20 dicembre 2019 - Vazquez Rock, Getty Villa, Santa Monica

Venerdì 20 dicembre 2019


La notte trascorre meno tormentata del previsto: ormai siamo anziani e ci basta un intercontinentalino qualsiasi per crollare addormentati a dispetto della finestra vista autostrada :D


La tariffa della nostra stanza prevede il solo pernottamento, ma il motel mette gentilmente a disposizione degli ospiti muffin, caffè, fiocchi d'avena e qualche mela ... apprezziamo moltissimo, soprattutto perchè ci permette di non perdere tempo.







Alle 7.45 siamo in viaggio verso la Vazquez Rock, dove arriviamo verso le 8.30, addirittura in anticipo sulla tabella di marcia ... viaggiare in direzione contraria al traffico aiuta, e partire relativamente presto anche.

E' incredibile come a mezz'ora di strada da una delle città più popolate e caotiche del mondo il paesaggio si faccia così bucolico e solitario ... 





Quello che circonda la Vazquez Rock è un ambiente surreale e bellissimo, dall'atmosfera lunare ... un sole magnifico e il cielo blu fastidio ci accompagnano nella breve ma piacevolissima passeggiata. Passeggiata che, fedeli a noi stessi, iniziamo perdendoci appena dopo il Visitor Center, a quest'ora ancora chiuso 😆 

Poco dopo aver imboccato la strada sbagliata incontriamo per foruna uno degli addetti del Parco che ci rimette sulla retta via, non prima di averci raccontato di essere rumeno e di aver vissuto qualche mese a Roma (aaaaaahhh, Roma! aaaaaah, Iteeeeelia!) prima di trasferirsi qui. Ci raccomanda di firmare il guest book e ci augura una buona passeggiata ... Americani nati o acquistati, tutti attaccabottone come me li ricordavo sono 😄
























La Vazquez Rock è stata utilizzata più volte come set per vari film, in particolare rimane memorabile la sua comparsa in Star Trek, nell'epica battaglia tra il Capitano Kirk e il temibile Gorn. Mi perdonino i fan di Star Trek ma io che non avevo mai visto una puntata, durante la seduta preparatoria a casa ho passato tutto l'episodio a rotolare dalle risate ... che tenerezza però 😉














Anche oggi c'è aria di cinema, questa mega roulotte attende un gruppetto di tecnici che armeggiano con luci, lampadone, aggeggi misteriosi. Cerco di candidarmi a novella Gornessa, purtroppo la mia folgorante beltà mi rende inadatta al ruolo e devo accontentarmi di scattare come se il mio nuovo 16/80 fosse una mitraglietta 😢


























La giornata è splendida e calda, ci congediamo da questo posto bellissimo e solitario con un sorriso soddisfatto e per la mia felicità il mio Pandone mi accontenta e si dirige verso la nostra prossima tappa imboccando il Topanga Canyon. In realtà io volevo solo la soddisfazione di percorrere una delle strade più nominate nei libri-americanata che leggevo da giovane, ma restiamo entrambi piacevolmente sorpresi, tanto dalla vista che si gode dalla piazzola in cima alla collina dove facciamo sosta quanto dalla bellezza della strada in sé, facile e splendida come spesso sono le strade californiane. 




















Il Canyon sbocca proprio di fronte all'Oceano, e la vista improvvisa del mare leva il fiato e mette di buon umore ... ancora di più, intendo. 














Ed eccoci a Malibu: ormai qualche mese fa abbiamo prenotato il parcheggio per la Getty Villa (ebbene sì, l'ingresso è gratuito, il parcheggio si paga 20 dollari a macchina, gli ingressi giornalieri sono limitati e non è detto che si trovi posto senza prenotazione ... si paga comunque sul posto).


