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22 agosto 2016 - Grand Canyon - Page - La versione di Barbara
LUNEDI' 22 AGOSTO 2015
Ci svegliamo convinti che siano le sei, due coccole, la doccia, poi
vengo mandata in missione: recupero muffin e succoallapatata in
macchina, che faffreddofreddissimo ma vogliamo fare colazione lo stesso
sulla panchina della veranda. Appena metto il naso fuori ... ooooohhh,
c'è il sole che si stiracchia voluttuoso, e il cielo è blu, che
meraviglia! Presto, presto, facciamo colazione veloci e torniamo subito
al Bright Angel Point, che è un delitto non rifarlo in quest'aria
cristallina, in questo mondo che sembra tutto nuovo e magico. Che regalo
ci siamo fatti ...
Abbiamo lasciato gli orologi sul fuso dello Utah, e quelle che crediamo
le sette sono in realtà le sei, che meraviglia ... i fotografi dell'alba
stanno lasciando il viewpoint, c'è pochissima gente e il sentiero è
quasi solo per noi. Noi e il violinista misterioso, che suona nascosto
dietro una roccia a metà trail ... ormai mi conoscete, non c'è bisogno
di dirlo: lacrimoni e sorrisi, commozione a mille. Non bastasse la
bellezza assoluta del Canyon nel sole a graffiarmi il cuore, ecco la
musica a portarmi via l'anima.
E non è finita ... arriviamo al Bright Angel Point, consumando quelli
che un tempo sarebbero stati una decina di rullini, con il cuore in
festa. Altri lacrimoni per me, altri sorrisi per Paolo, ci abbracciamo
in un silenzio pieno di felicità, accettiamo la gentilezza di una coppia
di americani che vuole ricambiare il favore facendoci una foto insieme,
guardiamo con gli occhi spalancati una ragazza piccola piccola e
agilissima che fa acrobazie. Paolo scatta come se non ci fosse un
domani, poi la chiama e le mostra le foto ... che bello vedere
l'entusiasmo con cui ci dà la sua mail per averne copia (Pa, ovviamente
l'hai mandata, vero?
), che bello il sorriso con cui mi regala una spilla con il simbolo del
tuono per buona fortuna. Che bello vederla sedersi a bordo rim con il
suo stonatissimo ragazzo e cantare God bless America a gola spiegata,
girati verso il sole ... potevo non rubare una foto anch'io?
Torniamo verso il Grand Canyon Lodge e ci concediamo una seconda
colazione al caffé, seduti sotto il portico ... al parcheggio tento di
fare amicizia con un chipmunk neanche maldisposto, ma ho ancora su
l'11/16 e nel tempo - bravissimo, sono diventata brava - che impiego a
recuperare il 18/200 il mio quasi amico mi lascia. Pazienza, era
simpatico, ma si vede che non ero il suo tipo. Anzi no, eccolo lì ... e
comincia per tutto il parcheggio un inseguimento per cui il mio treenne
nipotino sarebbe fierissimo di me 
Dopo il fuori programma al Bright Angel partiamo, comunque in orario,
per la sezione orientale: Angel's Window e Cape Royal, e lungo il
tragitto più che mai ringrazio mentalmente Derio che ci ha incoraggiati a
passare di qui, questo posto mi ha lasciato un solco nel cuore come
pochi altri. La strada è lunga e bellissima, la foresta straziata
dall'enorme ferita di un incendio di qualche anno fa, una piccola fitta
dolore dentro per tanta devastazione ma anche la gioia di vedere il
sottobosco in ripresa e qualche giovane timido albero che si affaccia
alla vita, e penso una volta di più che il mondo non ha bisogno
dell'umanità in fondo, che quando saremo finiti la natura si riprenderà i
suoi spazi ridendo di noi, e ammetto che questo pensiero mi dà un gran
piacere.
