25 agosto: Bekopaka Morondava
Domenica 25 agosto 2019
Sveglia presto, colazione veloce e qualche minuto prima delle 7 siamo pronti a lasciare l'hotel per iniziare la lunga giornata di trasferimento verso Morondava. C'è coda all'imbarcadero per attraversare il Manambolo, passiamo il tempo a chiacchierare con Elisa e Matteo, che passano con il traghetto prima di noi, e a giocare con i bambini, già appostati e felicissimi di ricevere dai viaggiatori penne, saponcini, foto e coccole.
Uno di loro ci mostra tutto orgoglioso un Chupa Chups, ma restiamo della nostra idea, niente dolci per mano nostra. Un paio - e qui i veri fotografi inorridiranno e mi lanceranno anatemi, ma tanto io non sono un vero fotografo 😆 - trovano la felicità quando gli lascio premere il bottone della mia reflex e gli mostro la foto che hanno scattato 😉
Petit è concentratissimo 😄
Purtroppo perdiamo la carovana ufficiale, visto che la traversata è faccenda che è andata per le lunghe, ma poco male. Ci fermiamo poco dopo la riva in attesa di un gruppo di autisti amici di Petit e partiamo tutti insieme, anche se significa perdere quasi un'ora sulla tabella di marcia. Quasi a metà degli 80 km di pista incontriamo un altro gruppo di auto fermo: una ha bollito il radiatore, un'altra ha rotto il collettore - qualunque cosa sia un collettore 😀- e non può ripartire, quindi ci dividiamo i passeggeri tra le altre vetture. Il nostro è molto simpatico, ma anche molto stanco, dopo due convenvoli si addormenta di botto e si sveglia solo una volta arrivati a Belo.
Pranziamo velocemente nello stesso posto dell'andata, ormai siamo aficionados, soprattutto dei fantastici gamberoni-coscia di pollo.
Durante la traversata lunga della Tsiribihina, Petit infila una tutona e ci offre un saggio delle sue molteplici capacità, dedicandosi a sistemare non so cosa sotto il cofano.
Il viaggio procede scomodo e piacevole come sempre, ormai ci siamo abituati a questi ritmi e la strada sconnessa culla i miei pensieri, i miei sogni e ogni tanto anche il mio sonno.
Verso le 16.30 raggiungiamo finalmente la Allée des Baobabs, e ci rendiamo conto di che regalo ci abbia fatto Petit tre giorni fa portandoci qui all'ora di pranzo, sotto il solleone. Oggi c'è una discreta pipinara, ce la godiamo lo stesso, ma felici per le nostre foto sociopatiche di tre giorni fa.
Incuriositi da un suono di percussioni ci avviciniamo alla zona del Visitor Center, e troviamo un gruppo di intraprendenti bimbette intente nell'imitazione dei fratelli maggiori che dopo il tramonto offriranno uno spettacolo di danze tradizionali.
Quando poi il turista grande e grosso e la moglie cuore di burro mettono una banconota da 500 ariary (pari a cinque frittelle) nel cestino per l'obolo, si scatena una ola di felicità che ancora a ripensarci mi riempie il cuore: festeggiavano il loro successo negli affari, non la mancetta, mi hanno fatto una gran tenerezza.
Dopo un succo di frutta e due passi per sgranchirci le gambe ci appostiamo per goderci il tramonto più incredibile del viaggio e mentre progettiamo il modo di far estinguere l'umanità che ci disturba gli obiettivi ci regaliamo anche qualche risata e tante coccole. Siamo fortunati noi due, ne siamo sempre consapevoli, ma in momenti come questo anche di più.
Ho perso la scommessa, non sono jappe, sono cinesi. La prossima volta dovrò vestirmi così, visto che ha vinto Paolo 😎
Il cielo senza nuvole ha reso un po' meno scenografiche le foto, ma siamo felici lo stesso, è stata una serata piena di magia e dolcezza.
Ancora un'oretta di strada e arriviamo al Trecicogne, dove il gentilissimo Gabriele ci fa trovare in camera nientemeno che ... LEI!
ieri abbiamo fatto fare il bucato all'hotel, e saremmo potuti essere autonomi ancora per qualche giorno, ma la felicità è incontenibile: abbiamo altri tre sacchi di vestiti per Suor Eni, abbiamo i cappelli, un po' di mutande, abbiamo guanciale, spaghetti e parmigiano che portiamo subito a Gabriele, che ci dice tutto felice che anche se hanno girato il mondo una settimana di troppo vanno benissimo, ormai è abituato a mangiare qualsiasi cosa, ed essendo sottovuoto è ancora tutto in ottimo stato.
Visto che non vogliamo saperne di essere pagati (e ci mancherebbe, avremmo regalato tutto comunque, ma dopo una settimana in giro a maggior ragione), ci fa trovare a sorpresa le bevande pagate dopo cena: acqua, birra e caipirissima!
Scambiamo ancora quattro chiacchiere con lui, è un bel tipo ... ha fatto il militare alla Cecchignola (mezz'ora a piedi da casa nostra) nel 1978, il primo viaggio in Mada è di dieci anni dopo, quando era un mondo ancora più sconosciuto, si è trasferito qui venticinque anni fa e non rimpiange la sua Milano un solo momento.
