Mercoledì 31 agosto 2016 - La versione di Barbara
Mercoledì 31 agosto 2016
Oggi ci aspetta la seconda delle due avventure che prima di partire mi promettevano il giusto pizzicotto d'aaaaansia
: andiamo a Canyonlands via Potash Road e Shafer Trail. Non che non mi fidi di Paolo, anzi, lo dico sempre che ci andrei a piedi in Australia insieme, se guida lui
. No, il problema è sempre il solito, lo stesso che mi preoccupava per il Delicate, le maledette vertigini ... ma vabbé, alla peggio chiudo gli occhi: con tutta la fatica che ha fatto a trovare il 4x4 dei suoi sogni, a spacciarmelo per midsuv, a farmelo guidare come se fosse una panda, non posso abbandonarlo
. E l'entusiasmo nei suoi occhi ogni volta che mi ha raccontato di quando ha percorso la stessa strada nel 2013 è davvero contagioso.
Il campground di Moab non è lontanamente parente del Devil's Garden, ma è carino, silenzioso, ha una doccia (arredata e corredata di millepiedi e ragni, siamo pur sempre in campagna ... un pensiero solidale al povero Paolo che si è trovato solo con loro dietro la tenda e non è coraggioso come me
) e dei tavoli sotto gli alberi dove è un piacere fare colazione con il nostro sempiterno succo alla patata e i muffin immasticabili del City Market ... aridateme Walmart!
Rapida tappa al supermercato per comprare il pranzo, rapida tappa dal benzinaio che è meglio partire col pieno, rapida tappa ... ah, no, come non detto: mi infilo dietro al camion più lento, grosso e insuperabile del mondo e finalmente usciamo da Moab e raggiungiamo la deviazione che porta alla Potash. Cedo subito il volante, credo che sia il mio record negativo di guida, sta manciata di miglia
. Ovviamente mi scappa la pipì - ho una reputazione da difendere, io! - e ci fermiamo nel solito bagno pubblico che c'è Ovunque Alla Fine del Mondo qui in USA. Il cartello esplicativo accanto all'edificio fa bella mostra delle foto di un sasso, l'originale è quello squadrato e grande davanti a noi, in alto a sinistra, che ci ha conservato intatte delle orme di dinosauro. Le vedete voi? io manco, ma Paolo ha più occhio e le ha individuate, quindi aspettate fiduciosi la sua pagina 

La parte bella non è ancora iniziata, siamo sull'asfalto, eppure non riesco a trattenere la felicità, questo cielo meraviglioso incornicia forme e colori che a lungo ho pensato avrei visto solo in sogno, e invece eccoci qui ... ogni curva è un'emozione. Ogni tanto ci fermiamo e scendiamo a soddisfare la sete delle reflex, ancora dopo un viaggio e mezzo non mi abituo alla magia di questi panorami, delle tinte vive e piene, del sole che scalda tutto e tutto avvolge.



Con qualche incertezza imbocchiamo la sterrata: sarà qui, sarà lì, me la ricordavo più avanti, oddio ci siamo già persi ... e invece no, la via è giusta e comincia il divertimento (per me condito dal solito pizzico di eccetera eccetera, che insaporisce il tutto
). Sono felice come non mai per l'acquisto della GoPlo che tanto mi aveva fatto sogghignare a casa: non credo di poter dimenticare tutto questo, dall'incontro con Sua Maestà il Colorado River alle immagini che mi riempiono l'anima a ogni giro di pneumatico, ma ... quanto sarà bello riviverlo un giorno passo per passo!




