USA 2015 Leave nothing but footprints, keep nothing but memories - La versione di mouette

Leave nothing but footprints, keep nothing but memories (Panda&Mou OTR)
                   
… e di ricordi ne abbiamo portati a casa tanti, tantissimi, e tutti con un sapore speciale. E’ stato un viaggio unico, bellissimo, intenso e divertente: baciato dal sole per diciassette giorni e tre quarti su diciannove, pieno di incontri – lo Psicoiattolo, la commessa di Walmart, Gene che ci ha accompagnati in giro per il Planes of Fame di Chino, due elk, un coyote, il titolare matto e simpaticissimo del Trovatore Motel a Kingman - lo abbiamo spremuto fino all’ultima goccia e non ne cambierei una virgola. Abbiamo mancato pochissime cose, tra quelle che avevamo idea di vedere: Taft Point a Yosemite, perché ce la siamo presa comoda la mattina al Kings Canyon (la più grande sorpresa del viaggio, inaspettatamente bellissimo), e gli Antelope e Horseshoe Bend perché proprio quel giorno il cielo ha deciso di aprire le cateratte con un entusiasmo sconcertante. Non importa, torneremo, e davvero non ci possiamo lamentare: un giorno solo perso e la possibilità di recuperarlo, in fondo, più o meno quando vogliamo. Unica vera delusione in tutto il viaggio, non aver potuto piantare le tende a Page da Jeremayiah quella sera.




Per Las Vegas partivo già con aspettative molto basse, quindi non è stata una sorpresa negativa. Ebbene sì, faccio outing, anche se sono consapevole che la Regina non mi rivolgerà mai più la parola, forse sarò bannata dal forum e probabilmente Paolo mi chiederà di restituirgli l’anello di Topolino per regalarlo a una donna più degna: sono una delle poche mosche bianche qui dentro, Las Vegas proprio non mi è piaciuta. Ho amato alla follia Zarkana … e basta. Ci torneremo, Paolo l’adora e io devo vedere tutti i musei e Fremont Street, poi è una tappa comoda … ma no, non è la città per me.

Tre momenti su tutti mi hanno rubato l’anima, tre fermo immagine che sono il cuore pulsante di un viaggio tutto indimenticabile: il Navajo Loop al Bryce Canyon, Hume Lake il mattino presto, e l’alba dalla nostra tenda davanti ai Mittens alla Monument … rappresentano benissimo l’altro titolo che avevo pensato per questo diario, preso direttamente dal retro di un hippyssimo e sgangheratissimo furgoncino Volkswagen parcheggiato in una delle bellissime discese – le salite le facevamo in cable car  – di San Francisco: BE HAPPY …





Questo OTR è nato quasi prima della nostra storia, chiacchierando da amici e da viaggiatori, senza nemmeno l’idea di poter diventare qualcosa di più. Poi … era l’inizio di settembre e avevamo deciso sì e no da una decina di giorni di vedere se l’incrocio delle nostre vite avrebbe potuto funzionare, quando mi è arrivata una mail che diceva più o meno “Ma tu come lo vedi un giro dell’Ovest ad agosto? Avrei buttato giù un programmino di massima, così, in fretta, tanto per farci un’idea, giusto un primo abbozzo”, con allegato un pdf di circa ventordici pagine che in effetti era incompleto: mancavano tutte le pause pipì e anche un paio di quelle caffè 

Beh, credo non ci sia bisogno di spiegarvi chi è Panda, e che tipo di itinerario andasse pandeggiando  … quanto a me, anche se mi tengo ben stretto il mio mal d’Africa, sognavo con tutto il cuore da almeno vent’anni un viaggio nei parchi, in un certo senso è proprio questo mio sogno che ci ha fatti conoscere, perché nel periodo in cui non potevo nemmeno sperare che un giorno avrei davvero preso un aereo per l’altro lato dell’Atlantico sono diventata un’avidissima lettrice di diari, mi sono registrata su tutti i forum di viaggio del mondo – di uno sono anche diventata moderatrice – ed ho passato ore intense a seguire le tracce di chi l’oceano lo varcava ogni volta che gli era possibile. Ecco come sono capitata anche qui, dove inaspettatamente sono diventata la signora Panda.