Dal parcheggio semideserto del trail per Angel's Window iniziamo una
delle passeggiate più belle di questo viaggio fantastico ... ma poi,
come faccio a fare classifiche? come faccio a mettere qualcosa
all'ultimo posto, che sono tutti lì a sgomitare per il primo?
impossibile ... ma questa, questa è davvero speciale. Il sole ci sorride
ancora, il vento ci fa compagnia, portandoci le voci dei rari turisti,
il Canyon si dispiega con sorridente maestà ai nostri sguardi ... ecco,
forse una delle cose che me l'hanno fatto amare più di altri posti è la
meravigliosa solitudine che abbiamo potuto goderci qui. Se mi ero
innamorata del South Rim, invaso dalle truppe del viaggio forzato come
pochi altri parchi, non posso che perdere completamente la testa ed il
cuore davanti allo spettacolo speculare e più bello e solitario che mi
posso godere qui senza pagare il biglietto.
Lungo la via del ritorno ci fermiamo anche ai viewpoint che più ci
ispirano ... scopriamo con delusione che le Walhalla Ruins che volevamo
vedere da vicino sono giusto qualche centinaio di metri più in basso e
più avanti, e qui per consolarmi provo a fare un book a un altro
pelosino che pare aspettarmi in posa da scoiattolin-up e invece perfido e
crudele appena poggio il dito sul tasto dello scatto, tiè, sparisce,
guadagnandosi il mio indignato "sei proprio uno sxxxxzoiattolo" e il mio
odio imperituro 
Mi risollevano il morale il Roosevelt Point e il breve sgarrupatissimo
trail che da lì parte: non sembra nemmeno di essere in USA, l'erba è
alta e il sentiero si vede appena, che meraviglia, un posto selvatico e
deserto ... dove ovviamente troveremo una coppia di italiani. Siamo
davvero come il prezzemolo
.
Arrivati a un punto panoramico, avvertiamo un brontolio, Paolo sempre
premuroso mi chiede se sia la mia pancina ma ... ahimé no. E' la nuvola
di Fantozzi all'orizzone, ci ha trovati. Un magnifico temporale in
lontanza e ... "Non ci provare nemmeno. Se prendi un altro fulmine ti butto di sotto, sallo". Okay, niente, scherzato 
Cerchiamo di non incupirci di pari passo con il cielo, e non è neanche
difficile ... è tutto talmente bello qui che non riesco a prendermela
per nulla. Puntiamo il muso della belva in direzione Page, torniamo
indietro lungo la strada che mi ha fatto innamorare, quasi riportandomi
alle mie Dolomiti, ma con tante cose diverse che rendono piacevole la
sensazione di estranea familiarità che provo qui.
(okay, era leaving, ma noi non ci si formalizza mai :p)
Lasciato il parco, dopo una ennesima giravolta ... oooohhhhh ... questa
poi non me l'aspettavo, che spettacolo magnifico le Vermillion Cliffs
sotto la tempesta! Paolo non è proprio totalmente d'accordo con me, ma
quel che mi piace di lui è che alla fine un sorriso e una risata riesce
sempre a tirarli fuori anche nei disastri della vita, ne ho avute un
sacco di prove negli ultimi tempi, figuriamoci per un po' di pioggia.
Soste foto come se piovesse ... ah no, piove proprio
... e poi ci fermiamo, con uno scenografico e pittoresco temporale in
arrivo, in uno scenografico e pittoresco angolo di mondo che ospita un
minimarket e una specie di trattoria gestita da scenografici e
pittoreschi nativi. La camerierona è gentile e sorridente, sebbene di
poche parole, e i nostri piatti sono deliziosi, come la birra di Paolo
(io non posso, devo guidare quindi bevo la sua), anche se almeno nel mio
caso ben poco americani: un mattoncino di brie con verdure e tapenade.
Buonissimo!
