7 ottobre 2023 - Tashkent

7 ottobre 2023 - Tashkent


Notte...
Appena entrati nella nostra stanza ci tuffiamo nel letto, per scoprire che l'Adras Hotel ha il materasso più duro del mondo!

Sarà la costante del viaggio, i letti vanno dal duro al durissimo, per arrivare alla tavola coperta da una trapunta in una delle yurte.

Forse è stato il trauma da impatto oppure la stanchezza di una giornata infinita, il primo ricordo è la sveglia che suona alle 8:00

Colazione non memorabile, mentre ci apprestiamo a ritornare in stanza, ecco arrivare Jahangir, con 15 minuti di anticipo (e sarà praticamente una costante nel viaggio), la nostra guida di oggi, che con la sua macchina ci scarrozzerà in città.

É stata una giornata davvero bella, nel traffico intenso ma non caotico di Tashkent, iniziando dalla zona delle moschee e delle madrase.






Nella mezz'ora di guida, ci racconta la storia dell'Uzbekistan, da Alessandro Magno prima, ai persiani, poi gli arabi, Gengis Khan, Tamerlano, ancora gli ottomani e per finire l'Impero Russo e l'Unione Sovietica, di come tutto sia identificato da un "prima di" a "dopo di", che sia guerra, invasione, indipendenza, terremoto, pandemia.






La zona religiosa è molto bella, moschee del XIV secolo convivono con moschee moderne, senza strappi.

Quando l'Uzbekistan era una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, soprattutto sotto Stalin, era proibito anche solo conservare le testimonianze religiose, che sono state restaurate dagli anni '60 in poi. 

Molto bella la collezione di copie del Corano, con copie dall'Ottavo secolo in poi, in tutte le lingue e anche minuscole come quella qui sotto, praticamente un francobollo con la custodia dotata di lente d'ingrandimento.







Da qui ci spostiamo verso la zona del Chorsu Bazar, ma prima il Planetario di Tashkent, dove diventiamo l'attrazione del giorno: foto, intervista, video, credo che finiremo direttamente sul sito del Planetario!

Interessante, mostra un video immersivo in inglese con la storia dell'esplorazione spaziale, bello vedere qualcosa da un punto di vista diverso da quello a cui siamo abituati.

Il macchinario del vero planetario, quello che proietta la posizione delle stelle.


La direttrice del planetario ci dice che non sono tanti gli stranieri che passano da queste parti e Jahangir ci conferma che siamo i primi che accompagna qui... lo so, siamo maniaci, ma a noi 'ste cose ci piacciono!!!

Il nome Chorsu viene direttamente dal persiano, 4 strade, ed è proprio qui che sorse il primo mercato della città, ad un incrocio in cui arrivavano le carovane da tutte le direzioni.




Camminiamo tra frutta e verdura, a volte strana e diversa dalla nostra, mangiamo dei lamponi freschi presi da Jahangir, compriamo biscotti e succo di melograno, i venditori ci fanno assaggiare la loro frutta secca, l'uvetta, le albicocche, addirittura i noccioli di albicocca tostati e salati!

Nella grande cupola coperta ci sono carne e formaggi, subito fuori ecco il pane in un forno aperto 24 ore al giorno, a ciclo continuo, dal pane locale con il bordo alto al tandur, cotto attaccato alle pareti interne del forno.







Si è fatta l'ora di pranzo, che in Uzbekistan significa PLOV...
Cos'è il plov? 

Non è altro che riso pilaf, cotto con carne, verdure, spezie, qui a Tashkent mettono anche la salsiccia di cavallo, uova di quaglia, il tutto accompagnato da un buon té, verde o nero, dipende dai gusti...




Dovevamo pLovarlo, ma ne uciremo pLovati!!!

Ci spostiamo nella parte nuova della città, partendo dal Monumento al Coraggio, commemorazione del disastroso terremoto che nel 1966 rase al suolo la città.
Il monumento è costruito proprio sull'epicentro, è molto sovietico, ma toccante. Jahangir ci racconta che il padre era a Tashkent per studiare e si è ritrovato dentro l'armadio.

Il terremoto ha dato un volto nuovo alla città, ricostruita in modo moderno, con i viali larghi. Molti dei condomini portano ancora i nomi delle città sovietiche da dove arrivarono le maestranze per ricostruire, 4 anni di lavoro accampati nelle tendopoli allestite per i lavoratori.



Parcheggiamo l'auto proprio all'Uzbekistan Hotel, l'unico albergo di Tashkent in epoca sovietica, quando il turismo era gestito solo dalla Intourist, i viaggiatori erano continuamente scortati dalle guide e non potevano allontanarsi dai percorsi stabiliti.

Rapida sosta pipì e via, a piedi!










Ci facciamo una bella passeggiata che ci porta al monumento ad Amir Timur, meglio noto come Tamerlano, per la zona universitaria, col vialone soprannominato "Broadway" pieno di bar, di street food e tavoli da ping pong all'aperto. 
Ci fermiamo per una pausa caffè e rimaniamo stupiti... è buono, un espresso fatto davvero bene!

Passiamo davanti al Teatro dell'Opera e mi incuriosisce la targa scritta in giapponese... sì, dopo la guerra vennero deportati migliaia di prigionieri di guerra e usati per i lavori più pesanti, tra cui appunto, la costruzione del teatro.



Passeggiando, passiamo davanti alla residenza dell'ultimo Romanov fino ad arrivare a quella che era Lenin Square e che adesso è diventata Independence Square. 
Qui si svolgevano le grandi sfilate militari di epoca sovietica e adesso c'è la sede del governo Uzbeko.
Prendiamo la metropolitana proprio alla fermata della piazza e sorpresa!



Bella, pulita, i treni sono ancora quelli di 50 anni fa, perfettamente mantenuti e velocemente arriviamo all'Uzbekistan Hotel. 


Ormai si sono fatte le 6 è ora di tornare in hotel, salutiamo e ringraziamo Jahangir per la sua preziosa compagnia, visto che siamo ancora pLovati dal plov, stasera cena con la frutta e i biscotti del Chorsu Bazar!

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