22 agosto 2019: Morondava - Kirindy Forest
Giovedì 22 agosto 2019
Al risveglio trovo una bella notizia, Silvia-Bibispoon ha messo in azione tutti i suoi mezzi e contatti a Fiumicino (viva gli amici di forum, grazie Silvia 💓) e ieri sera ci aveva anticipato che la valigia sarebbe stata sul Nairobi-Tana in arrivo stanotte, e i solerti ragazzi dell'aeroporto ci hanno confermato via mail il suo arrivo.
Per la seconda e ultima volta in questo viaggio oggi si parte con calma, Petit verrà a prenderci solo alle dieci, e ci godiamo un risveglio tranquillo e una colazione pantagruelica, forse la migliore della vacanza, sulla veranda vista fiume, e poi ci dedichiamo a un paio d'ore di sana pigrizia in contemplazione.
In meno di un'ora, dopo aver lasciato l'asfalto, iniziamo a incontrare i primi bellissimi giganti, e ci fermiamo subito incantati per mettere insieme i primi scatti.
Poco dopo arriviamo all'inizio della Allée più famosa del Madagascar e Petit ci libera dal guinzaglio, raccomandandoci di non prendere un'insolazione e di tornare tra una mezz'oretta al visitor center per il pranzo picnic. Il caldo è pazzesco, il sole è impietoso e ... siamo praticamente soli. Aveva ragione lui, è l'ora ideale per godersi la magia e per fare tutte le foto che vogliamo senza essere costretti a uccidere nessuno 😆
Partiamo subito in estatico vagabondaggio e io mi fiondo ad abbracciare il primo baobab che incontro, mi trasmette la stessa vitale e penetrante sensazione delle Sequoie, io sono cinica, scettica, materialista, ma non posso fare a meno di pensare che sia la linfa della Madre Terra che mi parla attraverso la forza di queste enormi fragili meraviglie.
Siamo ormai pressoché cotti, croccanti fuori e teneri dentro, quando torniamo al visitor center e ... sorpresa: Petit ci ha preparato e ci offre un invitantissimo pranzo a base di spiedini di zebù preparati sul momento, il cui profumo delizioso ci stordisce, e attira un tenero canuccio mendicante (inutile dire che lo faremo felice, vero?)
Il mio schiavo devoto mi procura anche un buon espresso, chi più felice di me, oggi?
Ristorati e rifocillati, dopo aver comprato un po' di bellissimi babobabbini di legno dagli artigiani locali, giocato con i bimbi e regalato foto e saponette, riprendiamo la strada verso la Kirindy Forest, dove dormiremo stanotte, inframmezzandola con due brevi soste, la prima al Baobab des Amoureux, quanto mai appropriata dato che domani sarà il nostro quinto anniversario (e ancora non ci crediamo, che sia già passato così tanto tempo 😃).
Ma prima, un aiutino a colleghi turisti in panne! 😜
Abbracciati stretti finché avranno vita. Come noi, ma più romantici 😎
Seconda rapida sosta al Baobab Sacré, a cui ci si può avvicinare solo scalzi, ancora oggi meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera per chiedere la grazia della fertilità. Non fatico a capirlo, c'è qualcosa di possente e di magico nell'aria, la Natura qui ha compiuto un lavoro spettacolare.
Al grido di "vazaha, vazaha" accorre una torma di bambinetti ... di souvenir ne abbiamo già presi un sacco prima, ma all'alimentari di stamattina avevo fatto scorta di biscotti per questa occasione, e le manine protese e i sorrisoni che ricevo in cambio mi dicono che ho fatto bene a investire 😉
Come vedete non ci manca nulla, tranne la corrente nelle ore centrali della giornata e la notte. Abbiamo anche un certo numero di coinquilini, un paio di gechi e un minuscolo ragnetto che terrorizza il Malvagio Marito senza pietà.
Ci sono concesse un paio d'ore di relax, che usiamo per chiacchierare, leggere, fare merenda con pane e formaggio avanzati, pigrottare un po' in veranda, leggere gli avvisi terroristici con cui siamo invitati a chiudere tutto la sera se non vogliamo fare TROPPA amicizia con qualche fossa intraprendente.
