21 Agosto 2025

21 Agosto 2025 - Portsmouth

Oggi dedichiamo la giornata alla visita di Southampton, ma prima... lavanderia!

Troviamo una lavanderia a gettone a Shirley, che ha un parcheggio proprio davanti e soprattutto, ha vicino una caffetteria. Quando arriviamo sul posto, scopriamo che la caffetteria è portoghese e ha dei fantastici pasteis de nata!


Ci aggiungiamo un muffin di riso, 2 cappuccini (il mio tentativo di averlo freddo è miseramente fallito) e una volta terminata l'asciugatura del bucato, siamo pronti per partire, direzione parcheggio della stazione a Southampton.

Da qui, sono pochi passi per il Seacity Museum, che racconta la storia della città e ha una mostra permanente sul Titanic, che da qui partì per il suo unico viaggio.


La mostra si concentra soprattutto sui "sotonians" (gli abitanti di So'ton, come è chiamata in zona la città) imbarcati sulla nave come membri dell'equipaggio, di chi si è salvato e di chi fa parte dei circa 400 Sotonians morti in mare.

La cosa più impressionante è vedere la mappa della città con un puntino rosso su ogni indirizzo dove si è verificato un decesso, le strade sono letteralmente disseminate di questi puntini.

Alcuni tableau mostrano le testimonianze di chi si è salvato, le storie di chi è morto cedendo il posto ad altre persone, c'è la ricostruzione di una cabina di 2° classe e alcune memorabilia, come l'orologio di un ufficiale.




L'edificio occupato dal museo era la centrale di polizia di Southampton e al piano terra è possibile vedere ancora le celle e anche i bagni ricordano quel passato...


Inoltre, in occasione del 250 anniversario della nascita di Jane Austen, c'è una piccola mostra dedicata alle sue gite a Southampton, piccola ma interessante, così come l'esposizione dedicata alla storia della città e la sua attività principale, il porto. 
Molto interessante anche l'esposizione di macchine da gioco ancora funzionanti, dai vari tiri a segno, a Zoltar e tante sue varianti, la zingara che scrive e naturalmente, le gru che pescano...


E riesco a conquistare una paperella per la mia Pandina!!! 😁😁😁😁

Tutta 'sta cultura mette fame e decidiamo di restare leggeri, ci prendiamo una bento box in un asiatico sulla strada, da mangiare naturalmente con le bacchette... Ora tutti coloro che sono pratici di ristoranti asiatici sanno benissimo che tirare su i noodles o il riso con le bacchette è facile almeno finché ce ne sono tanti... se ne restano pochi, prendere quell'ultimo spaghetto è un'impresa degna di un samurai...

La mia Barbara non lo sa, ma qualche volta è una testa dura e cerca di non lasciare nemmeno una briciola nella ciotola, ma l'ultimo avanzo resiste, scivola, si divincola scappa dall'altro lato del piatto, manco fosse dotato di vita propria.

Io, mosso a pietà le dico:

"Use the Fork, Pandina"

E il risultato è questo...



Comunque, recuperato con una forchetta quell'ultimo boccone, tentiamo la fortuna in quello che sarà il nostro ultimo caffè espresso del viaggio in un Caffè Nero, visto che poi non ci abbiamo più provato vi da un'indicazione sulla sua bontà!

Una volta sparito il sapore di caf... no, non sapeva nemmeno di caffè, ci dirigiamo verso la Tudor House, una residenza con più di 500 anni di storia, costruita da un ricco mercante che ha unito 3 case più piccole.




Su molti degli stipiti di porte e finestre era inciso un simbolo piuttosto articolato, che abbiamo trovato in altre case dell'epoca. Era detto Witch Mark o Folks Mark ed era un simbolo che serviva a tenere lontani gli spiriti maligni, le streghe e il malocchio ed era disegnato su tutti i possibili punti di ingresso.






Nei secoli ha attraversato varie vicissitudini, si è espansa fino ad arrivare alle mura Normanne, è stata divisa di nuovo, riunita, divisa ancora e a fine '800 era diventata un tugurio insalubre, divisa com'era in tanti cubicoli affittati ai più poveri, pronta per essere abbattuta per fare spazio ad altro.

Fortunatamente, fu acquistata da William Spranger, un filantropo locale, con l'obiettivo di farne un museo, l'ha restaurata e nel 1912 ha aperto al pubblico ed è rimasto aperto durante la II Guerra Mondiale, nonostante i bombardamenti abbiano distrutto la casa vicina.



Oggi siamo di passeggiata e scendendo verso il mare, sorpresa, ci sono alcuni volontari dell'English Heritage che hanno aperto la Merchant House, che è stata la dimora di Fortin, mercante di vini francese che qui aveva la sua casa e la sua rivendita.


Alla fine, anche grazie alle chiacchiere con uno dei volontari, questa visita è stata molto interessante, il primo nucleo della casa è stato costruito nel 1290, nei secoli è stata un dormitorio per lavoratori, un pub e infine, un bordello, durante la IIGM, quando è stata colpita da una bomba... e per fortuna!!!

La sua struttura era profondamente cambiata, la costruzione originale era stata nascosta da muri aggiunti e si era persa memoria delle sue origini, la bomba colpì un angolo della casa e la demolizione del muro svelò il segreto nascosto.





Continuiamo la nostra camminata verso il mare passando per la porta della città e per la zona commerciale, dove troviamo alcune attività un po' particolari, ma perfette per la streghetta che porto con me, una targa che ricorda il passaggio di Jane Austen proprio da queste parti con una delle nipoti, per arrivare all'imbarcadero, dove domani prenderemo il nostro traghetto per l'Isola di Wight, che da 3 mesi si è piantata nella mia testa con

Sai cos'è l'isola di Wight?
È per noi l'isola di chi
Ha negli occhi il blu
Della gioventù
Di chi canta, hippi-hippi-pi
Hippi-pi
Hippi-pi









Stanchi e soddisfatti torniamo in camera per un po' di relax, quindi andiamo a piedi verso il ristorante indiano, davvero ottima cena stasera!









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