6 gennaio 2019
6 gennaio 2019
Anche stamattina colazione in camera con i cornetti del conbini... non sono male, ci aggiungiamo uno yoghurt e un succo di frutta e siamo pronti a partire.
Come prima cosa, assillato dalla Miss Ansia che porto in giro, aspettiamo che apra l'ufficio della Japan Rail per prenotare il nostro treno per Kanazawa e Hiroshima; non è difficile, in 2 minuti abbiamo fatto, ma per superare la barriera linguistica, vi consiglio di portarvi un foglietto con su scritto i treni che vi servono!
Prima destinazione della giornata, il National Art Center, non tanto per le opere esposte, ma per la struttura del palazzo, molto particolare e a detta di chi c'è stato, fotogenica.
Per arrivarci, dobbiamo cambiare una metro e nel tratto tra le 2 stazioni...
Sorpresa!!!
C'è Godzilla!!!
Purtroppo non è a grandezza naturale, ma Godzilla Square è da non perdere, circondata da grattacieli!
Riprendiamo la nostra strada con un discreto tragitto in treno... Non è molto affollata, ma tra le ferie e il fatto che non è più l'ora di punta, ci si muove agevolmente.
Arriviamo davanti al National Art Center e...
CHIUSO...
Eh si, le feste di inizio anno sono tra le poche feste in cui chiude tutto o quasi e sono tra le poche ferie che i giapponesi hanno... ma non è che ne soffrano, ora che è cambiato l'imperatore in corrispondenza con le vacanze di primavera, hanno fatto 10 giorni a casa e qualcuno si è anche lamentato!
Purtroppo la struttura non si vede dalla strada e il poliziotto all'ingresso sa dire solo CLOSED... provo a chiedergli se posso fare un passo all'interno, in modo di non fotografare solo la guardiola e lui...
Ecco, quando un giappo fa così, non ce n'è per nessuno, è NO, assolutamente NO, non chiedermelo, so che è maleducato dire di NO, ma è NO GOOD, VIETATO, BATSU!
Mestamente ci allontaniamo, applicando il piano B... non lontano c'è la Tokyo Tower, la vecchia Tour Eiffel un po' più grande (la differenza è di pochi metri).
E allora via, scarpinata fino alla torre, dove con 900 yen compriamo il biglietto per salire alla prima delle terrazze, a 150 m da terra e qui incontriamo...
Legolize!!!
La torre sta subendo dei restauri ed è parzialmente impacchettata. Lo skyline di Tokyo proprio non ci colpisce, non c'è nulla di veramente particolare e dall'Observation Deck scattiamo pochissime foto (che saranno tutte scartate in fase successiva).
Tokyo non è New York col suo skyline inconfondibile... è un'accozzaglia di quartieri diversi, distanti tra loro, separati da edifici che sono venuti su in modo disordinato. Non ha un suo fascino, non ha una uniformità di stili, detta sinceramente, non ha niente che ci colpisca da quassù...
Poi forse, anche la giornata grigia e uggiosa non ci fa apprezzare il panorama, si vede un pezzo del Rainbow Bridge, ma no, non ci fa impazzire...
In compenso, io faccio impazzire Barbara camminando ripetutamente sulle finestre poste sul pavimento a 150m di altezza... le prende un attacco di ansia ogni volta che mi avvicino e purtroppo, ogni mio tentativo di farla passare sopra va a finire male!
Ma lo sapevate che a Tokyo è possibile fare un tour guidato con dei kart, vestiti da Super Mario? Noi no e quando ci siamo visti sfrecciare accanto Mario, Luigi e tutta la compagnia, beh, è stata una sorpresa divertente!
😂😂😂
Riprendiamo la metro verso Harajuku e una volta arrivati, abbiamo la conferma che le strade dello shopping proprio non fanno per noi... casino, gente ovunque, gli stessi negozi che abbiamo al centro commerciale a 1 km da casa, volare per 13 ore per comprarsi una maglietta da Zara, anche no!
Da Omotesando, ci mettiamo alla ricerca della Cat Street, ma è quasi ora di pranzo e al secondo brontolio della pancia di Barbara (ricordate? la devo tenere mangiata, bevuta e pisciata, sennò so ca**i amari), ci troviamo di fronte allo Yai Yai, un posticino dove preparano gli okonomiyaki...
Ma questo è il lavoro che faceva Marrabbio!!!
Stessi gesti, stesse spatoline, sono una specie di frittate con tutto quello che vi viene in mente sopra... uovo, pasta, verza, formaggio, pezzi di prosciutto, dita del cuoco...
