04/08/2015 - Death Valley - Las Vegas - La versione di Barbara
MARTEDI' 4 AGOSTO 2015 - DEATH VALLEY/LAS VEGAS
CitaFrase del giorno: LO SCOPINO E’ UNA CONQUISTA DI CIVILTÁ
Usciamo, è buissimo! Arriviamo al parcheggio di Zabriskie circa dieci minuti prima dell’ora prevista per l’alba – le 5.27 – e … siamo soli. Esulto, ma troppo in fretta: tempo cinque minuti e quel meraviglioso angolo di mondo tutto nostro si trasforma in un capodanno a Times Square 😝

Vabbé, il cavalletto l’ho piazzato ed ho marcato il territorio, adesso posso staccare la D90 e andare in giro a fare foto a mano libera 😂😂😂
Paolo aveva previsto che per le sei ci saremmo rimessi in macchina … ma come si fa? Questo è uno degli spettacoli più belli, di quelli che ti lasciano un solco nel cuore per la vita. Restiamo, partiremo più tardi per Las-Vegas, anche se dobbiamo essere là tassativamente prima delle 16 per ritirare i biglietti per Zarkana, ridurremo le pause pipì (argh)











Con il cuore e gli occhi che traboccano di meraviglia, alle sette siamo a Furnace Creek per una colazione frugale e veloce, poi ripartiamo di corsa per completare il giro della Valley, ci laveremo dopo. Ehm.
Badwater, che a detta di Paolo – e non solo, ho scoperto sul forum – è diventata una tristissima informe distesa color sciacquatura di piatti che mantiene solo il vago ricordo del bianco abbacinante di un tempo, mi affascina ugualmente: il nulla, ma bello, surreale, muto ed attonito.






Ci spostiamo al Devil’s Golf Course, dove lascio l’ennesimo pezzo di cuore: non chiedetemi perché, di questa distesa disordinata, monocorde, esausta io mi sono innamorata.


Ogni cinque minuti Paolo mi chiede se sto per svenire







Torniamo in stanza verso le dieci, facciamo una doccia i cui benefici effetti svaniranno appena usciti dalla porta della cabin, riempiamo il bottiglione – Paolo, sei un genio