Gli elementi continuano ad infuriare in lontananza, il mio ottimismo non
demorde, gli Antelope li abbiamo domani e c'è tutto il tempo perché
esca un sole sfolgorante come quello di stamattina ... e poi dai, due
allagamenti in due anni no, non è possibile. Domani è il nostro secondo
anniversario, sono sicura che lo festeggeremo con tutti i crismi e se ci
andasse male ... pazienza, ci riproveremo, ho la testa dura io.
E la strada ci riserva nuove bellissime sorprese ... ciao Colorado!
Arriviamo a Page e senza la pioggia scrosciante dell'anno scorso quasi non la riconosco 
Per scaramanzia non abbiamo prenotato nel campeggio
di Jeremayah, vedi mai che ci porti sfiga di nuovo, ma da LuLu, un
b&b di periferia, carino e confortevole quanto basta, anche se un
po' datato e con le stanze piccoline: è comunque un lusso rispetto alla
tenda, costa poco per la media di Page, e siamo complessivamente davvero
soddisfatti.
Per raggiungerlo passiamo davanti a una chiesa, una chiesa, una chiesa,
una chiesa ... alla dodicesima sto per chiamare l'esorcista, per fortuna
Paolo mi rassicura, le vede anche lui, e mi spiega che il piano
regolatore di Page (che è nata nel 1957, è più giovane di mia madre!) ha
previsto blocchi divisi per tipo di servizi. Vabbé, tanta spiritualità
tutta insieme mi opprime, ma contenti loro ... per fortuna poi inizia il
blocco scolastico, quello si che mi piace!
Non c'è reception ma nella cucina/ufficio/wifi point troviamo una busta
con la combinazione della serratura della nostra stanza, ci sistemiamo,
facciamo conoscenza con il gatto di casa, rapida tappa da Walmart per la
colazione di domani mattina e un paio di altre cosette ... e qui come
sempre, stretta al cuore e sberla di tristezza in piena faccia davanti
alle cassiere curve e piene di rughe, qualcuna in vena di chiacchiere,
qualche altra troppo stanca persino per sorridere ... Paolo dice che si
capisce il mio orientamento politico ogni volta che apro bocca, ma non
so se sia necessario avre un qualche tipo di idea nel campo per pensare
che una società che abbandona e disprezza i suoi deboli e i suoi ultimi
in questo modo è una società fallita. Per l'ennesima volta penso che se
anche adoro questo Paese non vorrei vivere qui per tutto l'oro del
mondo.
Quando usciamo dal supermercato una piccola nuvola triste è sospesa sul
mio capo, ma in un attimo arriviamo all'Horseshoe Bend per il tramonto
(scarsino, pazienza), e mentre metto gli scarponcini e sorrido leggendo
gli allarmanti saggissimi cartelli a inizio trail, si dissipa in fretta.
Dieci minuti di sgambata e arriviamo nei pressi dell'ansa. Oooohhh,
leva il fiato, che meraviglia!
Purtroppo e come sempre, alla meraviglia si unisce la paralisi ...
invidio caramente e con tutto il cuore quelli che puntano i cavalletti e
se stessi nelle posizioni più improbabili a bordo precipizio, invidio
ancora di più le ragazzine che si fanno i selfie praticamente in volo,
invidio la gente normale che semplicemente riesce ad avvicinarsi tanto
da guardare giù e godersi il gomito del Colorado nella sua interezza.
Paolo insiste perché mi avvicini, ma davvero le gambe non mi reggono,
sono terrorizzata e non ci posso fare nulla ... non è una cosa che si
possa spiegare, e spero per tutti voi altri che non possiate capire.
Paolo insiste ancora, e di nuovo gli spiego che non ce la faccio, e qui
... il Patatrac. Il Disastro. L'Orrore. La Discussione, la prima in due
anni. Non ho ancora capito cosa sia successo: mi volta le spalle, si
allontana e mi mette il muso. Il muso? 
Fase uno, Stupore e tremori: ma come, i panda sanno mettere il muso? e per una cosa così? 