La strada è bella e ben tenuta, molto più di quanto mi aspettassi, anche se non mancano le sorprese, che mi consentono di darmi grandi arie d'importanza nello scendere dirigere il traffico. Si vabbé, ci siamo solo noi e ci passa un tir, ma datemela una gioia ogni tanto



Quando arriviamo alle vasche di potassio, il mio cuore si ferma e poi inizia a saltellare di gioia. Questo azzurro abbacinante non l'avevo visto mai, è uno spettacolo meraviglioso e mi perdo, con Paolo perduto a sua volta, con gli occhi strizzati e la mente che trabocca. Ovviamente dopo diecimila scatti con la rete di mezzo ci accorgiamo che c'è un pezzo divelto che permette delle inquadrature decisamente migliori, e allora via da capo con altri diecimila: non per la prima volta mi trovo a riflettere sulla botta di culo di esserci trovati, così uguali. Chi lo ha preceduto, alla quinta o sesta foto mi ci avrebbe messa in ammollo, nelle vasche di potassio. L'amore è ... consumare batteria impunemente






Le soste sono tante, tantissime ... ci ritroveremo con troppe immagini, tante tutte uguali, ma come resistere? vorresti portartelo via in tasca, questo meraviglioso tassello di pace nel puzzle di un mondo impazzito che a volte non mi piace più.


Al Raduno Veneto dello scorso marzo, parlando con lo @Gnagno abbiamo aggiunto al nostro itinerario il Musselman Arch, "che merita davvero, c'è un pezzo di strada un po' stretta, ma niente di che, si fa tranquillamente e poi quando lo vedrete, beh, mi darete ragione di sicuro". Marco, io la ragione del mondo te la do tutta, ma sappi che Paolo ancora mi prende in giro per quel "SEBBECCOLLOGNAGNO"
che mi è proprio uscito dal cuore, quando il mio eroe ha preso in pieno una cunetta nascosta sullo strettissimo tornante della strettissima fascetta di terra spianata sullo strapiombo che porta a raggiungere l'agognato, bellissimo - davvero! - arco, così particolare. Non contenti, sulla strettissima becchiamo anche i lavori in corso: direte, se ci passa quel coso ci passi anche tu. Quello che ho pensato anch'io, ma così, per non perdere l'abitudine, stavolta ci ho lasciato dieci anni di vita, invece del solito, banalissimo pezzetto di cuore. Amore, mi sembri tesa e sudaticcia ... tutto ok? Tesa e sudaticcia? A Pa, mi suda pure la reflex dal terrore! 

Dopo i camion, la stradina si restringe drammaticamente e credo che anche Paolo, pur non confessando, un attimo di strizza lo abbia avuto. Ma fuori di battuta, devo ringraziare Marco sul serio: ci siamo ritrovati soli in un posto di enorme bellezza, qualcosa di particolare persino in un contesto già di suo particolarissimo. Insomma, una deviazione che non solo valeva la pena di fare fino all'ultimo centimetro, ma anche un battesimo del fuoco che mi ha reso lo Shafer Trail praticamente una passeggiata.


E naturalmente ...



(Il mio cuore è ancora in lutto per quel povero Oreo solitario, abbandonato ai rapaci e alle belve della notte)

E dopo l'ennesima doverosa sosta pipì nel solito Bagno sul Nulla, lasciata alle spalle la deviazione per il Musselman, siamo pronti ad affrontare lo Shafer


In scioltezza: Paolo guida veramente bene - spero non ci siano dubbi circa chi abbia passato la giornata al volante
- gli piace e se la gode davvero, e incredibilmente, forse perché i dieci anni li ho lasciati giù prima, me la godo anch'io. Chi ci è stato lo sa, chi non ci è stato dovrebbe provare, ovviamente con le debite precauzioni, la macchina giusta e le capacità necessarie alla guida, è davvero meravigliosa l'ascesa, e quando avvistiamo l'asfalto e l'ingresso di Canyonlands un pochino mi dispiace ... ma come, già finita?





(wow, questa strada l'ho fatta io!)