(ammé non mi piace mica tanto, il polarizzatore

(era troppo bella per non scattarla, questa
Lasciamo la Valley verso le undici, magari un pochino in ritardo, ma la strada alla fine non è così tanta e nemmeno così interessante, ci limitiamo a una sosta carburante e decidiamo di mangiare un boccone a Pahrump: visto che le proposte del benzinaio non ci emozionano, cercheremo un Wendy’s o un Carl’s Jr … quando però arriviamo al solito centro commerciale che si ripete identico in modo deprimente a intervalli regolari, vedo un’insegna che non può non attirarmi:
"amore guarda, c’è una lavanderia che si chiama come te!" (che siccome che sono cecata ... ) "tesoro, guarda che Panda Express è una catena dove si mangia cinese". Guardarci, scoppiare a ridere e parcheggiare davanti è questione di un attimo … e alla fine mi è pure piaciuto, anche se ero un pochino scettica sulla qualità. Soprattutto, ho trovato rassicurazione sui miei più pressanti timori: e se mai dovessi consumare Paolo? ooooh, che bello, problema risolto: basta ordinarne un altro!
Usciamo e mi metto io alla guida: il posto di fronte al nostro è vuoto, mi giro verso Paolo e chiedo ridendo: pare tanto brutto se esco di qua contromano, invece che fare retromarcia? no amore, vai tranquilla! sulla A di tranquillA il posto viene seraficamente occupato da un pick-up che se lavorasse a Verona farebbe l’autobus o il tir, e Paolo, meditabondo: ripensandoci, in effetti pare un po’ brutto.
La ridarella da pickuppino ci accompagna fin quasi a Las Vegas, per la quale sono partita da casa con solo una blanda curiosità … quando mi appare da lontano mi dico che tutto sommato è uno spettacolo e che ero troppo prevenuta, quando in periferia attraversiamo le prime strade dedicate a Dean Martin, Frank Sinatra e compagnia mi scappa un sorriso … quando ci avviciniamo alla Strip inizio ad avvertire un certo fastidio. Arrivati al Paris – e mancata bellamente la corsia di ingresso al parcheggio
– il fastidio è già vicino all’antipatia. Fatto il giro dell’oca e imboccata la via giusta, mollo Paolo a lasciare la mancia al valet per amore delle nostre valigie e corro al check in, sono le tre passate e non abbiamo tanto tempo per andare a ritirare i biglietti.
Arrivo in affanno, c’è poca coda, e veloce per fortuna … Paolo mi raggiunge mentre ho appena iniziato a sfoggiare il mio inglish di Ossford con il concierge: non sapremo mai se mi capisce, perché il mio amato bene, con una faccia tosta che non smetto di ammirare e la solita bastardissima espressione da Panda con gli stivali che gli ottiene da me tutto ciò che vuole, esordisce con un pimpantissimo: Could you give us a nice room, please? we are on honeymoon! Se anche l’omino avverte il mio Eeeh? prontamente tacitato da un pandacalcetto sullo stinco sinistro, non fa mostra di essersi accorto di nulla, e con un aplomb da maggiordomo inglese ci consegna le chiavi di quella che scopriremo essere una “stanzetta” più grande della casa dove voglio vivere con Paolo, con una vetrata sulla Tour e una sulle fontane del Bellagio.
Usciamo e mi metto io alla guida: il posto di fronte al nostro è vuoto, mi giro verso Paolo e chiedo ridendo: pare tanto brutto se esco di qua contromano, invece che fare retromarcia? no amore, vai tranquilla! sulla A di tranquillA il posto viene seraficamente occupato da un pick-up che se lavorasse a Verona farebbe l’autobus o il tir, e Paolo, meditabondo: ripensandoci, in effetti pare un po’ brutto.
La ridarella da pickuppino ci accompagna fin quasi a Las Vegas, per la quale sono partita da casa con solo una blanda curiosità … quando mi appare da lontano mi dico che tutto sommato è uno spettacolo e che ero troppo prevenuta, quando in periferia attraversiamo le prime strade dedicate a Dean Martin, Frank Sinatra e compagnia mi scappa un sorriso … quando ci avviciniamo alla Strip inizio ad avvertire un certo fastidio. Arrivati al Paris – e mancata bellamente la corsia di ingresso al parcheggio
Arrivo in affanno, c’è poca coda, e veloce per fortuna … Paolo mi raggiunge mentre ho appena iniziato a sfoggiare il mio inglish di Ossford con il concierge: non sapremo mai se mi capisce, perché il mio amato bene, con una faccia tosta che non smetto di ammirare e la solita bastardissima espressione da Panda con gli stivali che gli ottiene da me tutto ciò che vuole, esordisce con un pimpantissimo: Could you give us a nice room, please? we are on honeymoon! Se anche l’omino avverte il mio Eeeh? prontamente tacitato da un pandacalcetto sullo stinco sinistro, non fa mostra di essersi accorto di nulla, e con un aplomb da maggiordomo inglese ci consegna le chiavi di quella che scopriremo essere una “stanzetta” più grande della casa dove voglio vivere con Paolo, con una vetrata sulla Tour e una sulle fontane del Bellagio.
Ok, va benissimo la honeymoon
