12/08/15 – Disneyland - La versione di Barbara

Mercoledì 12 agosto 2015 – DISNEYLAND

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FRASE DEL GIORNO (Grazie, zio Walt): Here you leave today and enter ther world of yesterday, tomorrow and fantasy

Oggi è la giornata della Fantasia, e la dedichiamo a tornare ancora più bambini mettendoci tutto l’impegno di cui siamo capaci … e non è poco, vi assicuro



Da tempo abbiamo deciso per un solo giorno invece dei due messi in conto all’inizio – complice anche il fatto che ne abbiamo passati tre a Parigi pochi mesi fa – facendo il Park Hopper, che costa una vergogna, ma diluito nella spesa totale non la stravolge in modo percettibile … e poi questo è il NOSTRO viaggio, e resterà unico, per quanti ne possiamo fare in futuro.

Negarci una gioia, a che scopo?

Il Motel 6 è a meno di un miglio dalle porte della felicità, ma noi siamo piiiigri e investiamo altri cinque dollari in biglietti per l’autobus navetta … come sempre, l’attimo sospeso prima di entrare ci avvolge in una nuvola di sorrisi, infanzia, felicità allo zucchero filato. Ci siamo ritrovati due volte commossi, la prima guardando due ragazzini, freschi sposi con tanto di orecchie nuziali di Topolino e Minnie (invidiaaaa ), scattare una foto alle rispettive fedi abbracciate su una delle mattonelle con il nome di chi le ha donate nel piazzale di ingresso, e con in faccia una felicità così giovane e assoluta che è impossibile non augurargliene ancora di più … e la seconda, come sempre, davanti alla Targa. Leggo negli occhi di Paolo che sta ripensando all’ultima volta che è stato qui. Un altro panda, un’altra vita …



Entriamo, mi aspetto una folla impossibile e una giornata da passare interamente nel paio di code che riusciremo a fare, e scopro con grande piacere che mi sbaglio: c’è tantissima gente, si, però una volta preso il fast pass per Star Wars – @@Arizona 71, neanche paragonabile quello di Parigi, questo si che è una figata! – ci mettiamo in coda per la Space Mountain che in Europa non siamo riusciti a fare perché chiusa per lavori, e in una quarantina di minuti ce la caviamo. Mentre siamo in coda, l’amica di Paolo al cui matrimonio siamo invitati a fine settembre gli manda un messaggio per chiedergli se è disponibile per il servizio fotografico, e io vengo immediatamente incastrata come valletta. E mi toccherà anche mettere i tacchi





La corsa nel buio tra le stelle ci lascia entusiasti ed emozionati, e mentre ci dirigiamo a Toontown, che sogno da trent'anni almeno ed è il vero motivo per cui ho voluto a tutti i costi il Park Hopper, ci guardiamo in faccia e quel che vediamo sono un Paolo ed una Barbara di dieci anni, felici ed immemori. Che splendido regalo ci siamo fatti!













(Paperino, il grande amore della mia vita )





 

(prossimamente cambio macchina, proviamone un po' ... quale mi dona di più? )






Dopo Toontown, uscendo dal parco, ci fermiamo sulla Main Street in … gioielleria. Ebbene si, qualche volta ci entro persino io … cercavamo una cosa speciale che non abbiamo trovato, ma ne esco in gloria lo stesso, con un altro non richiesto bellissimo Topiffany all’anulare sinistro e un il più irritante e felice dei miei sorrisi irritanti e felici.




Lasciamo Disneyland per il California Adventure, e da subito questo parco mi conquista: meno affollato, con un sacco di attrazioni per me nuove, ce lo viviamo intensamente approfittando delle code non esagerate e della giornata veramente splendida, del sole magnifico e della temperatura perfetta.











Alla scuola per giovani jedi, dove Dart Vader, Darth Maul e alcune guardie imperiali addestrano i giovani aspiranti al combattimento con le spade laser, una terribile delusione attende il nostro ... età massima, dodici anni. E lui ne ha già tredici!


Riusciamo anche, dopo soli tre anni dal primo tentativo di Paolo, a conquistare la ride di Cars: nonostante un guasto che blocca la fila per un po’ e sembra volercela impedire, noi testoni non ci smuoviamo ed alla fine veniamo premiati da una delle corse più divertenti che mi sia mai goduta.



La giornata scorre pigra e velocissima, tra un corn dog, un gelato, una coda e una montagna russa … si avvicina l’ora della cena, che abbiamo prenotato da Ariel’s Grotto, con zero fiducia per la qualità ma con il bieco fine di conquistare il pass per le prime file dello spettacolo di stasera: World of Colors me lo voglio proprio godere, al grido di “Crepi l’avarizia” (curiosamente, l’eco risponde: oh vecia, la tua l’è morta prima che te vegnessi al mondo ti! )

Al ricevimento, la gentilissima hostess ci chiede se festeggiamo qualcosa, e Paolo prontamente decide che gli anniversari sono fatti per essere anticipati: tra pochi giorni sarà un anno insieme, e cosa sono mai pochi giorni? Così uno dei nostri sei futuri frigoriferi si adornerà delle nostre bellissime pin: First visit e I’m celebrating

Anche qui, due belle sorprese: il pass è quello vippissimo, per la prima fila, e la cena di anniversario è ottima. Già che ci siamo assaggiamo anche un paio di vini californiani, che Paolo apprezza più di me, veneta schizzinosa e sborona , ma che comunque vanno giù bene ad accompagnare la lobster buonissima e la crab chowder assolutamente divina che ci servono come antipasto.

Di World of Colors, che ci assaporiamo appoggiati al parapetto in prima fila, lanciando qualche occhiata con gioia malvagia e compassionevole la plebe che si accalca dietro di noi



è già stato detto tutto e di più … non ho parole da aggiungere, solo tanta, tanta emozione. Ce ne veniamo via zuppi e felici, in un silenzio complice e pieno di gioia, di musica e di colori.



(beccatoooo! )











Le foto dello spettacolo le ha solo Paolo, e non vi deluderanno ...
Riusciamo anche a vedere da lontano parte dei fuochi artificiali che esplodono in allegre girandole sopra l’altro parco, dove torniamo per qualche minuto a vedere il piccolo castello avvolto dalle luci della sera, e dove Paolo trova modo di farsi attaccare bottone da un altro fotografo, che gli presta persino il cavalletto … già, le foto. Ho portato la reflex più per paura di lasciarla sola in stanza che per convinzione, e in alcuni momenti ho tremato per lei, non sono sicura che le montagne russe le piacciano sul serio. Del resto da una che fino a marzo non ne aveva mai preso in mano una e dopo cinque minuti già la chiamava “la bambina” un po’ di paranoie sono il minimo, giusto?



(a mano libera è il massimo che riesco a fare ...)
Dopo quasi quattordici ore nella magia ce ne torniamo a svenire al Motel 6, con la confermata certezza che si, la felicità esiste, e in questo momento è il terzo passeggero della Escape


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