Canyonlands è enorme, non abbiamo il tempo di visitare molto purtroppo, ma lo avevamo messo in preventivo. Scegliamo Island in the Sky (ma non è il nome più bello di tutti i parchi d'America, ditemi?) fermandoci prima al Visitor Center per i soliti magneti e la mappa del parco, e io mi innamoro perdutamente di un bellissimo pipistrello di peluche, che abbandono con il cuore spezzato perché la voce della ragione mi dice di no, e a quella di rado sono sorda, miseriaccia
. Tappa veloce per il pranzo a base di insalata, sotto un cielo che è diventato soffice e grigio nel giro di pochi attimi, e riprendiamo l'esplorazione.




Arriviamo "solo" al Grand View Point Overlook, purtroppo ... mozza il fiato, e se bisogna fare delle scelte direi che la nostra è stata vincente. Mi trovo per l'ennesima volta con gli occhi lucidi, grata all'universo per i regali che mi fa a piene mani anche oggi, anche in questo viaggio che diventa sempre più bello e vicino a superare quello che credevo inarrivabile dello scorso anno.



(aaaansia!!!)
Sulla strada del ritorno, puntando Dead Horse Point, ci fermiamo a fare il breve trail per il Mesa Arch, uno dei più fotografati all'alba ... ma è bellissimo anche ora, senza folla e senza sole.




Dal Visitor Center del Dead Horse Point la vista spazia sui nostri passi di stamattina ... le emozioni oggi non vogliono finire, tantomeno sbiadire. Mi riporterò in Italia tanto, davvero tantissimo, di questo magnifico oggi.



Qui davanti troviamo anche il tempo di farci una foto "Come Thelmo & Louise"
a bordo rim, nella mia infinita bontà ve la risparmio, ma di certo essere arrivati alla fine di una giornata tanto densa non toglie emozione né fascino alla vista di questa ennesima giravolta del mio fiume americano preferito.


(aaaaansia!!!)

E chiudiamo la giornata con un sorriso, spero che siano ancora felici come allora, Mike e Sue


