tanto di sbarra e guardia al cancello, e percorrendo la strada che porta a casa Edison si intravvedono ville e costruzioni che ti fanno capire che qua ci sono i ricchi veri, e che difendono la loro privacy con le unghie e un cartello d'invito a non curiosare e andare dritti a Glenmont per la strada più breve. 








Questa villetta di discutibile gusto fu acquistata dal nostro come regalo di nozze per la seconda moglie alla metà del suo valore in seguito alla confisca al primo proprietario che l'aveva costruita utilizzando fondi rubati. Facciamo anche un passaggio a omaggiare la tomba del padrone di casa che è proprio qui dietro e vagheggiamo di un picnic con Camembert, Livarot, baguette e Sauternes sul suo curatissimo prato, vista la giornata splendida e la temperatura meravigliosa. 

A forza di vagheggiare cominciamo anche a sentire un leggero languorino, e prima che diventi decisa fame puntiamo Saigon Pho, in un centro commerciale vicino al REI dove ci siamo fatti spedire la permetrina per il Botswana, introvabile a prezzi decenti in Italia. Inaspettatamente mangiamo benissimo, e un po' meno inaspettatamente paghiamo mezzo rene per il privilegio :grin:








Sbrigata la commissione da REI ... mi faccio portare a casa! Erano anni che volevo vedere la Verona del New Jersey, e Paolo pur di accontentarmi ha fatto un bel giro dell'oca (io il camion non lo guido, ricordate) mentendo sul fatto che fosse di strada :inlove2:











E' carinissima e ben tenuta, naturalmente la mia è più bella ma posso dirmi veramente soddisfatta. Mentre gironzoliamo nel parco ci attacca bottone un giovane locale, probabilmente basito dal vedere gente che gira con la macchina fotografica nella sua città: lo tranquillizziamo, non abbiamo sbagliato continente e non stiamo cercando la casa di Giulietta :megalol:

Ci mettiamo a chiacchierare e ci racconta di essere cantante d'opera, specializzato su Monteverdi, e che l'anno prossimo sarà al San Carlo di Napoli. Lo salutiamo con un elegantissimo MECOJONI :grin: e ... niente, la bella giornata è finita e cominciano i dolori. Si va a fare sciopping! :eek: Vi invito ad apprezzare l'estatico entusiasmo della sottoscritta dopo qualche chilometro all'interno del Woodbury Common Premium Outlets. Ne è valsa la pena, ora Paolo ha più mutande di un negozio di Victoria Secret e io ho di nuovo un set completo di polo Tommy Hilfiger Metodo Girotetta a meno di venti dollari l'una, per almeno un paio d'anni posso evitarmi altre torture. Sì lo so, Chiara Ferragni mi fa un baffo, e comunque io i pandori almeno me li mangio :dance3:




L'hotel di stasera, che sarà uno dei migliori del viaggio, è a meno di dieci minuti dall'outlet e in piena zona satmar, qui vive una delle comunità più numerose di tutti gli Stati Uniti insieme a quella di Brooklyn. Ne incontriamo ovunque, da Walmart dove facciamo un salto a comprare un nuovo piccolo trolley perché il nostro ci ha lasciato (ne avevamo visto uno bellissimo da soli novecento dollari all'outlet ma Paolo non ha voluto, io boh), per le strade piene di bimbi, alla tavola calda Yossies dove andiamo a cena ... 

... magari perché fa cucina kosher e Yossies ha dei peyot piuttosto impegnativi :megalol:

In realtà arriviamo abbastanza a filo dell'ora di chiusura e capiamo (male) che facciano solo asporto, così ce ne usciamo scornati e ci mettiamo in macchina a caccia di un altro posto per cenare nei dintorni su google ... passano due minuti e sentiamo bussare al finestrino. Un giovanottone con i peyottoni e un terrificante accento yiddish ci chiede se vogliamo cenare e alla nostra risposta affermativa ci esorta ad entrare, prendere quello che vogliamo al bancone e sederci nella saletta che praticamente non avevamo notato e "no problem, no problem, not too late!" e poi sale in macchina e se ne va tutto soddisfatto. 

Seguiamo il suo consiglio e veniamo accolti bene, sono praticamente tutti chassidim ma nessuno ci guarda strano, c'è qualche bimbetto che ridacchia e qualche ragazzina che ci occhieggia curiosa ma sono tutti cordiali e gentili. Mangiamo benissimo, anche se ahimè senz'alcool, e ce ne andiamo piacevolmente sorpresi dallo scoprire che non sono affatto così chiusi e rudi come si racconta, con una scatola di meravigliosi biscottini kosher che ancora mi sogno per il caffè a letto di domani mattina. 








(paradiso, paradiso!)



(paradiso, paradiso!)

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