01/08/2015 - Sequoia - Yosemite - La versione di Barbara

SABATO 1 AGOSTO 2015 – HUME LAKE/KINGS CANYON/YOSEMITE
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Frase del giorno: UN PO’ DI PUZZA NON HA MAI UCCISO NESSUNO


Quello di oggi è stato, alla pari con quello alla Monument, il più bel risveglio della vacanza … non sono ancora le sette e ci siamo già lavati – più o meno – vestiti, e siamo partiti in direzione del lago, distante cinque minuti a piedi, che ieri non siamo riusciti a vedere. C’è una pace incredibile in campeggio, il sole splende già nell’aria cristallina, le sommità fruscianti degli alberi tutto intorno ne sono inondate e non c’è quasi nessuno in giro. Sbuchiamo sulla riva da una macchia di sempreverdi e ce ne restiamo incantati in silenzio.









(sotto le mie scarpe, il tappetino che probabilmente adesso orna l'ingresso della caverna di Mr Bear, visto che lo abbiamo messo "un attimo" su un ramo ad asciugare ).

La nebbiolina che si solleva sulla superficie calma del lago, le papere che scivolano eleganti, il sole che trae barbagli scintillanti dalla più piccola increspatura … voglio restare qui. Un intenso benessere ci avvolge e ci fa perdere il senso del tempo, restiamo una buona mezz’ora, a scattare foto prima ed a riempirci semplicemente gli occhi poi.









Sulla riva opposta si intravvede l’edificio principale del campeggio della YMCA, che ha allietato la nottata di Paolo con infinite nenie e canti religiosi arrivati sulle ali del vento (che bello essere sorda ), e che tra poco raggiungeremo per comprare al minimarket una frugale colazione a base di caffè e muffin confezionati – buoni, finché non abbiamo letto gli ingredienti, a causa dei quali sospetto mi cresceranno prima o poi dei gran baffi verde evidenziatore – su indicazione di una ranger come sempre gentilissima che ci avverte che nei dintorni immediati non c’è praticamente altro (ricorderete che di solito IO CI HO FAME, no? bene, anche mò ci ho fame quindi la colazione urge).







Paolo mi propone di mettermi per prima al volante, direzione Kings Canyon. La strada com’è? stai tranquilla, è facilissima. Potrei confermare, visto che è la solita bellissima, benissimo tenuta e meglio ancora asfaltata strada americana … se non fosse per un minuscolo dettaglio: io soffro terribilmente di vertigini, in presenza del vuoto, non necessariamente esagerato o vicinissimo, mi paralizzo.

Per raggiungere valle a Kings Canyon c’è una discesa di circa mille metri, con una discreta pendenza ed una ancor più discreta serie di tornanti. Lo strapiombo – o almeno, a me sembra uno strapiombo – c’è … e io ho preso in mano ieri il bestione per la prima volta. Ho stretto parecchio i denti per quegli eterni quarantacinque minuti, ma sono arrivata giù, e non sapete che soddisfazione sentirmi dire: non credevo che avresti resistito fino alla fine, avrei scommesso che mi avresti chiesto il cambio








Il Kings Canyon è stato la sorpresa più bella di tutto il viaggio: non ha la spettacolarità della Monument, la maestà del Grand Canyon o la bellezza sconvolgente di Bryce, ma nemmeno lo stesso senso di – meraviglioso, beninteso – deja vu. E’ grandioso, bellissimo, isolato e poco frequentato … me ne sono andata con la voglia di tornare un giorno, con più tempo e più calma, per godermi anche qualche piccolo trail e non solo i viewpoint o le soste casuali, in beata solitudine o quasi.














Abbiamo anche fatto amicizia con il nostro primo scoiattolo. Al Visitor Center. Sotto il cartello “non date da mangiare agli scoiattoli”







Inizia qui la vera tragedia della vacanza: la magnetemania. Ieri abbiamo preso una prima calamita da frigo a Sequoia, pensando sarebbe stato carino abbinarne una a tutta natura a quella presa a San Francisco. Il caso ha voluto che quella che abbiamo scelto, con la cornice bianca e il disegno stilizzato di una delle icone del parco, facesse parte di una serie … fatta la scoperta a Kings Canyon, è iniziata la discesa agli inferi che ci ha portato a tornare a casa con un chilo circa di magneti con la cornice bianca e il disegno stilizzato, per i quali stiamo già cercando i sei frigoriferi gemelli da tappezzare. Avremo bisogno di una casa graaaaande, mi sa

Il parco ci è piaciuto talmente tanto che guardato l’orologio e constatato che era ampiamente giunta l’ora di ripartire, visto che avevamo in programma di raggiungere Taft Point prima del tramonto al Glacier, e che da qui a Yosemite ci sono altre 120 miglia buone … siamo rimasti dove eravamo, convenendo che i programmi sono fatti per essere cambiati. Qui ci piace, perdiamoci un’oretta in più e pazienza se poi dovremo rinunciare a qualcosa … c’è una tale pace che davvero non ci viene voglia di scappare via.









(posa Panda )

Conclusa a malincuore la visita, torniamo verso Fresno per poi risalire in direzione di Wawona, nel cui campground abbiamo miracolosamente trovato posto. Eh si, dopo settimane di meticolosa programmazione, di annotazioni in calendario, di avvisi sul cellulare e di appunti sull’apertura delle finestre di prenotazione su recreation.gov … ci siamo fatti intortare come principianti dall’ora legale. Anni e anni di viaggi fai da te orgogliosamente sbandierati in curriculum e poi faccio queste figure da trolpa!

