Giovedì 28 agosto 2025
Oggi colazione rigorosamente in stanza con biscottoni scaduti e Muffin Victoria Sponge in scadenza, poi con calma si parte per Scotney Castle, una delle nostre adorate “tappe google maps”: apri il sito ecominci a fare giri concentrici a partire dall’indirizzo dell’hotel, quando trovi qualcosa che ti garba ti fermi, lo studi e se è abbastanza sconosciuto lo punti e lo includi nel giro.
Questo sito ha il difetto di molti altri nella Perfida – o forse siamo solo noi romani, veri e finti, ad essere abituati troppo bene con gli orari – che si ostinano ad aprire ad orari inumani: alle 10 i giardini, alle 11 l’Old Castle, uffa. Nonostante la tappa garlic mayo da Marks & Spencer arriviamo in anticipone, i cancelli sono ancora chiusi e non c’è posto per sostare lungo la strada, quindi ci concediamo un lungo giro per le bellissime stradedimmerda nella campagna inglese, stupende ma strette, tortuose, trafficatissime, invariabilmente a doppio senso anche dove a malapena passa un triciclo … del resto sono così pittoresche che si perdona loro tutto.
Finalmente il cancello è aperto, parcheggiamo e dopo una decina di minuti di passeggiata nel nulla arriviamo alle casse, dove grazie al FAI ci impossessiamo di due ingressi gratuiti. Ma niente paura, rimediamo subito, altrimenti le sterline nel portafogli potrebbero agitarsi: ne investiamo ben 13 per quattro libri nella bellissima Second Hand della Charity del National Trust … non per la prima volta notiamo quanto gli inglesi sembrino decisamente più propensi di noi alla lettura, alla condivisione, al riuso, i libri a disposizione sono tutti quasi nuovi e costano una sciocchezza, e quasi ogni sito turistico e culturale ha il suo angolo seconda mano, per non parlare di quante piccole deliziose biblioteche abbiamo incontrato anche nella più sperduta delle campagne.




Nel frattempo tra una pipì e l’altra, un giro in giardino e un acquisto letterario si fanno quasi le undici e
scendiamo al bellissimo, scenografico Old Castle, abbandonato e appositamente semidemolito dai
proprietari all’inizio del secolo scorso per renderlo più pittoresco, mentre si trasferivano nella nuova e
più confortevole residenza.
Le nostre magliette sceme fanno di nuovo colpo, la custode all’ingresso della piccola mostra
fotografica allestita nella costruzione superstite si diverte all’idea di questi due anziani orsetti italiani
che se ne vanno in giro con le polo uguali personalizzate, e ce ne andiamo felici di aver lasciato
nell’aria un’altra risata.
A rattristarci pensa la mostra fotografica sulla natura del Grande Nord, bellissima e drammatica …
come stiamo riducendo il mondo, e come potremo mai perdonarcelo?










Torniamo verso la residenza principale per visitarla, e ci perdiamo piacevolmente via come sempre
quando si tratta di antiche famiglie inglesi, soprattutto se possiedono un patrimonio di oltre seimila libri
e magari hanno hanno ospitato reali, politici, primi ministri, industriali famosi che ci divertiamo a
riconoscere nelle foto sparse per le stanze. L’ultimo proprietario di Scotney Castle è mancato nel 1970
senza figli, e la moglie ha vissuto qui fino al 2006, quando se ne è andata due settimane prima di
compiere cent’anni.
Il National Trust ha ereditato la tenuta e l’ha aperta al pubblico nel 2007, e tutto è rimasto esattamente
come l’ha lasciato lei … un paio di volontari ci attaccano bottone e ci raccontano un sacco di curiosità
e aneddoti sulla casa e la famiglia, e da buoni pettegoli quali siamo, ben felici li ascoltiamo con
entusiasmo.

















Dopo un pranzo veloce alla caffetteria del castello, concluso con l’inevitabile dolcino, ci dirigiamo
verso Hever Castle, che aspetto con entusiasmo da ben prima che iniziassimo a progettare questo
viaggio: qui è cresciuta Anna Bolena, e qui ha vissuto Anna di Cleves: chi meglio dei Tudor si presta
al pettegolezzo? Dopo tante biografie lette, e tanti romanzi, sono in un brodo di giuggiole, i miei
disadattati preferiti qui a mia disposizione, che meraviglia!








Per la nostra delizia scopriamo che nel 1908 Hever Castle fu acquistato da William Waldorf Astor, che
al grido di “Un gentiluomo non può vivere in America!” se ne prese cura e ne fece la sua residenza
preferita, prima di lasciarla al figlio, John Jacob Astor V (il IV era colato a picco col Titanic), eroe di
guerra e primo Barone Astor di Hever, grande amico di Winston Churchill che fu spesso ospite qui.
Per il nostro animo da comari potrebbe anche bastare … e invece no: scopriamo anche che la Queen
Mother accettò finalmente proprio nel salotto di Hever Castle la terza proposta di matrimonio di Bertie,
dopo aver rifiutato le prime due perché trovava che come Duchessa di York la sua vita privata non
sarebbe stata abbastanza privata. Non sapeva di avere appena accettato di diventare la futura regina,
porella lei … anche la Betty ha sempre avuto un debole per questo castello, e non ne siamo sorpresi.
Enricotto, Enricottino! ma darsi una calmata no? 💖
Stanchi, ma sazi e soddisfatti, dopo il giro delle stanze Tudor e dei costumi dell’omonima serie che
data la mia idiosincrasia per la TV probabilmente mai vedrò, ci accingiamo a ciucciarci un’altra
mezzora di pittoresche stradedimmerda (San Pandino Martire delle Country Roads 😄) e andiamo a
combattere con la valigia.
Bagno caldo (wow, una vasca!) un po’ di relax e poi Ultima Cena in un pub che occupa un vecchio e
bel teatro, diventato cinema nel 1931, sala bingo negli anni ’70 e poi finalmente locale della catena JD
Wetherspoon: solo 20.66 sterline per una pie, un curry e due pinte … magari la pie era di pantegana e
il curry scaduto, ma erano buoni, e le pinte davvero superbe. Abbiamo chiuso in bellezza, cara
vecchia Perfida, ti amiamo più di prima 💘
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