14 gennaio 2019 - Kyoto

14 gennaio 2019 - Kyoto

Oggi in Giappone è il Seijin no Hi, il Giorno della Maggiore Età e si festeggiano tutti i ragazzi che compiono 20 anni tra il 2 aprile e il 1° aprile dell'anno successivo. Per loro è una festa molto sentita, incontriamo tante scolaresche, ma anche tante ragazze in kimono... oddio, i ragazzi sono vestiti principalmente all'occidentale, di solito con un bel completo, ma ce ne sono alcuni con l'abito tradizionale.

La mattina inizia con il cielo grigio e coperto, rispettiamo il programma originale e puntiamo subito il tempio Sanjunsagen-do passeggiando per le strade ancora un po' addormentate di Kyoto.

Il tempio da fuori è abbastanza anonimo, il cielo grigio ci mette del suo tanto che non abbiamo salvato nemmeno una foto, ma all'interno (dove invece è vietato scattare foto!) restiamo affascinati dai 1000 Kannon e dalle divinità protettrici del Buddismo.



La foto non è mia!
Siamo tra i primi ad entrare, come al solito ci dobbiamo togliere le scarpe e camminare con quei terribili strumenti di tortura delle ciabattine giappe, ma la pace di questo tempio ci conquista immediatamente.


Nel frattempo è anche uscito il sole e finito il giro, partiamo verso Kyomizudera, prendendo un puntualissimo bus che ci porta alla base della collina.

Qui, un po' per evitare la gran folla, un po' perchè ci piace fare strade diverse, saliamo verso il tempio attraversando un cimitero appoggiato alle pendici del colle... Sono così tanto diversi dai nostri da non sembrare nemmeno cimiteri, non ci sono foto, ci sono solo gli ideogrammi sulle tombe, tutte grigie e uguali, pochi fiori colorati e tante tavolette di legno con dei messaggi.

Arriviamo al tempio che la giornata si è ritirata su per bene e ci godiamo i colori accesi... 
Come dicevo, incontriamo anche delle scolaresche e per qualche minuto ho immaginato @arizona 71 tuffarsi a pesce tra tanto ben di dio! 😂😂😂




Mentre ci guardavamo intorno, sento un po' di trambusto... mi giro e comincio a scattare alle ragazze che lanciano la loro giacca in aria!
 

E cominciamo a vedere tanti, ma tanti kimono!
C'è chi se ne cura poco e preferisce un gelato al cioccolato...
 

E chi è impegnata a farsi un book fotografico per l'occasione!
 




C'è chi fa la Figa (vedi http://www.usaontheroad.it/index.php?/topic/24798-completo-biscotti-a-bordo-rim-pandagiro-2016/&do=findComment&comment=665742)...
 


E chi è bellissima di suo, tanto è imbattibile col suo sorrisino furbetto!
 


Vi risparmio le foto di quelle con i baffi, che abbiamo scoperto essere abbastanza diffusi in Giappia, e dei comodini, diciamo che sono arrivato abbastanza saturo di kimono!

Dal tempio scendiamo verso Sanneizaka e Nineizaka, 2 dei quartieri tradizionali di Kyoto... la via è carina, piena di negozietti, ma la cosa che ci colpisce di più è questa coppia di geishe, categoria che credevamo estinta, che passeggia tranquilla tra la gente.



Si riconoscono subito, se non per la ricchezza dei loro kimono, per il trucco bianco su viso e schiena, tranne quella zona intorno al collo... non chiedetemi perché!

Qui incontriamo una dei maghi del marketing... con delle ciotoline di riso da assaggio invita la clientela a provare i loro prodotti... Barbara ne fa cadere uno e per scusarsi, svaligia il negozio di condimenti piccanti! E naturalmente, assaggiamo tutto, dai crackers alle patatine, dal piccante all'infernale!

Tra un saliscendi e l'altro... beh, ci è venuta fame... l'avreste mai pensato? Qui in zona però i ristoranti o sono molto turistici o molto cari (e spesso tutt'e 2 le cose insieme), per cui ci allontaniamo un po'!

Ah, il "SOLLY" ci fa ridere ancora!
 

Puntiamo un ristorantino che accoppia la tempura all'udon, con delle spezie da aggiungere (e che compreremo alla cassa), sfodero il solito biglietto "NO ZUCCA" che strappa la solita risata e alla fine siamo molto soddisfatti dall pranzo!


Sulla strada verso la fermata del prossimo bus, incontriamo lui...
 