Nata dalla mente vulcanica del simpatico miliardario americano, la Getty Villa è costruita appositamente per ospitare parte della sterminata collezione d'arte da lui accumulata nel corso degli anni sulla medesima architettura della tuttora sepolta Villa dei Papiri di Ercolano. Confesso che la curiosità di vedere questa fedele ricostruzione è ciò che mi ha spinto a decidere per questa visita ... ma la sorpresa che mi ha riservato la quantità e qualità delle opere esposte è stata una sorpresa stupefacente. 


 



Una piccola parte è in prestito dal British Museum ed occupa una sala affacciata sull'atrio, tutto il resto della collezione è di proprietà della Fondazione dell'eccentrico miliardario, morto nel 1976 prima di vedere la Villa completata. 

Non posso che ringraziarlo per la bella idea, passeggiare nel 79 d.C. ammirando capolavori di una bellezza commovente ha aggiunto molto a una giornata comunque già bellissima. 














Prima di dare avvio all'esplorazione ci concediamo un caffè e una fetta di torta che fa provincia, e una volta debitamente rinfrancati ci perdiamo e perdiamo il senso del tempo tra una sala e un peristilio, tra un giardino e una fontana, tra un busto e un'iscrizione. 




























 Sul più bello del rapimento mistico, mentre sto scattando questa foto a uno splendido Ercole, la reflex emette un grido rauco ed esala quello che per un attimo temo essere il suo ultimo respiro. Vado in panico subito, ma mi riprendo altrettanto in fretta: è la maledetta scheda memoria nuova da 128GB che è andata in tilt ... la cambio e passa la paura, anzi passerà a casa quando avrò la certezza che almeno le foto scattate si sono salvate. 































































 Alla seconda sala abbiamo smesso di chiederci quanti soldi avesse 😀















A fine visita pranziamo al bar del museo: un sandwich ai funghi con insalata e un buonissimo piatto mediterraneo con hoummous, feta, falafel, olive e quant'altro ... uno tra i pasti migliori di questo viaggio da cui tornerò francamente esausta di unti, fritti e spocegotti.





Stiamo per uscire quando il mio amato sfodera il lato oscuro ... splendida visita! la prossima volta andiamo al Getty Museum, gli dico. Va bene, mi risponde, tanto faremo presto, non è molto frequentato. Perché, gli chiedo nonostante quasi sei anni d'ammmmmòre, ancora ingenua come un'oca. Ma sì, mi risponde trionfante, ci sono sempre i soliti Quattro Getty. 

No, tranquilli, non ho chiesto il divorzio. Non ancora. 😆

Si sono fatte ormai le quasi le sedici e puntiamo Sycamore Cove, che ci siamo segnati per il tramonto, che sarà bello ma non memorabile (come il passaggio per Malibu, del resto, pensavo meglio) e ci regalerà un'oretta di relax pigrotto e un sacco di AVADA KEDAVRA lanciati a casaccio contro i troppi che ci invadono l'inquadratura, gabbiani o umani che siano 😃


























 
































































Sono da poco passate le diciassette, abbiamo tempo di buttare un'ora al Camarillo Outlet: sette paia di jeans, cinque magliette, dodici mutande e sei T-shirt tra roba mia, roba di Paolo e regali, per una cifra tutto sommato ancora ridicola anche se non quanto quattro anni fa ... ci sarebbe anche la Merrell, niente scarpe perché sono già oltre la mia soglia di tolleranza-shopping e ho sonno e ho fame 😎

Evviva, per almeno sei mesi niente negozi per me 💓

Confesso che mi sono ignominiosamente addormentata lungo la strada di ritorno al Pier di Santa Monica, per fortuna Paolo è un santo e riesce ancora a tenere gli occhi aperti.

Per fortuna siamo in anticipo rispetto a ieri sera, sono circa le diciannove quando ci sediamo al tavolo all'Albright, che ci ha cacciati ieri sera perché stavano chiudendo a un orario in cui a Roma inizio a prepararmi per l'aperitivo ... ma li perdoniamo perché la clam chowder è divina, le ostriche sono favolose e il fish taco è buonissimo. Caro Bubba, impara. 












E a conclusione di questa giornata bellissima ... finalmente nanna!

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