Giovedì 1 settembre 2016 - La versione di Barbara
Giovedì 1 settembre 2016
C'è bisogno di dire che volevo solo vedere se te lo ricordavi tu? ovviamente no, anche perché sarebbe una menzogna
Cloppete, cloppete.
Okay, ricominciamo da settembre. Oggi facciamo davvero colazione al campeggio, smontiamo la tenda, andiamo a salutare i millepiedi e i ragni delle docce e poi si parte. Passo la prima metà di ogni viaggio a godermi la sensazione di essere all'inizio, e a ripetermi che meraviglia, è solo il primo (secondo, terzo) giorno e tutto profuma di nuovo e di bello. E poi, dopo il giro di boa, la seconda metà la trascorro a cercare di fermare il tempo. Questo viaggio non fa eccezione, non mi dò pace che siano passati così in fretta dodici giorni, che siamo già a settembre ... il che per fortuna non mi impedisce di godermi appieno e con tutto il cuore ogni singolo istante. Oggi sarà una giornata densa, e non sarà difficile evitare di soffermarmi sul pensiero che domenica un aereo ci aspetta, per fortuna.
Prima tappa, Goblin Valley State Park. Ero preparata al caldo grazie alle descrizioni di Paolo, e anche se siamo arrivati relativamente presto, la sensazione di avere un phon alla massima potensza puntato addosso si è fatta sentire ... ma ne è valsa la pena, è un posto surreale, metafisico, bellissimo. Abbiamo giocato come bambini a perderci tra gli gnomi e i folletti di questa valle incantata, incuranti del probabile colpo di sole in arrivo e della nostra veneranda età
Le nostre mascottine, sempre con noi
Oh, guarda Pa, un'oca! che c'è amore, ti sei vista allo specchio?
Alla ricerca di un improbabile filo d'ombra, scopriamo forme inusitate e affascinanti, e mi innamoro una volta di più della natura di questo magnifico Paese, e del girotondo degli gnomi, il più bel ricordo che mi porterò via di qui, insieme a quello della chiacchierata con la coppia di ragazzini italiani che incontriamo sotto il gazebo del parcheggio, dove restiamo una decina di minuti a tentare di prosciugare tutte le nostre dotazioni di liquidi.

Lasciata a malincuore la Valley, prendiamo la deviazione per il Little Wild Horse Canyon, convinti di percorrerlo fino in fondo, all'ombra e in fotografevole disposizione. Poveri illusi noi!
Al parcheggio c'è solo un'altra macchina, e poco distante una tenda: non so se ammirarli o scuotere compassionevole il capino. A parte che non mi piace campeggiare fuori dalle aree dedicate, uno perché non si sa mai che cosa si può trovare e due, soprattutto, per rispetto di una natura che non conosco bene e desidero lasciare intatta dopo il mio passaggio, con questo caldo assassino la tendina piantata in pieno sole mi fa quasi svenire al solo sguardo. Imbocchiamo il trailhead pieni di ottimismo ed energia, e una bella passeggiata di un quarto d'ora (siamo anziani, lenti, scricchiolanti e fotografi, forse ci abbiamo messo anche di più) ci porta all'imbocco dello slot canyon. Che è ostruito da una specie di frana, con un paio di massi a sbarrare l'ingresso. Confesso che non avevo studiato bene, perché il fatto mi coglie di sorpresa.

(ho capito come sono nate le terrecotte!)
Paolo sale sul costone che si arrampica a sinistra dello slot per studiare la situazione. Non è impossibile superare l'ostacolo, certo ci vuole un po' di agilità (io l'ho venduta su ebay per arrotondare quando ho fatto il mutuo per comprare un panda, però
) e un minimo di forma fisica (quella ce l'ho: rotondo è una forma
). Ci guardiamo sconsolati, Paolo con la caviglia di cristallo e io con la mia grazia elefantina. Finché alzo disperata gli occhi al cielo, e il cielo mi viene in soccorso: sopra di noi è blu porcellana, ferisce gli occhi quasi. Verso ovest invece ci sono neri nuvoloni minacciosi, pesanti di pioggia, in rapido avvicinamento. Evviva, abbiamo la scusa! 