Quando quella di mouette è pronta, il Marrabbio di turno la avvicina a lei, poi con un pennello la cosparge di salsa di soia dal gusto incerto, ci rovescia una mestolata di maionese e dulcis in fundo...
PARMIGIANO GRATTUGIATO!
😂😂😂😂
Però è piacevole e calda, che col freddo di oggi, non guasta per niente!
Non riusciamo a trovare la Cat Street, o meglio, se la Cat Street è quella viuzza con 2 gatti all'inizio e uno alla fine, l'abbiamo trovata, ma non ci ha proprio detto nulla, arriviamo verso Takeshita Dori e decidiamo di provare l'esperienza del Mocha Cat Café...
Si paga una cifra fissa per entrare e per le consumazioni, poi ogni mezz'ora scatta il tassametro e il costo aumenta!
I gatti sono bellissimi, buoni e la maggior parte di loro, disposto alla coccola. Sono i dominatori di questa parte dell'universo, le ragazze del café li tolettano, li pettinano, gli fanno la manicure, gli avventori li possono toccare, ma non possono prenderli in braccio, a meno che non sia proprio il gatto a volerlo.
Noi praticamente ce li spupazziamo tutti e con 100 yen compro anche le crocchette per viziarli ancora un po' di più... La cosa più incredibile è vedere come si comportano i giappi a contatto con i mici...
Ne sono terrorizzati, se ne tengono alla larga, se si avvicinano troppo alcuni si ritraggono spaventati, manco fossero dei leoni selvaggi (oddio, quello della foto sopra mi ha dato un'azzannata al pollice perchè ho esitato a mollare la crocchetta)...
A un certo punto si avvicina una coppia di giapponesi, arriva una delle ragazze con una ciotolina di cibo umido, i gatti si affollano intorno e i 2 dovrebbero dargli da mangiare.
Prima di farlo però, arriva un'altra ragazza che gli porge 2 grembiuli pesanti di gomma, manco fossero a squartare tonni al mercato di Tsukiji.
I ragazzi, tra il terrorizzato e lo schifato, hanno preso la ciotola in mano e con un cucchiaino lungo gli hanno porto il cibo.
Stupidi umani, siete solo degli schiavi sottomessi...
Dopo aver coccolato l'intera fauna felina del posto, è ora di andare verso il Meji Jingu, altro tempio molto affollato... troviamo ancora tantissime ragazze col kimono.
Non solo ragazze!!!
C'è anche una bimbetta che gira tutta tronfia e orgogliosa col suo kimono nuovo di pacca!!!
Visto che è domenica, andiamo verso lo Yoyogi Park, alla ricerca dei rockabilly e dei cosplayer...
Oddio, i rockabilly sono un gruppetto di anzianotti tamarri, vestiti come Fonzie e con la pettinatura di Little Tony, musica un po' alta, birra e sigarette per strada come massimo della trasgressione (ma hanno anche il sacchetto della spazzatura, non sia mai che lascino una cartaccia a terra!)...
I cosplayer invece... non pervenuti, a meno che non si possa considerare la ragazza con ME sulle spalle o la coppietta vestita strana che incontreremo più avanti...
Colto da un improvviso raptus di generosità, offro un fantastico gelato a mouette... il famigerato gelato al matcha...
Ribattezzato prontamente "Cacca di Godzilla", non viene gradito dalla mia gentile principessa, che dopo un assaggio abbastanza rapido, me lo cede e mi dice "FINISCILO TU".
😂
Nonostante il freddo, c'è parecchia gente in giro, anche uno che legge le carte!
Tanti bambini che giocano con gli aquiloni, alcuni dogsitter che giocano col cellulare anche con 9 cani al guinzaglio!
Al Jingu Bashi, il ponte dei cosplayer proprio di fronte alla stazione di Harajuku, inconriamo questo personaggio, che suona un campanellino ogni volta che un bambino gli batte il 5.
E ora... DAISU... tutto a 100 yen!
Posto pazzesco, ci passiamo un'oretta per i 3 piani, toccando qualsiasi cosa e acquistando una 30 di diversi pensierini, calamite, palle di Natale... qualsiasi cosa ci arrivi a portata di mano e che possa avere anche solo una minima utilità è nostra e ora giace in qualche scatola a casa, visto che non ci ricordiamo assolutamente a cosa servisse!
eh, l'età!
😂😂😂😂
Ormai si è fatto buio e andiamo verso Shibuya e il suo folle incrocio...
