Mercoledì 5 aprile 2017
Mercoledì 5 aprile 2017
Oggi ci aspetta il Corkscrew Sanctuary, messo lì un po’ per caso perché ci sembrava interessante, non abbiamo trovato nessuna esperienza precedente cui attingere nei vari diari quindi tocca noi (stra)consigliarlo per primi: ci abbiamo passato una mattinata intera, intensa, piacevolissima, è un mondo a parte, fuori dal tempo.
Religiosamente protetta ed amata, qui la natura si svela in tutta la sua gloria in un’esplosione che colpisce i sensi, nella vegetazione prepotente, negli acquitrini che pullulano di vita, nelle marcite, nella foresta e sui sentieri. Immersi nel verde, nell’umidità profumata di terra e di muschio, abbiamo fatto talmente tanti incontri che è difficile ricordarli tutti … il mi prediletto cardinale, tanti coccodrilli anche cuccioli, egrette, aironi, persino un falco nel suo nido (poco collaborativo come soggetto delle foto, ma meravigliosamente emozionante), un gufo di spalle, tantissime lucertole, un picchio così casinista che mi ha fatto sobbalzare nonostante un orecchio solo funzionante (e pure poco :p).
E poi lui, lui che ci ha finalmente fatto scoprire il coccodrillo come fa: un rutto potente, che un umano molto portato potrebbe ottenere solo dopo un bidone di birra possibilmente frizzante, dopo un’autoclave di prosecco, dopo una lattina di Perrier, e che a lui invece viene così, dal profondo, con assoluta naturalezza. Quindi, ora sappiamo: il cervo bramisce, la cicala frinisce, la rondine garrisce, il coccodrillo rutta. Abbiamo posto fine a dubbi millenari, abbiamo distrutto la reputazione allo Zecchino d’Oro, siamo grandi!
E poi un magnifico procione, chi ha sempre sognato di avere un Klin personale potrà capire perché mia sia messa a ballare sulla passerella strillando sottovoce “un orsetto lavatore, un orsetto lavatore tutto per me” :D
Gasatissimi per la scoperta, e veramente soddisfatti per come abbiamo passato la mattinata, nonché pieni di foto di bestioline per il nostro nipotino treenne, ci dedichiamo a un po’ di sana casalinghitudine: spesa da Publix, un po’ più caro ma mille volte migliore di Walmart come qualità, pranzo in stanza con gli avanzi della pizza di ieri, hoummus, avocado, arance, patatine e quant’altro di sano e salutare vi possa venire in mente, poi lavatrici, tante lavatrici e infine … panf, panf … le valigie, che quando siamo partiti non sembravano così piccole. Visto che fa un caldo fotonico e appena ti muovi ti squagli, ne approfittiamo, è vero che mancano ancora tre giorni (solo tre, ma dove sono finiti i primi dodici?) ma arrivare a Key West, dove passeremo l’ultima notte, con la bomba atomica al solito esplosa in auto già ordinatamente – quasi, dai – riposta è una buonissima idea.
E poi … poi … ho guidato a Napoli! Beh, ora che sono romana ormai da un paio d'anni e il mio motto, dopo un bel po’ di paturnie alla guida, è diventato “Se non puoi batterli unisciti a loro”, la cosa è un po’ meno gratificante, ma nell’aprile 2017 l’idea di aver guidato almeno nella Napoli d’oltreoceano mi ha resa tanto tanto felice. Per quella in Campania … è poco più di un’ora di treno, e del resto la quantità di sfogliatelle che riesco a ingurgitare mi impedirebbe di restare lucida e concentrata al volante, sono contenta così ^^
Sì, perché abbiamo deciso, dopo il pomeriggio di relax, di goderci cena e tramonto nella più famosa delle località vicine a Bonita Springs … ma se il sole che si tuffa nel mare ci emoziona fino alle lacrime, non riusciamo a trovare nessuna location degna di ospitarci a cena in tutta la (pretenziosa, fighetta e carinissima) pittoresca cittadina, e di comune accordo ce ne torniamo da Coconut Jack a gustarci una fantastica cheviche di gamberi e lobster, un enorme basket di gamberi fritti e una deliziosa crab cake.