A gennaio, dopo una riuscitissima convivenza di una ventina di giorni – viva il Natale che ho sempre detestato: Verona/Roma di solito ci concede solo il week end   – e circa un milione di ore di googlate, expediate e kayakate, ci siamo arresi all’evidenza evidente che nel 2015 non ci sarebbe stata trippa per gatti a meno di aprire pesantemente il portafogli, e a quella ancora più evidente che entrambi morivamo dalla voglia di farlo, ed abbiamo incrementato il bilancio di Air France di circa 950 euro a testa per un VRN-SFO-LAX-VRN dagli orari perfetti, comodissimo da casa mia e ideale per il giro che nel frattempo avevamo perfezionato con tutte le pause pipì 

A tal proposito … ho spiegato a Paolo nel dettaglio come gestirmi in viaggio, e lui ha imparato ed applicato benissimo il mantra: tu mi tieni mangiata e pisciata, ed io non rompo le palle. Ed infatti ha funzionato tutto a perfezione: in fondo le donne sono così semplici da trattare! 

L’unica cosa su cui all’inizio non ci siamo trovati del tutto in sintonia è stata il fatto che se il giro era perfetto per me e modellato su quanto da anni avevo voglia di vedere, per Paolo sarebbe stato un ritorno, una seconda o terza volta per più del 70% delle tappe … ho insistito un po’ per cambiare ed aggiungere qualcosa di nuovo per lui – senza la necessaria convinzione, lo ammetto – ma non ha sentito ragioni, ed ora non posso che esserne felice. E’ stato davvero IL viaggio, e credo di poter parlare a nome di entrambi.

Ci siamo trovati invece subito d’accordo nell’optare per qualche notte in campeggio, sia per risparmiare un (bel) po’, sia per goderci al massimo il contatto con la natura, e rifarei la scelta ad occhi chiusi: Paolo ha campeggiato un pochino due anni fa, io mai, ma ho dormito una settimana sotto le stelle durante un trekking nel deserto marocchino nel 2013, e sapevo che la cosa più fastidiosa che avrei potuto fare al campground di turno sarebbe stata il rendermi totalmente inutile in fase di montaggio tenda, mentre per il resto mi sarei adattata facilmente. Mi sbagliavo, non mi sono adattata … l’ho amato tantissimo.

A fine gennaio avevamo già prenotato praticamente tutti gli alloggi e fermato l’auto – il passaggio dalla Panda cambio manuale a quel coso enorme del Ford Escape con il cambio automatico mai provato prima è stato meno drammatico del previsto: ho guidato anche per la discesa al Kings Canyon, la sterrata della Valley of the Gods e l’uscita da Las Vegas, e solo nell’ultima occasione ho tentato il duplice suicidio   – ed abbiamo passato i sei mesi successivi a limare e perfezionare … le pause pipì, naturalmente 

Questo il nostro itinerario finale:

27/07/2015 Ita - San Francisco
28/07/2015 San Francisco
29/07/2015 San Francisco
30/07/2015 San Francisco
31/07/2015 San Francisco - Sequoia
01/08/2015 Sequoia - Yosemite
02/08/2015 Yosemite - Mono Lake
03/08/2015 Mono Lake - Bodie - Death Valley
04/08/2015 Death Valley - Las Vegas
05/08/2015 Las Vegas
06/08/2015 Las Vegas - Bryce
07/08/2015 Bryce – Kayenta (prevista Page, ma c’era Noè)
08/08/2015 Kayenta - Monument Valley
09/08/2015 Monument Valley - Grand Canyon
10/08/2015 Grand Canyon - Kingman
11/08/2015 Kingman - LA
12/08/2015 LA (Disneyland)
13/08/2015 LA
14/08/2015 LA - Ita
  
Chiudo la mia solita chilometrica introduzione con un grazie speciale a Paolo, che è tornato sui passi già dati per regalarmi un sogno, e ci è riuscito nel migliore dei modi. E adesso via con il diario!


nb: questo è un diario a quattro mani (e mezzo neurone) … se non diversamente specificato, il copiràit delle foto è mio nei miei post, e merito mio – in quanto mussa ispiratrice - in quelli di Panda. Ma non ci dovrebbero essere problemi a distinguerle: le sue sono quelle belle 

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