Appena usciamo dalla stazione, lui è lì, Achiko, il fedele cagnone! Gli facciamo un saluto e poi cominciamo a cercare il punto migliore dove scattare foto...
Si, ma esiste questo fantomatico "punto migliore"?
Noi ce n'eravamo segnati qualcuno, ma quello dell'hotel è riservato agli ospiti, lo Starbucks era affollato già da sotto, il centro commerciale Mark City ha dei vetri tutt'intorno e anche lontani dalla fotocamera, ci dirigiamo verso il passaggio interno delle metropolitane e sorpresa sorpresona...
I vetri hanno una griglia di sicurezza all'interno e non è facile fotografarci attraverso.
Cerco di avvicinare il più possibile la macchina fotografica, ma se chiudo il diaframma vedo la griglia, se lo apro invece non si vedono le scie dei fari...
Mi ricordo di avere un filtro ND, lo monto su e comincio a fare un po' di prove!
Ah, alla fine questa era la posizione della mia macchina fotografica!
Dopo qualche tentativo, ci spostiamo in basso, per un paio di lunghe esposizioni mettendo il cavalletto nell'aiola dell'albero 😁
Di freddo e di vento ne abbiamo preso a sufficienza per oggi, è ora di tornare al calduccio e di sistemarci per la cena, stasera ripetiamo il sushi sotto l'hotel che ci è piaciuto veramente un sacco!
Prima però devo chiedere delle informazioni alla reception, per spedire le valigie a Hiroshima, entro e chiedo in inglese a uno dei receptionist...
E qui... Il malcapitato non si poteva tirare indietro anche se parlava inglese più o meno come fantozzi (Filini: Ragioniere, gli chieda se si è fatto male... Fantozzi: WHAT TIME IS IT?), tutti gli altri hanno improvvisamente applicato la tecnica dell'opossum, chi fingendosi morto sul banco, chi sparendo dietro l'appendiabiti, chi con la testa nel portaombrelli...
Cercavo di spiegare al poveretto che avevo delle valigie da spedire e lui annuiva e diceva YES senza capire una parola... siamo andati avanti qualche minuto, poi lui ha detto "tomorrow" e abbiamo rimandato a domani, quando per fortuna, abbiamo trovato una ragazza tedesca.
Il sashimi non l'ho fotografato, accontentatevi del sake!
Kampai!!!
Anche stamattina colazione in camera con i cornetti del conbini... non sono male, ci aggiungiamo uno yoghurt e un succo di frutta e siamo pronti a partire.
Come prima cosa, assillato dalla Miss Ansia che porto in giro, aspettiamo che apra l'ufficio della Japan Rail per prenotare il nostro treno per Kanazawa e Hiroshima; non è difficile, in 2 minuti abbiamo fatto, ma per superare la barriera linguistica, vi consiglio di portarvi un foglietto con su scritto i treni che vi servono!
Prima destinazione della giornata, il National Art Center, non tanto per le opere esposte, ma per la struttura del palazzo, molto particolare e a detta di chi c'è stato, fotogenica.
Per arrivarci, dobbiamo cambiare una metro e nel tratto tra le 2 stazioni...
Sorpresa!!!
C'è Godzilla!!!
Purtroppo non è a grandezza naturale, ma Godzilla Square è da non perdere, circondata da grattacieli!
Riprendiamo la nostra strada con un discreto tragitto in treno... Non è molto affollata, ma tra le ferie e il fatto che non è più l'ora di punta, ci si muove agevolmente.
Arriviamo davanti al National Art Center e...
CHIUSO...
Eh si, le feste di inizio anno sono tra le poche feste in cui chiude tutto o quasi e sono tra le poche ferie che i giapponesi hanno... ma non è che ne soffrano, ora che è cambiato l'imperatore in corrispondenza con le vacanze di primavera, hanno fatto 10 giorni a casa e qualcuno si è anche lamentato!
Purtroppo la struttura non si vede dalla strada e il poliziotto all'ingresso sa dire solo CLOSED... provo a chiedergli se posso fare un passo all'interno, in modo di non fotografare solo la guardiola e lui...
Ecco, quando un giappo fa così, non ce n'è per nessuno, è NO, assolutamente NO, non chiedermelo, so che è maleducato dire di NO, ma è NO GOOD, VIETATO, BATSU!
Mestamente ci allontaniamo, applicando il piano B... non lontano c'è la Tokyo Tower, la vecchia Tour Eiffel un po' più grande (la differenza è di pochi metri).
