Lunedì 3 aprile 2017
Lunedì 3 aprile 2017
Ieri pomeriggio avevamo in programma anche il giro in barca alle Wakulla Springs, ma abbiamo perso tempo e il percorso ai Leon Sinks è durato più a lungo del previsto, siamo rimasti un po’ indecisi sul rinunciare ma poi ci siamo detti che provare a spostare a stamattina comprimendo semmai il tempo da passare a Crystal River poteva essere un buon piano B … la fortuna ci assiste, anche se il meteo non è dei migliori i ranger decidono di far partire lo stesso le barche, la prima, che ci accaparriamo subito, partirà alle 9.40 e nell’attesa ci godiamo qualche timido raggio di sole che sembra incerto se uscire del tutto o meno, una discreta avifauna, un magnifico cardinale di cui mi innamoro e i soliti scoiattoli ciccioni e dispettosi.
Valeva la pena eccome di cambiare programma, il giro – relativamente breve – è davvero bellissimo, vediamo avvoltoi neri, alligatori, tartarughe, aironi, anhinga, uccelli vari non identificati … un’oretta di pura magia in una natura incontaminata, selvatica, tanto diversa da quella pettinata cui ci siamo abituati ormai in Italia.
Crystal River a cose fatte non risulta nemmeno troppo sacrificata, e comunque ci è piaciuta meno di Wakulla Springs, la lasciamo senza troppo dispiacere per dirigerci a St Petersburg, dove domattina ci aspetta Dalì – che avremmo dovuto incontrare oggi, ma l’effetto domino di Wakulla Springs ci ha fatto cadere diverse tessere, e va bene così. Ci godiamo il tramonto sul molo e i raggi di sole che si riflettono sullo splendido edificio del museo, scambiamo due chiacchiere con un ragazzo in bici che distribuisce biglietti da visita per tour della città, la cui testimone di nozze ha sposato un italiano e quindi logicamente ci considera parenti ^^
Una birretta in un pub pieno di studenti universitari, il cui titolare dice a Paolo “Welcome in Florida, and sorry for our President, he’s an asshole” … qui non si parla di politica e non lo farò, penso che lo stesso non ci siano molti dubbi circa le mie idee, vi dirò solo che ci abbiamo sghignazzato un po’ su, ma con una punta di tristezza. Non è nemmeno il primo che si scusa con noi per lo stesso motivo, anche se altri lo hanno fatto in modo meno pittoresco. Valli a capire sti americani, detto senza polemica alcuna :)
Stanotte si dorme a Bradenton, prendiamo possesso della nostra stanza nel più classico dei motel e andiamo in cerca di una cena che ci ripaghi delle sofferenze di ieri sera. La troviamo da Anna Maria Oyster Bar, che per soli 51 dollari compresa la mancia ci ammannisce gamberi, crabcake e le ostriche più buone e ciccione che abbia mai assaggiato: oggi andiamo a nanna felici ^^
Se la cena di ieri sera ci ha delusi, la colazione di stamattina fa il paio … la banana più acerba delle galassie è tutta per me :D
Ieri pomeriggio avevamo in programma anche il giro in barca alle Wakulla Springs, ma abbiamo perso tempo e il percorso ai Leon Sinks è durato più a lungo del previsto, siamo rimasti un po’ indecisi sul rinunciare ma poi ci siamo detti che provare a spostare a stamattina comprimendo semmai il tempo da passare a Crystal River poteva essere un buon piano B … la fortuna ci assiste, anche se il meteo non è dei migliori i ranger decidono di far partire lo stesso le barche, la prima, che ci accaparriamo subito, partirà alle 9.40 e nell’attesa ci godiamo qualche timido raggio di sole che sembra incerto se uscire del tutto o meno, una discreta avifauna, un magnifico cardinale di cui mi innamoro e i soliti scoiattoli ciccioni e dispettosi.
Valeva la pena eccome di cambiare programma, il giro – relativamente breve – è davvero bellissimo, vediamo avvoltoi neri, alligatori, tartarughe, aironi, anhinga, uccelli vari non identificati … un’oretta di pura magia in una natura incontaminata, selvatica, tanto diversa da quella pettinata cui ci siamo abituati ormai in Italia.
