28 agosto 2019: Ambositra - Andasibe
Altra lunga giornata di trasferimento, l'ultima nelle nostre speranze 😄
Devo ammettere però che anche se fisicamente è un po' pesante il viaggio lungo svuota la mente e mi rilassa in modo incredibile. Non c'è passato, non c'è futuro, solo questa lunghissima strada, i paesaggi mutevoli, i sorrisi dei bimbi, la curiosità della gente, le soste, la pipì che scappa ogni cinque minuti 😁, il cielo blu fastidio, l'oro liquido del sole al tramonto.
Partiamo alle sette immersi in una nebbiolina leggera, che man mano si alterna con il sole, le nuove, di nuovo il sole e finalmente un cielo tersissimo.
Facciamo una rapida sosta ad Antsirabe, dove siamo ormai di casa e riconosciamo luoghi e strade: Petit non si è dimenticato che gli abbiamo chiesto dove acquistare i francobolli per spedire le cartoline ai nipoti naturali e adottati, facciamo bancomat alla Societé Generale (siamo riusciti a spendere un sacco di soldi, sì! 💗), una sosta pipì alla fornitissima stazione di servizio dove ci sono anche le Pringles, e poi si riparte.
E' in atto una vera transumanza, Petit ci spiega che è il periodo dei mercati di bestiame, e chi vuole vendere parte a piedi con la mandria, macinando decine e a volte anche centinaia di chilometri, perché più ci si avvicina a Tana e più alto è il prezzo che si spunta. Non per la prima volta penso a quanto poco ci metteremmo a soccombere a una vita simile, noi occidentali fortunati nati nel cotone profumato.
Poco dopo mezzogiorno commentiamo, ovviamente in italiano, un cartello che pubblicizza il foie gras locale. Petit, sempre attento, ci chiede se ci piaccia e ci propone di anticipare un po' la prevista pausa pranzo fermandoci al paese successivo, ben noto per la produzione locale di questa prelibatezza, avvisandoci che è un po' cara ma ne vale la pena. Paolo è entusiasta e ordina i "cinque assaggi", io prudentemente vado sul pollo con i funghi. Assaggio e tutto sommato non mi schifa come pensavo, ma ... stranamente, il foie gras sa di fegato, diciamo che per me l'entusiasmo è un'altra cosa 😜
Alla fine, per il nostro costosissimo pranzo spenderemo dieci euro in due, di cui sette per il solo piatto di Paolo: Petit ha preferito mettersi a tavola con i colleghi, che sembra conoscere tutti.
Mentre aspettiamo Petit accanto alla macchina per rimetterci in viaggio, notiamo una bimbetta seria seria che ci studia tutta intenta, e non cambia espressione né ai nostri saluti né alle foto che le mostriamo, ma ci regala un sorrisone che scalda il cuore quando le regalo un sacchetto di patatine, con cui si allontana felice saltellando.
Avvicinandoci a Tana incontriamo più volte distese di panni coloratissimi messi ad asciugare al sole, Petit ci racconta che quando qualcuno muore la famiglia fa una specie di festa lavando tutti gli indumenti e la biancheria di casa, godendosi un picnic e una giornata insieme per salutare il defunto, come a fargli sapere che anche se non è più qui è sempre con loro.
Le ultime quattro ore di viaggio, passato il traffico infernale della circonvallazione di Tana, scorrono lente. La RN2 è messa malissimo, sembra bombardata, l'asfalto è un colabrodo - giusto per non farci sentire la nostalgia di Roma 😁 - probabilmente a causa dei tanti camion che transitano ogni giorno da e per il porto di Tomasina, raggiungibile solo passando di qui.
Una sola breve pausa in cima a un'altura, dove ci si spalanca una bellissima vista sulla vallata, per comprare un po' di quelle buonissime bananine mignon che mi piacciono tanto e regalare un paio di polaroid alle bimbe della bancarella, che si incantano come sempre.
Ci avviciniamo alla foresta pluviale e alla nostra meta, che raggiungiamo giusti giusti per il tramonto. L'hotel è bellissimo e per cena ci viene servito il migliore zebù del viaggio.
Tra una chiacchiera e l'altra Petit ci ha confermato che il giro come lo abbiamo concepito è buono, non troppo tirato ma neanche troppo scarico, e a nostra richiesta ce ne confeziona un quattro e quattr'otto uno per il sud ... andiamo a letto dicendoci che sì, lo abbiamo capito da tanto e adesso ce lo possiamo dire, in Mada ci si torna, a riprendere il pezzo di cuore che stiamo lasciando qui.
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