Il cane più feroce del mondo, un incrocio tra Cujo e Cerbero...
Si, perchè altrimenti non si spiega il terrore che i giappi hanno per gli animali... una tizia per sfuggire alla ferocia della bestia, quasi travolge Barbara, scappando e saltellando...

Noi ci avviciniamo, mettiamo 100 yen nella cassettina e niente, siamo qui a raccontarlo... Il suo padrone era lì accanto, con l'abito tradizionale e suonava col flauto una di quelle melodie dissonanti che solo i giapponesi apprezzano, ma era simpatico, ad ogni spiccio regalava una cartolina con una loro foto e spesso dispensava anche un sorriso!




Ecco, quella di sinistra può essere la definizione di "comodino"!
 


 

Rimaniamo molto offesi da questi personaggi, che pullulano in zona... chiedevano a tutti, ma quando sono passato io, si è finto morto in perfetto stile opossum... Sappi, caro giappo, sono profondamente offeso e potrei organizzare una ritorsione se ti vedo dalle mie parti... se poi penso che sono tutti uguali e potrei confondermi, beh, punirne uno per educarne 100!
 



Ah, già!
C'era rimasto un po' di spazio per un dolcetto!!! 
E come potete vedere dalla faccia estatica di Barbara, non è un mochi, non è un dorayaki, non c'è quella fantastica marmellata di azuki per cui io (ma solo io) ho sviluppato una dipendenza...

Ma un fantastico bignè, ripieno di una crema pasticcera spettacolare!


Kyoto non è grande come Tokyo, non è una città piccola, ma la mancanza di metropolitane rende gli spostamenti lunghi. Da Kyomizudera al Ginkaku-ji ci sono circa 40 minuti di bus...

Il tragitto è noioso, ma la zona del Padiglione d'Argento è molto carina, più il giardino che il padiglione vero e proprio...
 




Anche perchè, è più bianco che argento!
 





La passeggiata è molto tranquilla e rilassante, c'è parecchia gente, ma non c'è la folla che abbiamo trovato nei templi, ci godiamo il sole e la luce invernale.
 

Ormai si sono fatte le 4 e decidiamo di provare a fare un passaggio al palazzo imperiale, almeno per vederlo da fuori...

Ma qui restiamo delusi... Si, perchè mentre gli imperatori dalle nostre parti esibivano la bellezza dei loro palazzi, qui è diverso, il palazzo è nascosto da un alto muro e non è visibile da fuori. Volendo, si può prenotare una visita guidata, direttamente sul posto, ma solo per il giorno successivo.

Diciamo che tutta la zona dei giardini imperiali è una delusione... uno si aspetta di vedere una specie di Versailles e invece si ritrova a camminare tra vialoni alberati in mezzo ad alti muri.
 


Anche oggi i nostri 10 km a piedi li abbiamo fatti e allora, facciamo 2 conti... 230 yen a biglietto, dobbiamo cambiare 2 bus (e il biglietto si ripaga, non c'è quello orario), via col taxi!

Anche questo ha un'improbabile e immacolato centrino come copertura dei sedili e le tendine di pizzo al lunotto posteriore, sta ascoltando la telecronaca di un incontro di sumo alla radio, manco fosse il derby e con una dozzina di euro arriviamo comodi e riposati in hotel.

Domani è l'ultimo giorno pieno qui a Kyoto e come da tradizione pigrotta, decidiamo di spedire le nostre valigie... 
Come sempre, prepariamo le nostre sacchette da 2 giorni e ci apprestiamo ad affrontare il receptionist di turno...

Ma no, queste sono sveglie! Capiscono subito, parlano un ottimo inglese e addirittura chiamano l'hotel di Tokyo per farsi confermare l'indirizzo, in 5 minuti abbiamo fatto e siamo pronti per la cena!

Questa sera vogliamo provare l'izakaya, il classico pub giapponese e abbiamo puntato il Kurakura, a pochi passi dall'hotel. 
Ah, attenzione! Non tutti i ristoranti sono sulla strada, ce ne sono alcuni che sono all'interno della palazzina, per cui di fuori non si vede nulla, se non una piccola insegna. In questi casi Google aiuta molto, perchè basta confrontare il nome con gli ideogrammi per avere la certezza che non ti stai infilando a casa del samurai!

Ci accoglie il cuoco sorridente, felice di avere ospiti stranieri e si esibisce con tutto il suo inglese, ci descrive i piatti che scegliamo e via!



Ottimo cibo, ottima birra, quando usciamo ci saluta e si esibisce in un profondissimo inchino!

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