07/08/2015 - Bryce - Page - Kayenta - La versione di Barbara

VENERDI' 7 AGOSTO 2015 – BRYCE CANYON/PAGE/KAYENTA

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Frase del giorno: OGGI POTREMMO TENTARE QUALCOSA CHE NESSUNO SUL FORUM HA MAI OSATO ...


Programmi di oggi, in un mondo ideale: giro dei viewpoint al Bryce, Cottonwood Road, Horseshoe Bend, tour fotografico notturno dell’Upper Antelope alla modica cifra di 150 usd a capa.
Programmi di oggi, nella realtà: plic, plic, plic, wooosh!

Ci svegliamo ben prima che faccia giorno, disturbati da un ticchettio insistente sulla copertura della tenda, ma ottimisti come sempre ci rassicuriamo l’un l’altro: tanto smette, e ci riaddormentiamo. Ovviamente niente alba ... e verso le sei dobbiamo arrenderci all’evidenza che il cielo non è con noi, restiamo a temporeggiare un pochino nel sacco a pelo in attesa che la fortuna si ricordi di noi e verso le sette, stufi di aspettare, andiamo al negozio/lavanderia/caffè/docce con il nostro bucato e armati di shampoo e bagnoschiuma. A parte l’atroce angosciosa scoperta della scomparsa di un calzino, forse fagocitato dalla famelica lavatrice , le cose sembrano girare al meglio: smette di piovere, esce un baffo di timido sole e la colazione anche se confezionata è più che decente (si, ho smesso di leggere gli ingredienti ) .

Smontiamo la tenda – grandiosa l’idea di fare la doccia prima – e investiamo, mortacci loro, 15 preziosi dollari nell’acquisto di una confezione di enormi sacchi per la spazzatura: non piove più, ma è tutto fradicio. Sia benedetto il telo di Walmart che almeno ci ha salvato i fondoschiena e sarà il primo acquisto del prossimo OTR, però non possiamo usarlo per impastrocchiare la macchina adesso, vi pare?

Ancora fiduciosi, anche se poco speranzosi di poter fare la Cottonwood, torniamo verso il parco per vedere se riusciamo a goderci almeno un pochino i viewpoint che ancora ci mancano – tutti, a parte Sunset e Sunrise – ma dopo pochi minuti di contemplazione della bellissima nuvola sofficiona che va a spasso per l’anfiteatro stiamo costretti a scappare via da Fairyland Point (che nome meraviglioso, voglio andarci a vivere solo per quello!): ha ricominciato a piovere, e purtroppo con entusiasmo.



















Ci si consola come si può ...



Archiviata anche l’idea di chiedere notizie ai ranger, ci fermiamo al Visitor Center. Indovinate? Calamita!

Prendiamo anche la cartolina per il forum … questa è bella, questa è carina, questa è stupenda … ma insomma non possiamo mica mandare il solito bellissimo paesaggio, ti pare? siamo scemi seri si o no? la scelta ricade quindi su una veduta della ridente Duck Creek, 15 abitanti, l’unico vero motivo per cui abbiamo deciso di non fare la UT9 ! Compilata, spedita e via, si riparte.



Ci rassicuriamo a vicenda sul fatto che sicuramente la giornata migliorerà – e qui sono sicura di aver sentito l’eco di una risata satanica proveniente da oltre le nuvole – e a Page sarà tutto asciuttissimo, e riprendiamo la UT14, non senza scattare la foto di rito.



Progressivamente la pioggia aumenta di intensità, ma non riusciamo ad incupirci … è una delle giornate a cui tenevo di più, e non sta andando esattamente come avremmo voluto, ma … siamo all’asciutto, siamo in America e soprattutto siamo insieme. Che importa?






Quando vediamo la pubblicità del Thunderbird Café - Home of the ho-made pies a Mount Carmel Junction … gli angoli delle rispettive bocche si sollevano simultaneamente, ci scambiamo uno sguardo dolce come un’apple pie e “ci fermiamo, vero?”. La nostra capacità di parlare in simultanea non smette di stupirci da oltre un anno ormai, ma del resto che pretendere , avendo stabilito che abbiamo un neurone in due?



