8 e 9 agosto 2024 (Roma - Mokopane)
8 e 9 agosto 2024 (Roma - Mokopane)
Sicuramente partire con il volo delle 15.05 ti evita una levataccia, ma non vedo altri vantaggi: abbiamo ciondolato in casa fino alle 11, io con la sindrome della Cenerentola Psicopatica, poi abbiamo ciondolato a Fiumicino, poi abbiamo ciondolato sul volo per Zurigo - puntualissimo per la prima volta da giorni, sì, ho anche la sindrome del Controllore di Volo Psicopatico - e infine abbiamo ciondolato per tutte e cinque le ore di scalo a Zurigo
Ma ciondoliamo felici, a parte gli orrendi sensi di colpa nel confronti del baffuto trio di innocenti che lasciamo a casa tra pianti e alti lai, con le nostre magliette sceme che tanto successo avranno a destinazione e la felpa (pure!) che ormai sfiniti dal caldo torrido di quest'ultimo mese romano non vediamo l'ora di indossare, visto che in Botswana è pieno inverno 

Anche il volo per Johannesburg è puntuale, tutto va liscio, dall'immigration (che la povera sordina supera d'un balzo lasciandosi dietro almeno un paio d'ore di coda grazie alla corsia preferenziale
) al ritiro bagagli che arrivano quasi subito e tutti insieme, forse un tantino "molto individuabili" ma sempre felicissimi di rivederci.

La cosa più degna di nota di tutto il viaggio, a parte la cena tristissima e vagamente ospedaliera nella lounge di Zurigo, è il fatto che i passeggeri del volo notturno per Johannesburg invece di cercare di addormentarsi contando le pecore contavano i miei giretti a far pipì 

Abbiamo volato con Swiss per la prima volta, veramente ottima, ma avendo acquistato con LufthANSIA veniamo perseguitati dai messaggini della app a partire da 24 ore prima della partenza, neanche il mio ex un po' stalker mi scriveva così spesso ... ammetto però di aver apprezzato gli aggiornamenti sul destino delle valigie, anche se non ci ho creduto mai fino in fondo 

Alle 10.24 del 9 agosto, a meno di un'ora dal momento in cui abbiamo toccato il suolo sudafricano, eravamo ai piedi della statua di Oliver R. Tambo nella lounge arrivi, addirittura prima dell'omino del noleggio! Ci aspettavamo di dover andare a ritirare l'auto in periferia, come a Windhoek sei anni fa, invece la nostra utilitaria ci aspettava direttamente in aeroporto, e dopo una quarantina di minuti di briefing e spiegazioni assortite su frigo, ruota di scorta (ma non quelle che ci sarebbero poi servite davvero
), doppio serbatoio e quant'altro veniamo spediti nel traffico infernale di Johannesburg.

La cara bestiola porta, sui documenti e sul posteriore, il pomposo ma apparentemente non inadeguato nome di Night Owl ... sulle prime pensiamo che non sia il caso di ribattezzarla, dopotutto cotanto appellativo ci sembra meno irrispettoso dei vari Mostro, Gloria, Schifomobile, Bruttomobilina appioppati nel corso dei viaggi precedenti ai rispettivi cocchi ... ma nel giro di pochi giorni ci ricrediamo, e la nostra bella arriverà a destinazione con il poco glorioso ma calzante epiteto di Miss Sphiggy.
Per darvi un'idea delle minuscole dimensioni della piccina, vi anticipo una mia indianapippesca immagine accanto a lei. Io sono quella col culone alta 1.65, lei è l'altra 

Come al solito Paolo sembra nato con il volante in mano, non importa da che lato si guidi, come sia il cambio, quanto traffico si trovi, tempo cinque minuti e sembra che abbia sempre fatto il camionista. Resterà in lite fino alla fine con tergicristalli e frecce, ma per compensare nei cinque giorni da che siamo tornati non ne ha azzeccata una manco qua 

Poteva davvero andare tutto così liscio? certo che no, of course.
Al noleggio ci avevano garantito, giurando sulla testa dei figli e sacrificando un capretto come pegno di verità, che avremmo potuto tranquillamente usare la nostra Visa per pagare i pedaggi autostradali (ci sono caselli messi a caso ogni tot chilometri, a tariffa fissa, di solito pochi spicci), e io gnucca gli ho dato retta e non ho prelevato un singolo misero rand in aeroporto "tanto in Sudafrica ci stiamo cinque minuti, abbiamo cena e colazione pagate, al supermercato paghiamo con la carta, ho avvisato la banca e funziona sicuro".
Al primo casello non riescono ad addebitare le nostre carte, pensiamo a un malfunzionamento del pos con entrambe, accettiamo l'aiuto di un'anima buona del pulmino di canterini dietro di noi che ci regala il pedaggio di circa un euro (ma noi insistiamo perché ne accetti cinque e se li vada a cambiare alla nostra salute) ma al secondo ... tragedia.
Il casellante ci spiega in un inglese abbastanza esotico che certo che si può pagare con la Visa. Sudafricana. E anche con la Mastercard. Sudafricana. Mortacciloro. E che c'è un casello ogni due metri. Ri mortacciloro. Non c'è verso di farci cambiare una decina di euro da nessuno nè di pagare in euro o dollari, ci fanno fare inversione e ci dicono di aspettare a lato strada che poi forse passa la polizia e forse ce li cambiano loro, gli euro. O almeno così ci pare di capire, visto che non siamo lucidissimi e non lo è neanche l'inglese del nostro nuovo amico casellante.
Aspettiamo un pochino senza sapere cosa fare, Paolo fa un altro vano tentativo con un paio di camionisti di passaggio e alla fine ci rompiamo le balle e gli dico di impostare il Garmin su un percorso senza pedaggio, torniamo indietro, appena possibile usciamo e al momento di pagare qualcosa mi inventerò, magari una bella scena madre, e poi andremo a prelevare. Da scemi non abbiamo pensato che se i caselli sono lungo il percorso e non sugli svincoli in entrata non ci sono neanche sugli svincoli in uscita, e quando dopo qualche chilometro imbocchiamo il primo e ci troviamo in centro nel ridente paesello di Hammanskraal, il sollievo è palpabile a Pandonia, anche se la coppia imperiale un pochino scema ci si sente.
Vagando un po' ad caxxum finiamo in un centro commerciale moderno che ricorda vagamente l'outlet all'aperto di Las Vegas (sono seria, giuro) con accanto un mercato di bancarelle decisamente più africane 