Ok, ce ne siamo dimenticati in due, ma il panda è più innocente, stava in trasferta in non ricordo più quale Culonia quella domenica di metà marzo, e quindi toccava solo a me appostarmi. Cosa che ho fatto convinta di avere un mostruoso anticipo di 55 minuti, che si è rivelato invece un fatale ritardo di 5, visto che l’ora legale in Usa scatta qualche settimana prima che da noi. Siccome avevamo già prepagato a gennaio una tent al Curry Village per la modica cifra di 148 dollarotti, l’abbiamo presa con la solita filosofia e ci abbiamo riso su (me la prendo solo se serve a qualcosa eccetera, come da live). Mai domi, abbiamo passato le settimane successive a controllare ci fosse stata qualche disdetta nei campeggi di Upper, Lower e North Pine, nel cuore della Valley. Niente da fare, però a fine aprile si libera una piazzola a Wawona, al costo di 26 dollari … ci pensiamo un attimo, e decidiamo che per risparmiarne 120 tutto sommato possiamo anche cambiare un pochino i programmi. Beh, dopo aver constatato che i campeggi nella Valley sono due volte peggio di Rimini a Ferragosto, abbiamo deciso che dimenticarci dell’ora legale è stata una gran bella botta di culo.

Wawona è molto più piccolo e tranquillo, e anche se data la siccità pesantissima che da mesi perseguita la zona le docce e i bagni sono stati chiusi per risparmiare acqua il disagio è stato contenuto e compensato dalla bellezza e dalla serenità della zona. E’ rimasto a disposizione dei campeggiatori un lavandino esterno, e sono stati installati dei bagni chimici, non proprio il massimo per chi fosse schizzinoso, ma tutto sommato numerosi e abbastanza puliti, e sempre riforniti di carta igienica … non sarà un dettaglio poetico, ma provate un po’ a far senza … e in ogni caso vi lascio la perla di pandesca saggezza di oggi: doccia chiusa? … vabbé pazienza, UN PO’ DI PUZZA NON HA MAI UCCISO NESSUNO

E io sono partita da Verona con un centinaio di salviette profumate per il culetto dei bebé, per le mani, per disinfettarsi, per struccarsi e per chipiùnehapiùnemetta. Struccarsi? ebbene si: io che da anni viaggio allegramente inguardabile senza fare un plissé non sono stata capace di resistere al “sei così cariiiiina con un po’ di ombretto sugli occhi, proprio non lo faresti per me?” detto con quella tremenda espressione da Panda con gli stivali ... ed ho appesantito il bagaglio con una matita marrone. Sono rimasta inguardabile lo stesso, ma un poco più pandosa

Prima di raggiungere Yosemite e il campground facciamo sosta rifornimento e pappa in una stazione di servizio desolatissima e sgarrupatissima … manca solo il rapinatore con la calza smagliata sul viso! ... Ovviamente duecento metri dopo ce n’è un'altra linda e colorata che sembra la casetta della Barbie, ma tra il lurido enorme panino buonissimo e la goduriosa sensazione di essere capitata in un telefilm di serie B, tutto sommato non farei cambio. Paolo ha preso anche una porzione PICCOLA di patatine (in effetti non doveva essere più di un chilo) ma il panino è talmente enorme che a me farà anche da cena perché mi fermo a metà, e per lui è sufficiente senza contorno … le patatine le mangiamo stasera, si decide con la doggy bag romanticamente piantata tra di noi. Male finiranno: non c’è nulla di peggio delle patatine fritte fredde e gommose, e anche se odio profondamente lo spreco di cibo, per stavolta mi ci rassegno, sono troppo orrende persino per noi due struzzi

Montata la tenda in un amen, visto che c’è luce, e sostituito il tappetino perduto (ok, forse dovrei modificare il titolo in "Keep nothing but memories, leave nothing but tarp" ) con una tovaglia da picnic usa e getta comprata nell’unico Walmart d’America che non ha il reparto outdoor – siamo partiti decisi a comprare il telo sottotenda che ieri avevamo tanto schifato, tapini – decidiamo che è inutile fare le corse per vedere tutto, meglio appostarci a Glacier Point per il tramonto con i nostri cavalletti e tutta la calma del mondo. Partiamo in pompa magna accompagnati da un gran sole, ma man mano che si sale le nuvole grigie prendono il sopravvento, in lontananza vediamo un paio di temporali, le cime sono avvolte da un manto cupo … mi si incupisce anche il panda, mentre io persevero nel mio irritantissimo insopportabile ottimismo: manca un sacco di tempo al tramonto, vedrai che cambia.






E siccome io ho sempre ragione tranne quando ho torto, anche oggi posso felicemente sfoderare il tanto amato TELAVEVODETTOIO : quando arriviamo a Glacier Point, con un solo cavalletto perché io mi faccio prendere dalla pigrizia e decido di scattare a mano libera, una striscia di azzurro bassotta ma intensa campeggia all’orizzonte, proprio dove scenderà il sole … mi si rianima il panda: dai che forse ce la fa a illuminare l’Half Dome.







Ce la fa a tal punto che questo rimane per me il più bel tramonto del 2015 … la cornice drammatica di nuvoloni minacciosi, la pioggia in lontananza e la parete di roccia che si accende all’improvviso di una luce dorata surreale e piena di magia … persino io riesco a fare un paio di foto belle, Paolo è entusiasta e a fine serata ci leggiamo negli occhi la stessa commozione e la stessa felicità. Come sei bello, mondo.















Torniamo al campground con il buio, cena frugale con panini e birretta e poi nanna saporitissima. Adoro le notti in tenda!

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