Poco prima del tramonto ci avviamo alla receprion, dove troviamo un gruppetto di turisti e di guide: ciascuno ha la sua, e verremo accompagnati dai rispettivi autisti ancora più all'interno della foresta per una passeggiata alla ricerca dei lemuri notturni.
Mentre aspettiamo che si faccia l'ora di partire e cerchiamo di fotografare un indisponentissimo uccelli del paradiso quando mormorii e movimenti ci fanno partire spediti in direzione della strada di accesso al lodge. Eccoli, eccoli! Gli inafferrabili fossa sono qui 😉
Somigliano vagamente a felini di taglia media, ma sono mustelidi, e si vede benissimo dal musetto che non sono parenti dei gatti di casa.
La mandria di turisti che segue i loro spostamenti con continui oooohhh di meraviglia non sembra indisporli particolarmente, credo ci siano ampiamente abituati, è il biglietto che pagano per servirsi alla mensa dei dipendenti. Li sto osservando a distanza di sicurezza mentre sono appunto intenti al saccheggio nella struttura dove i ragazzi del resort consumano i pasti quando uno dei due decide che è ora di fare una passeggiata, esce dal capanno puntando nella mia direzione e poi ... punta decisamente me! Mi punta, mi punta, mi punta ... resto perplessa e paralizzata, che vuole da me sto gatto culone? Assaggiarmi vuole. Mi si avvicina, emette una specie di soffio-grugnito-ringhio e ... mi addenta lo scarponcino, lo screanzato!
Presa alla sprovvista, agito il piede e il ditino, e gli ringhio a mia volta "NO! MOLLA! GIU'" esattamente come faccio con Ciopino. Preso più alla sprovvista di me, il gatto culone ci resta malissimo, mi manda signorilmente a quel paese e si allontana indignato.
Maritone si preoccupa subito ... sì, si preoccupa di immortalare il fattaccio! del resto, è mica Malvagio per niente, no?
Adesso ci scherzo e sul momento non mi sono quasi resa conto di cosa stesse accadendo, ma poteva sicuramente finire in modo più antipatico ... eppure ho seguito tutte le raccomandazioni, sono stata a distanza, non mi sono mossa quando si è avvicinato, non ho cercato di attirare la sua attenzione nè l'ho provocato ...
Il suo compagno continua serafico a mangiare, per fortuna non è interessato ad assaggiare me. Decisamente più simpatico!
Non particolarmente scossa dall'avventura, parto con Petit, Malvagio e Ferdinand, la nostra guida, alla volta della foresta ... magica, magica davvero.
Abbiamo fortuna e avvistiamo tutte e tre le specie notturne che vivono qui, riusciamo persino a fare qualche foto non particolarmente riuscita, e in capo a un paio d'ore torniamo alla base sazi e soddisfatti per la bellissima serata.
Al risveglio trovo una bella notizia, Silvia-Bibispoon ha messo in azione tutti i suoi mezzi e contatti a Fiumicino (viva gli amici di forum, grazie Silvia 💓) e ieri sera ci aveva anticipato che la valigia sarebbe stata sul Nairobi-Tana in arrivo stanotte, e i solerti ragazzi dell'aeroporto ci hanno confermato via mail il suo arrivo.
Per la seconda e ultima volta in questo viaggio oggi si parte con calma, Petit verrà a prenderci solo alle dieci, e ci godiamo un risveglio tranquillo e una colazione pantagruelica, forse la migliore della vacanza, sulla veranda vista fiume, e poi ci dedichiamo a un paio d'ore di sana pigrizia in contemplazione.
Prima di lasciare l'hotel ci accordiamo con il gentilissimo proprietario perché uno dei suoi ragazzi vada a ritirare la nostra amata lontana all'aeroporto di Morondava, che ritroveremo tornando qui fra quattro giorni, e passiamo sia nel minuscolo scalo che negli uffici della piccola compagnia aerea malgascia su uno dei cui voli ci confermano essere già in viaggio la valigia.