Alla fine del giro Paolo si mette a confabulare con un ranger e gli mostra lo schermo della reflex, poi ne arriva un altro e ne chiamano un terzo, e alla fine il verdetto: il serpente di ieri è un velenosissimo cottonmouth, la vipera più pericolosa dei dintorni. E quando mi ha vista ha cambiato direzione. Fossi Paolo, qualche domanda me la farei ^^
Nel frattempo è uscito il sole, siamo davvero soddisfatti di questo cambio di programma che ci ha rosicchiato buona parte della mattinata, per quanto Crystal River possa essere bella sarebbe stato un vero peccato perderci questo giro. Sosta spesa in un supermercato sconosciuto (toh, ma allora non esiste solo Walmart, e due!) dove sento di nuovo profumo di casa: i tortellini del mitico Giovanni Rana, prodotti a tre chilometri da casa mia, a 5 dollari la confezione … pensavo peggio, la Colomba Bauli di Miami a 17 dollari mi ha commossa di più ^^
Arriviamo a Crystal River e individuato un tavolo con panchine libero in splendida posizione sul fiume, ingenuamente ci accomodiamo per pranzare, non prima di aver risposto sbuffando a un troppo solerte collega di Unicredit che vuol sapere se sono proprio io che da giorni prelevo dollari su e giù per Florida e Alabama come se avessi le mani bucate ( come se, ci tengo a sottolinearlo ^^). Ingenuamente, dicevo, senza chiederci come mai una postazione così bella sia lì splendidamente libera ad aspettare proprio noi. La risposta l’avremo ben presto, forte e chiara: forte e chiara come il vento selvaggio e meraviglioso che soffia con giovanile prepotenza, rendendo il nostro pranzo una comica degna di Benny Hill, alla rincorsa di tovaglioli volanti, bicchieri di carta rotanti, foglie di insalata levitanti … e barattoli di maledetta salsa che ancora non so perché io abbia aperto – sì che lo so, io devo sempre assaggiare TUTTO – che prendono il volo e atterrano sui miei pantaloni preferiti con un sensuale morbido splash. I miei pantaloni preferiti. La salsa arancione. Splash. Per la seconda volta in questo viaggio. Ma sono forte e non piangerò, ecco :p
Riparati i danni in qualche modo, obbligato l’amato bene a smettere di ridere con una ciabattata e raccolti i resti del picnic sparsi per una decina di miglia quadrate ci godiamo una passeggiata di un paio di chilometri lungo il fiume. Pochi incontri con le bestioline che tanto ci piacciono, ma tanta tantissima pace. A fine passeggiata troviamo a bordo strada una minuscola tartarughina che ci regala uno sguardo antico e pieno di saggezza … che voglia di mettermela in tasca :)
Crystal River a cose fatte non risulta nemmeno troppo sacrificata, e comunque ci è piaciuta meno di Wakulla Springs, la lasciamo senza troppo dispiacere per dirigerci a St Petersburg, dove domattina ci aspetta Dalì – che avremmo dovuto incontrare oggi, ma l’effetto domino di Wakulla Springs ci ha fatto cadere diverse tessere, e va bene così. Ci godiamo il tramonto sul molo e i raggi di sole che si riflettono sullo splendido edificio del museo, scambiamo due chiacchiere con un ragazzo in bici che distribuisce biglietti da visita per tour della città, la cui testimone di nozze ha sposato un italiano e quindi logicamente ci considera parenti ^^
Una birretta in un pub pieno di studenti universitari, il cui titolare dice a Paolo “Welcome in Florida, and sorry for our President, he’s an asshole” … qui non si parla di politica e non lo farò, penso che lo stesso non ci siano molti dubbi circa le mie idee, vi dirò solo che ci abbiamo sghignazzato un po’ su, ma con una punta di tristezza. Non è nemmeno il primo che si scusa con noi per lo stesso motivo, anche se altri lo hanno fatto in modo meno pittoresco. Valli a capire sti americani, detto senza polemica alcuna :)
Stanotte si dorme a Bradenton, prendiamo possesso della nostra stanza nel più classico dei motel e andiamo in cerca di una cena che ci ripaghi delle sofferenze di ieri sera. La troviamo da Anna Maria Oyster Bar, che per soli 51 dollari compresa la mancia ci ammannisce gamberi, crabcake e le ostriche più buone e ciccione che abbia mai assaggiato: oggi andiamo a nanna felici ^^
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