Oggi ci aspetta la seconda delle due avventure che prima di partire mi promettevano il giusto pizzicotto d'aaaaansia
Il campground di Moab non è lontanamente parente del Devil's Garden, ma è carino, silenzioso, ha una doccia (arredata e corredata di millepiedi e ragni, siamo pur sempre in campagna ... un pensiero solidale al povero Paolo che si è trovato solo con loro dietro la tenda e non è coraggioso come me
Rapida tappa al supermercato per comprare il pranzo, rapida tappa dal benzinaio che è meglio partire col pieno, rapida tappa ... ah, no, come non detto: mi infilo dietro al camion più lento, grosso e insuperabile del mondo e finalmente usciamo da Moab e raggiungiamo la deviazione che porta alla Potash. Cedo subito il volante, credo che sia il mio record negativo di guida, sta manciata di miglia
La parte bella non è ancora iniziata, siamo sull'asfalto, eppure non riesco a trattenere la felicità, questo cielo meraviglioso incornicia forme e colori che a lungo ho pensato avrei visto solo in sogno, e invece eccoci qui ... ogni curva è un'emozione. Ogni tanto ci fermiamo e scendiamo a soddisfare la sete delle reflex, ancora dopo un viaggio e mezzo non mi abituo alla magia di questi panorami, delle tinte vive e piene, del sole che scalda tutto e tutto avvolge.
Con qualche incertezza imbocchiamo la sterrata: sarà qui, sarà lì, me la ricordavo più avanti, oddio ci siamo già persi ... e invece no, la via è giusta e comincia il divertimento (per me condito dal solito pizzico di eccetera eccetera, che insaporisce il tutto
La strada è bella e ben tenuta, molto più di quanto mi aspettassi, anche se non mancano le sorprese, che mi consentono di darmi grandi arie d'importanza nello scendere dirigere il traffico. Si vabbé, ci siamo solo noi e ci passa un tir, ma datemela una gioia ogni tanto
Quando arriviamo alle vasche di potassio, il mio cuore si ferma e poi inizia a saltellare di gioia. Questo azzurro abbacinante non l'avevo visto mai, è uno spettacolo meraviglioso e mi perdo, con Paolo perduto a sua volta, con gli occhi strizzati e la mente che trabocca. Ovviamente dopo diecimila scatti con la rete di mezzo ci accorgiamo che c'è un pezzo divelto che permette delle inquadrature decisamente migliori, e allora via da capo con altri diecimila: non per la prima volta mi trovo a riflettere sulla botta di culo di esserci trovati, così uguali. Chi lo ha preceduto, alla quinta o sesta foto mi ci avrebbe messa in ammollo, nelle vasche di potassio. L'amore è ... consumare batteria impunemente
Le soste sono tante, tantissime ... ci ritroveremo con troppe immagini, tante tutte uguali, ma come resistere? vorresti portartelo via in tasca, questo meraviglioso tassello di pace nel puzzle di un mondo impazzito che a volte non mi piace più.
Al Raduno Veneto dello scorso marzo, parlando con lo @Gnagno abbiamo aggiunto al nostro itinerario il Musselman Arch, "che merita davvero, c'è un pezzo di strada un po' stretta, ma niente di che, si fa tranquillamente e poi quando lo vedrete, beh, mi darete ragione di sicuro". Marco, io la ragione del mondo te la do tutta, ma sappi che Paolo ancora mi prende in giro per quel "SEBBECCOLLOGNAGNO"
Dopo i camion, la stradina si restringe drammaticamente e credo che anche Paolo, pur non confessando, un attimo di strizza lo abbia avuto. Ma fuori di battuta, devo ringraziare Marco sul serio: ci siamo ritrovati soli in un posto di enorme bellezza, qualcosa di particolare persino in un contesto già di suo particolarissimo. Insomma, una deviazione che non solo valeva la pena di fare fino all'ultimo centimetro, ma anche un battesimo del fuoco che mi ha reso lo Shafer Trail praticamente una passeggiata.
E naturalmente ...
(Il mio cuore è ancora in lutto per quel povero Oreo solitario, abbandonato ai rapaci e alle belve della notte)
E dopo l'ennesima doverosa sosta pipì nel solito Bagno sul Nulla, lasciata alle spalle la deviazione per il Musselman, siamo pronti ad affrontare lo Shafer
In scioltezza: Paolo guida veramente bene - spero non ci siano dubbi circa chi abbia passato la giornata al volante
(wow, questa strada l'ho fatta io!)
Canyonlands è enorme, non abbiamo il tempo di visitare molto purtroppo, ma lo avevamo messo in preventivo. Scegliamo Island in the Sky (ma non è il nome più bello di tutti i parchi d'America, ditemi?) fermandoci prima al Visitor Center per i soliti magneti e la mappa del parco, e io mi innamoro perdutamente di un bellissimo pipistrello di peluche, che abbandono con il cuore spezzato perché la voce della ragione mi dice di no, e a quella di rado sono sorda, miseriaccia
Arriviamo "solo" al Grand View Point Overlook, purtroppo ... mozza il fiato, e se bisogna fare delle scelte direi che la nostra è stata vincente. Mi trovo per l'ennesima volta con gli occhi lucidi, grata all'universo per i regali che mi fa a piene mani anche oggi, anche in questo viaggio che diventa sempre più bello e vicino a superare quello che credevo inarrivabile dello scorso anno.
(aaaansia!!!)
Sulla strada del ritorno, puntando Dead Horse Point, ci fermiamo a fare il breve trail per il Mesa Arch, uno dei più fotografati all'alba ... ma è bellissimo anche ora, senza folla e senza sole.
Dal Visitor Center del Dead Horse Point la vista spazia sui nostri passi di stamattina ... le emozioni oggi non vogliono finire, tantomeno sbiadire. Mi riporterò in Italia tanto, davvero tantissimo, di questo magnifico oggi.
Qui davanti troviamo anche il tempo di farci una foto "Come Thelmo & Louise"
(aaaaansia!!!)
E chiudiamo la giornata con un sorriso, spero che siano ancora felici come allora, Mike e Sue
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