Neanche il tempo di sospirare guardando il lettone – alle 4.46 eravamo in piedi da mo’, ricordate? – che dobbiamo galoppare verso l’Aria per ritirare la tessera MyVegas e poi i biglietti, pagati la modica cifra di 143 dollari grazie al 2x1. Mi pare di camminare per chilometri, e mi pare che i banchi dedicati siano accuratamente nascosti in questo labirinto incasinato … ma alla fine, al pelo, usciamo vittoriosi stringendo i nostri ticket. Qualche foto alla fontana dispettosa, e poi … ho caldo e muoio di sete, torniamo in stanza a riposare un po’. Ecco, la prima cosa che mi viene in mente se penso a Las Vegas è la sete devastante che mi ha accompagnata per tutta la durata del soggiorno, la sete ed il caldo.
Amore, vado in bagno e mi sistemo un po’ che sono sfatta. E passa il tempo. E non esce. E passa altro tempo. E non esce. Madò, che restauri laboriosi, pensa il panda. Passa altro tempo, e alla fine esce, con una faccia da Grumpy Mou che te la raccomando.
Il panda, sempre premuroso, mi guarda con gli occhioni a punto interrogativo, mi trattengo un po’ e poi sbotto: la prossima volta che veniamo negli Stati Uniti mi prepari uno stock di adesivi diversi da quelli di quest’anno. Ci scrivi a caratteri cubitali LO SCOPINO E’ UNA CONQUISTA DI CIVILTA’, e ci tappezziamo tutti i bagni d’America!
Vi farò sapere cosa ne pensa il panda appena smetterà di ridere
Insomma, fanno tanto gli sboroni che loro sono andati sulla luna, che ci hanno Lady Liberty e la root beer e il Golden Gate e i lobster rolls, e non c'è uno scopino che sia uno su tutto il territorio nazionale. Ma dico io!!!
Un po’ di relax, due coccole e poi riaffrontiamo la camminata verso l’Aria, sono un po’ meno distrutta e riesco a guardarmi intorno con calma, anche se quello che vedo continua a non coinvolgermi particolarmente. Da sorda, il mondo è per me un posto molto rumoroso, ma ci convivo da trent’anni e non credo sia il casino, per quanto notevolmente sopra la media, a non farmi piacere questo posto … semplicemente, non è la città per me e non mi ha lasciato niente.
Niente a parte lo spettacolo meraviglioso e travolgente del Cirque du Soleil, per cui valeva la pena fare tappa qui … un’ora e mezza senza fiato, in attonita e silenziosa ammirazione, incredula all’idea dei limiti che un corpo umano può arrivare a superare. Bello, bellissimo, un’emozione e un coinvolgimento che ho ritrovato di rado cercando nel mio passato.
Abbiamo scelto lo spettacolo delle 19 con l’idea di dedicarci poi al buffet dell’Aria, anche questo in 2x1 e con un bottomless drink gratuito con MyVegas … è un’idea che hanno avuto anche altri, così quando riusciamo a sederci sono abbondantemente passate le nove. Ci dedichiamo a saccheggiare coscienziosamente la zona pesce, tutto ottimo, e poi pilucchiamo anche il resto … niente di altrettanto memorabile, ma pazienza. Il bottomless sarebbe per una persona, ma la cameriera chiude un occhio e poi anche l’altro, e si guadagna una bella mancia … e cos’ oltre alla birra ci dividiamo il mio primo bloody mary: peccato che non abbia mescolato, lasciando a Paolo solo il succo di pomodoro sul fondo. Ok, son veneta ma giuro che stavolta non l’ho fatto apposta
Ci scambiamo qualche messaggio con @@emyb86, che è qui in luna di miele, approfittando del wifi, e ci diamo un sommario appuntamento alle fontane del Bellagio per "dopo cena", purtroppo non pensiamo a scambiarci i numeri di telefono, e non realizziamo nemmeno che non ci conosciamo, contando sul fatto che il Panda è noto ovunque … contandoci un po’ troppo, visto che ci siamo mancati, penso per pochi centimetri. Dopo lo spettacolo delle fontane, davvero carino, sulle note di Viva Las Vegas, ci guardiamo un po’ intorno, e alla fine ci arrendiamo ... sarà per il prossimo viaggio, per una cena o per un raduno, vero Emy?
Non vedo l’ora di tornare in stanza – coccole & nanna, chi se ne frega della vita notturna – ma Paolo mi propone un giro al Bellagio, dove mi dedico a pasticciare le foto del soffitto con i fiori in vetro di Murano e poco altro: i casinò mi deprimono, un po’ per i brutti ricordi di mio padre che mi evocano e un po’ perché li trovo proprio deprimenti di per sé, quando usciamo mi sento sollevata e tornando verso il Paris mi godo ancora un pochetto le fontane.
E’ pieno di mendicanti per le strade, se gli homeless di San Francisco non ci hanno mai infastiditi qua invece chiedono, qualcuno è veramente simpatico e in linea di massima cerco di non giudicare mai, ma le ragazzette strafatte con il cartello “Need for weed” mi danno un fastidio incredibile. Sei giovane e in salute, per carità fai quello che vuoi della tua vita, non voglio fare del moralismo … ma col cavolo che vado a lavorare per comprare l’erba a te, carina. Vabbé, sono una vecchia bacchettona, me ne farò una ragione
Paolo torna in stanza con una sterminata collezione di figurine
che ha vinto nonostante camminiamo avvinghiati e pomiciosi e quindi potenzialmente poco adatti come clienti … prima di dormire giochiamo a ce l’ho mi manca e cerchiamo le doppie, ridendocela come matti … e ben prima di mezzanotte crollo nel mondo dei sogni, con la promessa di una giornata di pigrotting estremo domani.