Ci fermiamo anche ad acquistare pane, formaggio e samosa per improvvisare un picnic alla Allée des Baobab, Petit ce l'ha promessa bollente ma deserta all'ora di pranzo, e ci godiamo anche qui la vita che scorre per le strade di quella che probabilmente è la cittadina più opulenta - o meno povera - che abbiamo incontrato, insieme ad Antsirabe, il turismo c'è e si vede.
Il nostro ospite però ci ha raccontato che per venire a lavorare qui molti spendono un terzo del loro stipendio in trasporti, capita che ci sia chi si fa anche tre ore di taxi brousse pur di tenersi il posto, a causa delle strade in pessime condizioni e della miopia del governo che non fa nulla per investire in questo campo, cosa che oltretutto agevolerebbe il turismo.
In meno di un'ora, dopo aver lasciato l'asfalto, iniziamo a incontrare i primi bellissimi giganti, e ci fermiamo subito incantati per mettere insieme i primi scatti.
Poco dopo arriviamo all'inizio della Allée più famosa del Madagascar e Petit ci libera dal guinzaglio, raccomandandoci di non prendere un'insolazione e di tornare tra una mezz'oretta al visitor center per il pranzo picnic. Il caldo è pazzesco, il sole è impietoso e ... siamo praticamente soli. Aveva ragione lui, è l'ora ideale per godersi la magia e per fare tutte le foto che vogliamo senza essere costretti a uccidere nessuno 😆
Partiamo subito in estatico vagabondaggio e io mi fiondo ad abbracciare il primo baobab che incontro, mi trasmette la stessa vitale e penetrante sensazione delle Sequoie, io sono cinica, scettica, materialista, ma non posso fare a meno di pensare che sia la linfa della Madre Terra che mi parla attraverso la forza di queste enormi fragili meraviglie.
Siamo ormai pressoché cotti, croccanti fuori e teneri dentro, quando torniamo al visitor center e ... sorpresa: Petit ci ha preparato e ci offre un invitantissimo pranzo a base di spiedini di zebù preparati sul momento, il cui profumo delizioso ci stordisce, e attira un tenero canuccio mendicante (inutile dire che lo faremo felice, vero?)
Il mio schiavo devoto mi procura anche un buon espresso, chi più felice di me, oggi?
Ristorati e rifocillati, dopo aver comprato un po' di bellissimi babobabbini di legno dagli artigiani locali, giocato con i bimbi e regalato foto e saponette, riprendiamo la strada verso la Kirindy Forest, dove dormiremo stanotte, inframmezzandola con due brevi soste, la prima al Baobab des Amoureux, quanto mai appropriata dato che domani sarà il nostro quinto anniversario (e ancora non ci crediamo, che sia già passato così tanto tempo 😃).
Ma prima, un aiutino a colleghi turisti in panne! 😜
Abbracciati stretti finché avranno vita. Come noi, ma più romantici 😎
Seconda rapida sosta al Baobab Sacré, a cui ci si può avvicinare solo scalzi, ancora oggi meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera per chiedere la grazia della fertilità. Non fatico a capirlo, c'è qualcosa di possente e di magico nell'aria, la Natura qui ha compiuto un lavoro spettacolare.
Al grido di "vazaha, vazaha" accorre una torma di bambinetti ... di souvenir ne abbiamo già presi un sacco prima, ma all'alimentari di stamattina avevo fatto scorta di biscotti per questa occasione, e le manine protese e i sorrisoni che ricevo in cambio mi dicono che ho fatto bene a investire 😉
Il lodge spartano e bellissimo che ci ospiterà stanotte è nel cuore della foresta, frequentata dagli inafferrabili (tsè) fossa - in malgascio si pronuncia FUSA - e da un sacco di lemuri di tutte le specie, diurne e notturne, e noi siamo qui per catturarli 😄
Come vedete non ci manca nulla, tranne la corrente nelle ore centrali della giornata e la notte. Abbiamo anche un certo numero di coinquilini, un paio di gechi e un minuscolo ragnetto che terrorizza il Malvagio Marito senza pietà.