Siamo gli unici bianchi nel raggio di chilometri, credo, ma nessuno ci considera minimamente, se non un solerte omino che al parcheggio si offre di fare la guardia alla Sphiggy come se fosse sua. C'è una sfilza di sportelli bancari, io scelgo la Standard Chartered perché la conosco e naturalmente pesco l'ATM che ha finito i contanti e mi dà solo 400 rand, una ventina di euro, Paolo prende una banca africana a caso e torna ricco come Creso sventolandomi sotto il naso una mazzetta di banconote. A quel punto, rasserenati anche dal fatto che le carte funzionano, ci accorgiamo di avere fame (e prendiamo un paio di ottime pastry, la mia con il pollo e la sua con manzo e rognoni, a meno di 4 euro comprese due bottiglie d'acqua) e che ci scappa la pipì, e nei rispettivi pulitissimi bagni troviamo oltre alla carta igienica a pacchi anche una bella prova di intelligenza.
L'AIDS a queste latitudini miete purtroppo ancora tantissime vittime e questa campagna di prevenzione mi sembra veramente una cosa bella e importante.
Facciamo felice il nostro amico parcheggiatore che sta amoreggiando con la Sphiggy con una mancia di un paio di euro - che a quanto pare è una cosa esagerata visto che si mette praticamente a ballare - e riprendiamo la strada fino a Mokopane, dove ci aspetta la nostra bellissima stanza all'Oryx B&B, prenotato per conto nostro su Booking con cena e colazione.
Più che una stanza è un appartamento, enorme e molto bello, soprattutto se piace il genere "a tema", con tanto di cucina completa, accessori di ogni tipo e un bagno nella finta capanna dentro la stanza, che ha un soffitto assurdamente alto.
Purtroppo stasera hanno qualche problema con la cena e ci dicono che ci daranno un voucher per andare a mangiare in uno dei posti che ci consigliano ... il voucher sono 500 rand in contanti 

Ci rimettiamo in sesto e usciamo per una gita alla SPAR (dove compilo la lista degli acquisti per il ritorno visto che adoriamo riportarci a casa la qualunque in schifezze alimentari e dormiremo qui anche l'ultima notte prima del volo, che ci sembra molto molto lontana), e per una cena al pub a orario indecoroso.
(qui abbiamo parcheggiato davanti al pub e il sole oggi è tramontato alle 17.44, fate voi)
Indecorosa anche la figura ... filetto, 195 rand, costata 220 rand. Poi, beh, è un po' caro ma con la carne ci sta, prendo anche un calice di cabernet e Paolo uno di pinotage a 225 rand ciascuno, costa come in Italia ma siamo stanchi e affamati e un brindisi al nostro viaggio ci sta tutto.
I calici:
Inizialmente non capisco come mai la fanciulla del pub ci lasci due intere bottiglie appena aperte invece di versarci il vino, penso che forse fanno il conto alla fine a seconda del numero di calici che ti sei scolato ... poi, colpita da un pensiero inquietante, quando arriva la ciccia chiedo con voce tremula: mi scusi ... abbiamo ordinato due bottiglie, per caso? e la fanciulla, con faccia da poker che cela un ghigno malvagio: certo che sì, madame.
Ebbene, le adottiamo e dopo l'ottima cena le portiamo amorevolmente con noi, orfane solo del misero goccio che abbiamo bevuto, ci faranno compagnia a lungo e piacevolmente durante i nostri tramonti africani 

Ci accordiamo con i padroni di casa perché ci preparino il pacchetto colazione per le sei visto che vogliamo partire presto per il posto di confine a poco più di due ore da qui e non ci va di perdere troppo tempo, e ce ne andiamo a svenire nel comodissimo lettone dove chiuderemo questa prima lunghissima giornata cadendo all'istante in un sonno di piombo.
In generale la prima impressione è ... molto Sud e poco Africa, per il momento non siamo colpiti (ma non vediamo l'ora di entrare in Botswana), il cielo è bigio come in Padania e i campi sono solo un po' più secchi, Mokopane sembra una Kanab che ci ha creduto - infatti qua i lampioni funzionano tutti ed è parecchio più illuminata - e la cassiera del supermercato si entusiasma per le nostre magliette come in un sacco di altri posti al mondo ... la scemitudine non ha latitudine 

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