E allora via, scarpinata fino alla torre, dove con 900 yen compriamo il biglietto per salire alla prima delle terrazze, a 150 m da terra e qui incontriamo...
Legolize!!!
La torre sta subendo dei restauri ed è parzialmente impacchettata. Lo skyline di Tokyo proprio non ci colpisce, non c'è nulla di veramente particolare e dall'Observation Deck scattiamo pochissime foto (che saranno tutte scartate in fase successiva).
Tokyo non è New York col suo skyline inconfondibile... è un'accozzaglia di quartieri diversi, distanti tra loro, separati da edifici che sono venuti su in modo disordinato. Non ha un suo fascino, non ha una uniformità di stili, detta sinceramente, non ha niente che ci colpisca da quassù...
Poi forse, anche la giornata grigia e uggiosa non ci fa apprezzare il panorama, si vede un pezzo del Rainbow Bridge, ma no, non ci fa impazzire...
In compenso, io faccio impazzire Barbara camminando ripetutamente sulle finestre poste sul pavimento a 150m di altezza... le prende un attacco di ansia ogni volta che mi avvicino e purtroppo, ogni mio tentativo di farla passare sopra va a finire male!
Ma lo sapevate che a Tokyo è possibile fare un tour guidato con dei kart, vestiti da Super Mario? Noi no e quando ci siamo visti sfrecciare accanto Mario, Luigi e tutta la compagnia, beh, è stata una sorpresa divertente!
😂😂😂
Riprendiamo la metro verso Harajuku e una volta arrivati, abbiamo la conferma che le strade dello shopping proprio non fanno per noi... casino, gente ovunque, gli stessi negozi che abbiamo al centro commerciale a 1 km da casa, volare per 13 ore per comprarsi una maglietta da Zara, anche no!
Da Omotesando, ci mettiamo alla ricerca della Cat Street, ma è quasi ora di pranzo e al secondo brontolio della pancia di Barbara (ricordate? la devo tenere mangiata, bevuta e pisciata, sennò so ca**i amari), ci troviamo di fronte allo Yai Yai, un posticino dove preparano gli okonomiyaki...
Ma questo è il lavoro che faceva Marrabbio!!!
Stessi gesti, stesse spatoline, sono una specie di frittate con tutto quello che vi viene in mente sopra... uovo, pasta, verza, formaggio, pezzi di prosciutto, dita del cuoco...
Quando quella di mouette è pronta, il Marrabbio di turno la avvicina a lei, poi con un pennello la cosparge di salsa di soia dal gusto incerto, ci rovescia una mestolata di maionese e dulcis in fundo...
PARMIGIANO GRATTUGIATO!
😂😂😂😂
Però è piacevole e calda, che col freddo di oggi, non guasta per niente!
Non riusciamo a trovare la Cat Street, o meglio, se la Cat Street è quella viuzza con 2 gatti all'inizio e uno alla fine, l'abbiamo trovata, ma non ci ha proprio detto nulla, arriviamo verso Takeshita Dori e decidiamo di provare l'esperienza del Mocha Cat Café...
Si paga una cifra fissa per entrare e per le consumazioni, poi ogni mezz'ora scatta il tassametro e il costo aumenta!
I gatti sono bellissimi, buoni e la maggior parte di loro, disposto alla coccola. Sono i dominatori di questa parte dell'universo, le ragazze del café li tolettano, li pettinano, gli fanno la manicure, gli avventori li possono toccare, ma non possono prenderli in braccio, a meno che non sia proprio il gatto a volerlo.
Noi praticamente ce li spupazziamo tutti e con 100 yen compro anche le crocchette per viziarli ancora un po' di più... La cosa più incredibile è vedere come si comportano i giappi a contatto con i mici...
Ne sono terrorizzati, se ne tengono alla larga, se si avvicinano troppo alcuni si ritraggono spaventati, manco fossero dei leoni selvaggi (oddio, quello della foto sopra mi ha dato un'azzannata al pollice perchè ho esitato a mollare la crocchetta)...
A un certo punto si avvicina una coppia di giapponesi, arriva una delle ragazze con una ciotolina di cibo umido, i gatti si affollano intorno e i 2 dovrebbero dargli da mangiare.
Prima di farlo però, arriva un'altra ragazza che gli porge 2 grembiuli pesanti di gomma, manco fossero a squartare tonni al mercato di Tsukiji.
I ragazzi, tra il terrorizzato e lo schifato, hanno preso la ciotola in mano e con un cucchiaino lungo gli hanno porto il cibo.
Stupidi umani, siete solo degli schiavi sottomessi...