Prenotiamo la colazione per le 5.30, domani sarà una giornata "culo quadro" peggio di oggi 😜
Sveglia presto, colazione veloce e qualche minuto prima delle 7 siamo pronti a lasciare l'hotel per iniziare la lunga giornata di trasferimento verso Morondava. C'è coda all'imbarcadero per attraversare il Manambolo, passiamo il tempo a chiacchierare con Elisa e Matteo, che passano con il traghetto prima di noi, e a giocare con i bambini, già appostati e felicissimi di ricevere dai viaggiatori penne, saponcini, foto e coccole.
Uno di loro ci mostra tutto orgoglioso un Chupa Chups, ma restiamo della nostra idea, niente dolci per mano nostra. Un paio - e qui i veri fotografi inorridiranno e mi lanceranno anatemi, ma tanto io non sono un vero fotografo 😆 - trovano la felicità quando gli lascio premere il bottone della mia reflex e gli mostro la foto che hanno scattato 😉
Petit è concentratissimo 😄
Purtroppo perdiamo la carovana ufficiale, visto che la traversata è faccenda che è andata per le lunghe, ma poco male. Ci fermiamo poco dopo la riva in attesa di un gruppo di autisti amici di Petit e partiamo tutti insieme, anche se significa perdere quasi un'ora sulla tabella di marcia. Quasi a metà degli 80 km di pista incontriamo un altro gruppo di auto fermo: una ha bollito il radiatore, un'altra ha rotto il collettore - qualunque cosa sia un collettore 😀- e non può ripartire, quindi ci dividiamo i passeggeri tra le altre vetture. Il nostro è molto simpatico, ma anche molto stanco, dopo due convenvoli si addormenta di botto e si sveglia solo una volta arrivati a Belo.
Pranziamo velocemente nello stesso posto dell'andata, ormai siamo aficionados, soprattutto dei fantastici gamberoni-coscia di pollo.
Durante la traversata lunga della Tsiribihina, Petit infila una tutona e ci offre un saggio delle sue molteplici capacità, dedicandosi a sistemare non so cosa sotto il cofano.
Il viaggio procede scomodo e piacevole come sempre, ormai ci siamo abituati a questi ritmi e la strada sconnessa culla i miei pensieri, i miei sogni e ogni tanto anche il mio sonno.
Verso le 16.30 raggiungiamo finalmente la Allée des Baobabs, e ci rendiamo conto di che regalo ci abbia fatto Petit tre giorni fa portandoci qui all'ora di pranzo, sotto il solleone. Oggi c'è una discreta pipinara, ce la godiamo lo stesso, ma felici per le nostre foto sociopatiche di tre giorni fa.
Incuriositi da un suono di percussioni ci avviciniamo alla zona del Visitor Center, e troviamo un gruppo di intraprendenti bimbette intente nell'imitazione dei fratelli maggiori che dopo il tramonto offriranno uno spettacolo di danze tradizionali.
A un certo punto, a sorpresa, si unisce loro un bellissimo turista grande e grosso, che imita le loro danze scatenando grasse risate collettive del corpo di ballo e dell'orchestra 💓
Quando poi il turista grande e grosso e la moglie cuore di burro mettono una banconota da 500 ariary (pari a cinque frittelle) nel cestino per l'obolo, si scatena una ola di felicità che ancora a ripensarci mi riempie il cuore: festeggiavano il loro successo negli affari, non la mancetta, mi hanno fatto una gran tenerezza.
Dopo un succo di frutta e due passi per sgranchirci le gambe ci appostiamo per goderci il tramonto più incredibile del viaggio e mentre progettiamo il modo di far estinguere l'umanità che ci disturba gli obiettivi ci regaliamo anche qualche risata e tante coccole. Siamo fortunati noi due, ne siamo sempre consapevoli, ma in momenti come questo anche di più.
Ho perso la scommessa, non sono jappe, sono cinesi. La prossima volta dovrò vestirmi così, visto che ha vinto Paolo 😎
Ve l'ho già detto che lo adoro? 😆
Il cielo senza nuvole ha reso un po' meno scenografiche le foto, ma siamo felici lo stesso, è stata una serata piena di magia e dolcezza.
Ancora un'oretta di strada e arriviamo al Trecicogne, dove il gentilissimo Gabriele ci fa trovare in camera nientemeno che ... LEI!
ieri abbiamo fatto fare il bucato all'hotel, e saremmo potuti essere autonomi ancora per qualche giorno, ma la felicità è incontenibile: abbiamo altri tre sacchi di vestiti per Suor Eni, abbiamo i cappelli, un po' di mutande, abbiamo guanciale, spaghetti e parmigiano che portiamo subito a Gabriele, che ci dice tutto felice che anche se hanno girato il mondo una settimana di troppo vanno benissimo, ormai è abituato a mangiare qualsiasi cosa, ed essendo sottovuoto è ancora tutto in ottimo stato.
Visto che non vogliamo saperne di essere pagati (e ci mancherebbe, avremmo regalato tutto comunque, ma dopo una settimana in giro a maggior ragione), ci fa trovare a sorpresa le bevande pagate dopo cena: acqua, birra e caipirissima!
Scambiamo ancora quattro chiacchiere con lui, è un bel tipo ... ha fatto il militare alla Cecchignola (mezz'ora a piedi da casa nostra) nel 1978, il primo viaggio in Mada è di dieci anni dopo, quando era un mondo ancora più sconosciuto, si è trasferito qui venticinque anni fa e non rimpiange la sua Milano un solo momento.
Prenotiamo la colazione per le 5.30, domani sarà una giornata "culo quadro" peggio di oggi 😜
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