Neanche il tempo di sospirare guardando il lettone – alle 4.46 eravamo in piedi da mo’, ricordate? – che dobbiamo galoppare verso l’Aria per ritirare la tessera MyVegas e poi i biglietti, pagati la modica cifra di 143 dollari grazie al 2x1. Mi pare di camminare per chilometri, e mi pare che i banchi dedicati siano accuratamente nascosti in questo labirinto incasinato … ma alla fine, al pelo, usciamo vittoriosi stringendo i nostri ticket. Qualche foto alla fontana dispettosa, e poi … ho caldo e muoio di sete, torniamo in stanza a riposare un po’. Ecco, la prima cosa che mi viene in mente se penso a Las Vegas è la sete devastante che mi ha accompagnata per tutta la durata del soggiorno, la sete ed il caldo.





Amore, vado in bagno e mi sistemo un po’ che sono sfatta. E passa il tempo. E non esce. E passa altro tempo. E non esce. Madò, che restauri laboriosi, pensa il panda. Passa altro tempo, e alla fine esce, con una faccia da Grumpy Mou che te la raccomando.
Il panda, sempre premuroso, mi guarda con gli occhioni a punto interrogativo, mi trattengo un po’ e poi sbotto: la prossima volta che veniamo negli Stati Uniti mi prepari uno stock di adesivi diversi da quelli di quest’anno. Ci scrivi a caratteri cubitali LO SCOPINO E’ UNA CONQUISTA DI CIVILTA’, e ci tappezziamo tutti i bagni d’America!
Vi farò sapere cosa ne pensa il panda appena smetterà di ridere
Insomma, fanno tanto gli sboroni che loro sono andati sulla luna, che ci hanno Lady Liberty e la root beer e il Golden Gate e i lobster rolls, e non c'è uno scopino che sia uno su tutto il territorio nazionale. Ma dico io!!!
Un po’ di relax, due coccole e poi riaffrontiamo la camminata verso l’Aria, sono un po’ meno distrutta e riesco a guardarmi intorno con calma, anche se quello che vedo continua a non coinvolgermi particolarmente. Da sorda, il mondo è per me un posto molto rumoroso, ma ci convivo da trent’anni e non credo sia il casino, per quanto notevolmente sopra la media, a non farmi piacere questo posto … semplicemente, non è la città per me e non mi ha lasciato niente.
Niente a parte lo spettacolo meraviglioso e travolgente del Cirque du Soleil, per cui valeva la pena fare tappa qui … un’ora e mezza senza fiato, in attonita e silenziosa ammirazione, incredula all’idea dei limiti che un corpo umano può arrivare a superare. Bello, bellissimo, un’emozione e un coinvolgimento che ho ritrovato di rado cercando nel mio passato.

Abbiamo scelto lo spettacolo delle 19 con l’idea di dedicarci poi al buffet dell’Aria, anche questo in 2x1 e con un bottomless drink gratuito con MyVegas … è un’idea che hanno avuto anche altri, così quando riusciamo a sederci sono abbondantemente passate le nove. Ci dedichiamo a saccheggiare coscienziosamente la zona pesce, tutto ottimo, e poi pilucchiamo anche il resto … niente di altrettanto memorabile, ma pazienza. Il bottomless sarebbe per una persona, ma la cameriera chiude un occhio e poi anche l’altro, e si guadagna una bella mancia … e cos’ oltre alla birra ci dividiamo il mio primo bloody mary: peccato che non abbia mescolato, lasciando a Paolo solo il succo di pomodoro sul fondo. Ok, son veneta ma giuro che stavolta non l’ho fatto apposta
Ci scambiamo qualche messaggio con @@emyb86, che è qui in luna di miele, approfittando del wifi, e ci diamo un sommario appuntamento alle fontane del Bellagio per "dopo cena", purtroppo non pensiamo a scambiarci i numeri di telefono, e non realizziamo nemmeno che non ci conosciamo, contando sul fatto che il Panda è noto ovunque … contandoci un po’ troppo, visto che ci siamo mancati, penso per pochi centimetri. Dopo lo spettacolo delle fontane, davvero carino, sulle note di Viva Las Vegas, ci guardiamo un po’ intorno, e alla fine ci arrendiamo ... sarà per il prossimo viaggio, per una cena o per un raduno, vero Emy?

Non vedo l’ora di tornare in stanza – coccole & nanna, chi se ne frega della vita notturna – ma Paolo mi propone un giro al Bellagio, dove mi dedico a pasticciare le foto del soffitto con i fiori in vetro di Murano e poco altro: i casinò mi deprimono, un po’ per i brutti ricordi di mio padre che mi evocano e un po’ perché li trovo proprio deprimenti di per sé, quando usciamo mi sento sollevata e tornando verso il Paris mi godo ancora un pochetto le fontane.


E’ pieno di mendicanti per le strade, se gli homeless di San Francisco non ci hanno mai infastiditi qua invece chiedono, qualcuno è veramente simpatico e in linea di massima cerco di non giudicare mai, ma le ragazzette strafatte con il cartello “Need for weed” mi danno un fastidio incredibile. Sei giovane e in salute, per carità fai quello che vuoi della tua vita, non voglio fare del moralismo … ma col cavolo che vado a lavorare per comprare l’erba a te, carina. Vabbé, sono una vecchia bacchettona, me ne farò una ragione
Paolo torna in stanza con una sterminata collezione di figurine

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