Ci sono concesse un paio d'ore di relax, che usiamo per chiacchierare, leggere, fare merenda con pane e formaggio avanzati, pigrottare un po' in veranda, leggere gli avvisi terroristici con cui siamo invitati a chiudere tutto la sera se non vogliamo fare TROPPA amicizia con qualche fossa intraprendente.
Poco prima del tramonto ci avviamo alla receprion, dove troviamo un gruppetto di turisti e di guide: ciascuno ha la sua, e verremo accompagnati dai rispettivi autisti ancora più all'interno della foresta per una passeggiata alla ricerca dei lemuri notturni.
Mentre aspettiamo che si faccia l'ora di partire e cerchiamo di fotografare un indisponentissimo uccelli del paradiso quando mormorii e movimenti ci fanno partire spediti in direzione della strada di accesso al lodge. Eccoli, eccoli! Gli inafferrabili fossa sono qui 😉
Somigliano vagamente a felini di taglia media, ma sono mustelidi, e si vede benissimo dal musetto che non sono parenti dei gatti di casa.
La mandria di turisti che segue i loro spostamenti con continui oooohhh di meraviglia non sembra indisporli particolarmente, credo ci siano ampiamente abituati, è il biglietto che pagano per servirsi alla mensa dei dipendenti. Li sto osservando a distanza di sicurezza mentre sono appunto intenti al saccheggio nella struttura dove i ragazzi del resort consumano i pasti quando uno dei due decide che è ora di fare una passeggiata, esce dal capanno puntando nella mia direzione e poi ... punta decisamente me! Mi punta, mi punta, mi punta ... resto perplessa e paralizzata, che vuole da me sto gatto culone? Assaggiarmi vuole. Mi si avvicina, emette una specie di soffio-grugnito-ringhio e ... mi addenta lo scarponcino, lo screanzato!
Presa alla sprovvista, agito il piede e il ditino, e gli ringhio a mia volta "NO! MOLLA! GIU'" esattamente come faccio con Ciopino. Preso più alla sprovvista di me, il gatto culone ci resta malissimo, mi manda signorilmente a quel paese e si allontana indignato.
Maritone si preoccupa subito ... sì, si preoccupa di immortalare il fattaccio! del resto, è mica Malvagio per niente, no?
Adesso ci scherzo e sul momento non mi sono quasi resa conto di cosa stesse accadendo, ma poteva sicuramente finire in modo più antipatico ... eppure ho seguito tutte le raccomandazioni, sono stata a distanza, non mi sono mossa quando si è avvicinato, non ho cercato di attirare la sua attenzione nè l'ho provocato ...
Il suo compagno continua serafico a mangiare, per fortuna non è interessato ad assaggiare me. Decisamente più simpatico!
Non particolarmente scossa dall'avventura, parto con Petit, Malvagio e Ferdinand, la nostra guida, alla volta della foresta ... magica, magica davvero.
Abbiamo fortuna e avvistiamo tutte e tre le specie notturne che vivono qui, riusciamo persino a fare qualche foto non particolarmente riuscita, e in capo a un paio d'ore torniamo alla base sazi e soddisfatti per la bellissima serata.
BUH!
Ci diamo appuntamento per le 7, domattina Ferdinand ci accompagnerà alla scoperta della vita diurna. La cena, a lume tenuissimo di lampadine a basso voltaggio, è buona più di quanto mi aspettassi in un posto così lontano da tutto e così poco tecnologico. Pomodori, verdure, straccetti di zebù, bistecca di manzo con patate, ananas caldo e freddo, frutta mista, come sempre accompagnati dalla fida THB.
Tornando alla nostra casetta incontriamo un malvagio che fa paura a Malvagio, poi ci chiudiamo coscienziosamente dentro l'alloggio e sprofondiamo nel buio più buio in cui mi sia mai capitata di trovarmi non appena viene staccata come ogni sera la corrente. Alle nove e poco più siamo a nanna, inizia una notte buia e rumorosa (almeno per Paolo 😆) e ... domani anniversario, tanti auguri a noi!
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