Dopo aver coccolato l'intera fauna felina del posto, è ora di andare verso il Meji Jingu, altro tempio molto affollato... troviamo ancora tantissime ragazze col kimono.
Non solo ragazze!!!
C'è anche una bimbetta che gira tutta tronfia e orgogliosa col suo kimono nuovo di pacca!!!
Visto che è domenica, andiamo verso lo Yoyogi Park, alla ricerca dei rockabilly e dei cosplayer...
Oddio, i rockabilly sono un gruppetto di anzianotti tamarri, vestiti come Fonzie e con la pettinatura di Little Tony, musica un po' alta, birra e sigarette per strada come massimo della trasgressione (ma hanno anche il sacchetto della spazzatura, non sia mai che lascino una cartaccia a terra!)...
I cosplayer invece... non pervenuti, a meno che non si possa considerare la ragazza con ME sulle spalle o la coppietta vestita strana che incontreremo più avanti...
Colto da un improvviso raptus di generosità, offro un fantastico gelato a mouette... il famigerato gelato al matcha...
Ribattezzato prontamente "Cacca di Godzilla", non viene gradito dalla mia gentile principessa, che dopo un assaggio abbastanza rapido, me lo cede e mi dice "FINISCILO TU".
😂
Tanti bambini che giocano con gli aquiloni, alcuni dogsitter che giocano col cellulare anche con 9 cani al guinzaglio!
Al Jingu Bashi, il ponte dei cosplayer proprio di fronte alla stazione di Harajuku, inconriamo questo personaggio, che suona un campanellino ogni volta che un bambino gli batte il 5.
E ora... DAISU... tutto a 100 yen!
Posto pazzesco, ci passiamo un'oretta per i 3 piani, toccando qualsiasi cosa e acquistando una 30 di diversi pensierini, calamite, palle di Natale... qualsiasi cosa ci arrivi a portata di mano e che possa avere anche solo una minima utilità è nostra e ora giace in qualche scatola a casa, visto che non ci ricordiamo assolutamente a cosa servisse!
eh, l'età!
😂😂😂😂
Ormai si è fatto buio e andiamo verso Shibuya e il suo folle incrocio...
Appena usciamo dalla stazione, lui è lì, Achiko, il fedele cagnone! Gli facciamo un saluto e poi cominciamo a cercare il punto migliore dove scattare foto...
Si, ma esiste questo fantomatico "punto migliore"?
Noi ce n'eravamo segnati qualcuno, ma quello dell'hotel è riservato agli ospiti, lo Starbucks era affollato già da sotto, il centro commerciale Mark City ha dei vetri tutt'intorno e anche lontani dalla fotocamera, ci dirigiamo verso il passaggio interno delle metropolitane e sorpresa sorpresona...
I vetri hanno una griglia di sicurezza all'interno e non è facile fotografarci attraverso.
Cerco di avvicinare il più possibile la macchina fotografica, ma se chiudo il diaframma vedo la griglia, se lo apro invece non si vedono le scie dei fari...
Mi ricordo di avere un filtro ND, lo monto su e comincio a fare un po' di prove!
Ah, alla fine questa era la posizione della mia macchina fotografica!
Dopo qualche tentativo, ci spostiamo in basso, per un paio di lunghe esposizioni mettendo il cavalletto nell'aiola dell'albero 😁
Di freddo e di vento ne abbiamo preso a sufficienza per oggi, è ora di tornare al calduccio e di sistemarci per la cena, stasera ripetiamo il sushi sotto l'hotel che ci è piaciuto veramente un sacco!
Prima però devo chiedere delle informazioni alla reception, per spedire le valigie a Hiroshima, entro e chiedo in inglese a uno dei receptionist...
E qui... Il malcapitato non si poteva tirare indietro anche se parlava inglese più o meno come fantozzi (Filini: Ragioniere, gli chieda se si è fatto male... Fantozzi: WHAT TIME IS IT?), tutti gli altri hanno improvvisamente applicato la tecnica dell'opossum, chi fingendosi morto sul banco, chi sparendo dietro l'appendiabiti, chi con la testa nel portaombrelli...
Cercavo di spiegare al poveretto che avevo delle valigie da spedire e lui annuiva e diceva YES senza capire una parola... siamo andati avanti qualche minuto, poi lui ha detto "tomorrow" e abbiamo rimandato a domani, quando per fortuna, abbiamo trovato una ragazza tedesca.
Il sashimi non l'ho fotografato, accontentatevi del sake!
Kampai!!!
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