Fase due, Furore: okay, adesso lo prendo a sberle!
Fase tre, Nemesi: il mio secondo nome è Gandhi, non posso picchiarlo, gli metto il muso anch'io.
Fase quattro, Una storia crudele: no, niente muso, non sono capace e comunque posso fare di peggio
. E' vero, sono fuori esercizio da anni e non è nelle mie corde, ma ...
quanno ce vo' ce vo'. Mi impegno giusto un po' e grazie a un
autopizzicotto ben assestato riesco a spremere se non i lacrimoni che
vorrei, almeno gli occhioni lucidi e addolorati: Pandino, ma perché fai
così?
Vittoria immediata per KO tecnico 
Fase cinque, Espiazione: perdono perdono perdono, il male l'ho fatto più a me 
C'è anche una fase sei, La perfidia delle donne: lo so, sono
pessima, ma non ho resistito. Appena tornati in camera, eccomi con la
mia vocina più soave ... amore, in Italia è già il 23, buon
anniversario! Ecco il mio regalo, amore
. Oh, io ve lo avevo detto che sono una strega, eh? e avevo informato anche lui, prima di intortarlo 
Ma prima della fase sei ... ho già detto che ho la testa dura? Paolo o
non Paolo, cielo bigio o meno ... mi dà troppo fastidio non avere foto
decenti e nemmeno indecenti di questo posto che ho tanto sognato.
Decenti è impossibile, lo so: quando dico che sono paralizzata dal
terrore, lo dico in senso letterale. Ma più che il terror poté la reflex,
lo dice anche Dante, e così ... tolgo le protesi, so che è irrazionale e
stupido ma l'angoscia di perderle, romperle o bagnarle mi accompagna
sempre e peggiora le mie vertigini, e mi sdraio sulla pancia avanzando
verso il precipizio che neanche un marine (in effetti sembro più un
bradipo col mal di pancia, ma non suona bene come il marine),
incoraggiata da Paolo, e dopo uno sguardo goloso ed estasiato a una
visione bellissima a dispetto del grigetto imperante, mi faccio passare
la macchina fotografica. I risultati, già lo sapevo, sono abbastanza
penosi, ma già averli ottenuti è per me una grande vittoria.
Durante il ritorno torniamo a prenderci per mano ridendo come scemi, al
solito: le nuvole se ne sono andate in fretta dal nostro cielo privato,
questa nostro primo piccolo scontro non lascerà alcuno strascico, anche
se non ci siamo abituati e non abbiamo intenzione di abituarci. E' così
facile stare bene, perché sprecare tempo con i musi e le discussioni?
Per cena, dopo una veloce pausa al b&b, puntiamo come da
consultazioni prepartenza il Big John Texas BBQ. Una breve attesa e poi
veniamo accomodati al centro di un tavolone, per fortuna non proprio tra
le braccia del gruppo country che sta suonando, anche se il livello di
rumore mi mette parecchio in difficoltà lo stesso (ma come forse ho già
detto
ho la testa dura, e riesco ugualmente a fare una mezza conversazione
con due ragazzi di Torino che siedono poco dopo accanto a noi). Ora
probabilmente verrò linciata, ma quel che mi è piaciuto di più della
cena è stata la birra ... la carne è molto buona, ma non l'ho trovata
memorabile come mi aspettavo da tante descrizioni. E' un posto
pittoresco, caratteristico e merita certamente la sosta, però è stato un
pochino sotto le mie attese gastronomiche, forse eccessive.
Torniamo in camera abbracciati, chiacchierando e progettando ... domani ci aspettano gli Antelope e un rendez-vous con Franco,
un amico di Roma innamorato perdutamente della Route 66 percorsa mille
volte, che ha momentaneamente tradito la Mother Road e ci promette una
birra insieme. Comunque vada, sarà una giornata bellissima: due
pucciosissimi anni insieme
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