Pranziamo con due saporite appetitose fettone di apple pie con salsa al rum e torta al rabarbaro e due tazzone di caffè, che l’incauto panda condisce con le bustine di latte in polvere che si riproporranno moleste fino a sera. Non sono poi lo struzzo che pensavo, ahimé.



Avanziamo, anzi navighiamo verso Page e a un certo punto Paolo se ne esce con un dolce, tenerissimo, ingenuo: è meglio che pensiamo a un’alternativa, se per caso stasera non riuscissimo a fare il tour … “Se? amore, adoro il tuo ottimismo, ma se non te ne sei accorto abbiamo appena incrociato Noè con l’arca!” … “si, ma era ancora mezza vuota!” . Che meraviglia, un compagno di viaggio che riesce a ridere di cuore con te in una situazione meno simpatica di quanto avreste voluto.

Il tempo passa e le caxxate scrosciano inarrestabili quanto la pioggia ..."Paolo, OGGI POTREMMO TENTARE QUALCOSA CHE NESSUNO SUL FORUM HA MAI OSATO ..." - "Tipo?" -"La risalita dell'Antelope a nuoto controcorrente!" ... mi sa che tutta quest'acqua ha iniziato ada arrugginirmi gli ingranaggi

In qualche modo arriviamo a Page, la strada è lunga e pesante sotto il diluvio che non accenna a placarsi, e decidiamo per prima cosa di passare alla sede dell’Adventurous Antelope Canyon Tour, è chiaro che non si farà nulla stasera, ma hanno il numero della mia carta di credito e non vorrei che si attaccassero a un improbabile no-show per scalarmi i trecento dollari. Nessun razzismo, sia chiaro: io ho sempre fatto il tifo per gli indiani contro John Wayne, ma fidarsi è bene eccetera eccetera. Navighiamo nel fango rosso del parcheggio fino al prefabbricato … ovviamente deserto, e al telefono non risponde nessuno. Lasciamo un messaggio e mandiamo una mail … e nel leggere la risposta, abbastanza celere, mi vergogno pure un po’, ci dicono che sono molto dispiaciuti e che non si sognano nemmeno di trattenere un centesimo. Sono sempre combattiva quando non serve, io

Proviamo anche con Ken’s Tours, con cui abbiamo prenotato domattina il fotografico al Lower, anche se non hanno voluto pagamento anticipato né carta di credito a garanzia mi sembra il minimo avvertire. Anche qui nessuna risposta, ma un messaggio in segreteria che avverte che tutti i tour sono sospesi per rischio flash flood.

Torniamo mestamente verso Page, facciamo tappa da Walmart dove ci tiriamo su il morale comprando una versione bonsai della Rand McNally e ci arrendiamo definitivamente al mio “guarda Pa! un flash flood nel parcheggio!”.

Stasera ci aspetta Jeremayiah con un posto tenda tutto per noi al Page Campground … ehm … amore, e se cercassimo una stanza? passiamo al campeggio per avvertire, la signora alla reception, wasp, gentile ed inflessibile, ci fa presente che la policy di cancellazione prevede la gratuità solo per disdette comunicate entro 24 ore dall'arrivo. Vabbé, son venti dollari, pazienza. Avete prenotato un posto tenda? ci chiede il nativo alla scrivania accanto. Eh, si, ma non ce la sentiamo di montarla e dormire sotto il diluvio. Ok ragazzi, a posto così … e buona fortuna per la ricerca della stanza. Ok, è definitivo: faccio ancora il tifo per gli indiani. Jeremayiah, ailoviù. Non è per i venti dollari … è per la gentilezza. La cortesia, come la strxxxaggine, non ha lingua né colore.