Oggi ci aspetta il Corkscrew Sanctuary, messo lì un po’ per caso perché ci sembrava interessante, non abbiamo trovato nessuna esperienza precedente cui attingere nei vari diari quindi tocca noi (stra)consigliarlo per primi: ci abbiamo passato una mattinata intera, intensa, piacevolissima, è un mondo a parte, fuori dal tempo.
Religiosamente protetta ed amata, qui la natura si svela in tutta la sua gloria in un’esplosione che colpisce i sensi, nella vegetazione prepotente, negli acquitrini che pullulano di vita, nelle marcite, nella foresta e sui sentieri. Immersi nel verde, nell’umidità profumata di terra e di muschio, abbiamo fatto talmente tanti incontri che è difficile ricordarli tutti … il mi prediletto cardinale, tanti coccodrilli anche cuccioli, egrette, aironi, persino un falco nel suo nido (poco collaborativo come soggetto delle foto, ma meravigliosamente emozionante), un gufo di spalle, tantissime lucertole, un picchio così casinista che mi ha fatto sobbalzare nonostante un orecchio solo funzionante (e pure poco :p).
E poi lui, lui che ci ha finalmente fatto scoprire il coccodrillo come fa: un rutto potente, che un umano molto portato potrebbe ottenere solo dopo un bidone di birra possibilmente frizzante, dopo un’autoclave di prosecco, dopo una lattina di Perrier, e che a lui invece viene così, dal profondo, con assoluta naturalezza. Quindi, ora sappiamo: il cervo bramisce, la cicala frinisce, la rondine garrisce, il coccodrillo rutta. Abbiamo posto fine a dubbi millenari, abbiamo distrutto la reputazione allo Zecchino d’Oro, siamo grandi!
E poi un magnifico procione, chi ha sempre sognato di avere un Klin personale potrà capire perché mia sia messa a ballare sulla passerella strillando sottovoce “un orsetto lavatore, un orsetto lavatore tutto per me” :D
Gasatissimi per la scoperta, e veramente soddisfatti per come abbiamo passato la mattinata, nonché pieni di foto di bestioline per il nostro nipotino treenne, ci dedichiamo a un po’ di sana casalinghitudine: spesa da Publix, un po’ più caro ma mille volte migliore di Walmart come qualità, pranzo in stanza con gli avanzi della pizza di ieri, hoummus, avocado, arance, patatine e quant’altro di sano e salutare vi possa venire in mente, poi lavatrici, tante lavatrici e infine … panf, panf … le valigie, che quando siamo partiti non sembravano così piccole. Visto che fa un caldo fotonico e appena ti muovi ti squagli, ne approfittiamo, è vero che mancano ancora tre giorni (solo tre, ma dove sono finiti i primi dodici?) ma arrivare a Key West, dove passeremo l’ultima notte, con la bomba atomica al solito esplosa in auto già ordinatamente – quasi, dai – riposta è una buonissima idea.
E poi … poi … ho guidato a Napoli! Beh, ora che sono romana ormai da un paio d'anni e il mio motto, dopo un bel po’ di paturnie alla guida, è diventato “Se non puoi batterli unisciti a loro”, la cosa è un po’ meno gratificante, ma nell’aprile 2017 l’idea di aver guidato almeno nella Napoli d’oltreoceano mi ha resa tanto tanto felice. Per quella in Campania … è poco più di un’ora di treno, e del resto la quantità di sfogliatelle che riesco a ingurgitare mi impedirebbe di restare lucida e concentrata al volante, sono contenta così ^^
Sì, perché abbiamo deciso, dopo il pomeriggio di relax, di goderci cena e tramonto nella più famosa delle località vicine a Bonita Springs … ma se il sole che si tuffa nel mare ci emoziona fino alle lacrime, non riusciamo a trovare nessuna location degna di ospitarci a cena in tutta la (pretenziosa, fighetta e carinissima) pittoresca cittadina, e di comune accordo ce ne torniamo da Coconut Jack a gustarci una fantastica cheviche di gamberi e lobster, un enorme basket di gamberi fritti e una deliziosa crab cake.












































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