Prendiamo possesso di un tavolo e una coca cola da McDonald (ok, dopo aver fallito il tentativo di scroccare il wifi all’esterno ) e con il nostro fiammante McNally aperto davanti ci accingiamo a dare battaglia. E capisco subito a cosa dobbiamo il "buona fortuna" dell’indianino. A Page sono disponibili esattamente due stanze due: una a 299 dollari e l’altra a 320. Ok che abbiamo risparmiato quelli del tour notturno, ma non è così che volevo investirli in alternativa. Tentiamo un po’ di tutto, avvicinandoci via via alla Monument e anche oltrepassandola, ma fino a Bluff tutto pieno, o prenotabile vendendo un rene. Ciascuno.

Eppure sono tranquilla e fiduciosa, anche se Paolo inizia a borbottare … e faccio bene. Non so come, il mio eroe ha scovato un posto a pochi chilometri da Kayenta che ai vari Booking e Trivago pare ignoto, che non ha prenotazione online e nemmeno indirizzo mail … chiama e chiede se hanno una stanza, l’Anasazi Inn dice di si, 90 dollari, e quando stiamo per lasciarci andare a uno yuppiiiiii liberatorio Paolo annuncia che partiamo subito da Page e saremo lì in un’ora e mezza o due, sono le diciassette, più o meno, ed esplode un momento di silenzio fragoroso. Aspetta che sento, non so se siamo ancora aperti tra due ore. Ecco, qui sono stata davvero sul punto di scoraggiarmi … Paolo ripete la richiesta a una nuova voce che ci rassicura, ci aspetteranno. Indovinate cos’è la prima cosa che ho visto quando siamo arrivati? un enorme cartello OPEN 24/24

Anche il cielo è contento per noi, anche se non al punto da smettere di inzupparci ...





Partiamo a razzo … più o meno, visto che guido io, e a un certo punto me ne esco con un raffinatissimo “Però stasera si tr…ascorre la notte in un comodo letto!” che risolleva definitivamente il morale della truppa e ci provoca ripetuti convulsi di ridarella. Audrey Hepburn me fa un baffo, lo so

Dopo un centinaio di miglia e poco più compare alla nostra sinistra quello che ho subito – involontariamente, lo giuro – ribattezzato Anaconda Inn, ma che forse sarebbe più appropriato chiamare Bates Motel. Casette scrostate e un po’ cadenti, l’insegna davanti alla reception che dondola con un sinistro gnieeek gnieeek, il parcheggio davanti alle stanze che è una distesa di fango e di buche, il cagnone randagio, fradicio e depresso che vaga rantolando da una porta all’altra … che fare se non scoppiare a ridere?

Paolo si avventura a fare il check-in e torna (beh, torna, è già qualcosa, mi dico ) quasi soddisfatto, sono amichevoli e gentili, magari non sarà il posto più bello del mondo, ma almeno staremo all’asciutto. Apro la porta della nostra stanzetta e … gnieeeek … sorpresa! E’ grande, carina, con un lettone più enorme di quello di Las Vegas e un bagno più che accettabile e pulito, l’asse da stiro, il frigo e il microonde.

Increduli e contenti, per cena ci dirigiamo a Kayenta, la Città Più Brutta del Mondo, e scartati i vari McDonald’s e Burger King decidiamo (ok, decido ) di buttarci sotto il diluvio al The Blue Pot, che appena entrati scopriremo essere moooolto nativo, come gestione e come frequentazioni: ottimo, mi piacciono i posti dove vanno i locali, non mi hanno mai delusa. Non tutte le cameriere sono amichevoli e sorridenti, ma sono gentili e dopo un po’ di casino tra le ordinazioni nostre e quelle del tavolo accanto – quei due non sapevano cosa avevano ordinato, evidentemente – ci gustiamo un saporito navajo bread e dei tacos farcitissimi, per una somma davvero bassa rispetto alle spese degli ultimi giorni. Niente birra, siamo indiani … ma una coca andrà benissimo.

Torniamo in camera e passiamo la serata a ridere come matti per mille sciocchezze, non vogliamo neanche pensare a un piano B per domani: abbiamo deciso di tenere il piano A che prevede una bella giornata di sole … e semmai ci penseremo domattina.

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