In realtà credo che anche se fossimo messi meglio sul piano fisico, sarebbe sconsigliabile entrare in uno slot canyon dall'ingresso ostruito con un temporale in avvicinamento, forse ho solo letto troppi articoli allarmistici, ma tutto sommato credo che in certi casi sia meglio non rischiare. Ce ne torniamo indietro neanche troppo mestamente, sono state un paio di miglia veramente belle, ci siamo goduti la passeggiata e siamo quasi disciolti, ma la giornata è ancora lunga.
Ci dirigiamo verso Hanksville, dove abbiamo in programma la pausa pranzo, facendo anche qualche piacevole incontro
Ci fermiamo in un posto che Paolo già conosce, il Duke Slickrock Grill, e nonostante i buoni propositi, finora abbastanza spesso mantenuti, di restare leggeri leggerissimi a pranzo, ci lasciamo andare a una Smoked BBQ Brisket Salad e un Desert Trail Taco, accompagnati da due ottime birre locali.
https://nebula.wsimg.com/af678825b9f3faf9839100fcce43c529?AccessKeyId=98CBEDE714841519F96F&disposition=0&alloworigin=1
Manco a dirlo, appena entriamo si mette a piovere, e Paolo inizia a brontolare: anche l'altro suo passaggio qui è stato decisamente bagnato, questo posto non gli porta fortuna. Io cerco di non prendermela troppo, ma mi dispiace un sacco per stasera, siamo diretti a Capitol Reef e speravo di potermi godere questo parco di cui tutti dicono meraviglie. Pazienza, intanto mangiamo e poi si vedrà.
Il diluvio è di breve durata, e mentre Paolo fuma fuori dal locale io mi godo le gocce di pioggia solitarie che mi accarezzano e gli schiaffi del vento progettando di sentire se stasera al campeggio hanno qualche cabin libera. Si, perché adesso fa quasi freddo, e il cielo continua a promettere male ... esattamente come al primo giro per il mio pandone, che ha fatto la stessa cosa nello stesso campground con la povera [C] tanto ingiustamente bistrattata nel diario del 2013
. Okay, non sono obiettiva: ci siamo conosciute e le sono così genuinamente simpatica che non posso non ricambiare, anche se magari all'Ovest con noi non la porterei 
Ci aspetta ora una delle tappe di cui da bravi nerd più siamo curiosi: la Mars Desert Research Station. Ce la siamo studiata bene benissimo, abbiamo fatto i disegnini, abbiamo chiesto informazioni sulla pagina Facebook: gentilissimi, ci hanno risposto che i lavori sarebbero ripresi pochi giorni dopo il nostro passaggio, quindi non avremmo potuto parlare con nessuno, ma la base sarebbe stata tranquillamente accessibile per un giro in fai da te (Hi Barbara and Paolo. The MDRS facility is closed during the month of August, so there won't be anyone at the site. You can always drive in and look around from the nearby hills, if you like).
Google Maps di rado è stata tanto seviziata, ma ne è valsa la pena. So che qualcuno in passato ha cercato la base senza fortuna, visto che non ci sono indicazioni da nessuna parte, ma la nostra testa dura l'ha avuta vinta. Sapevamo dove girare e ci è andata bene, anche se non subitissimo.
Per chi non lo sapesse, la MDRS è, cito da Focus, "una stazione scientifica che riproduce le condizioni abitative del Pianeta Rosso in uno dei luoghi più remoti e inospitali della Terra: il deserto dello Utah". Inospitale di sicuro ... così bello da farmi venire - ancora!!! - voglia di piangere no, non me lo aspettavo. Imbocchiamo una stradina sulla destra della UT24, che diventa ben presto sterrata, dopo un po' sulla sinistra compare, incongrua e solitaria in mezzo al nulla l'indicazione di una Moonwalk Road, anche se non vedo strade. Propongo al mio signore e pandone di prenderla, ma si sa, l'omo è omo e nun te devi permette de spiegargli la strada, quindi manco per sogno la prendiamo e andiamo avanti, che qui è troppo vicino alla strada principale
Immersi in un paesaggio ancor più surreale della Goblin Valley, sotto un cielo minaccioso e un vento furibondo, ogni tanto scendiamo e ci fermiamo a scattare, questo panorama incredibile riempie gli occhi in modo straordinario. Però ormai è mezz'ora che andiamo avanti, il nulla diventa sempre più nulla, so che ti diverti a guidare sullo sterrato e mi diverto anch'io, ma che ne dici se proviamo con la Moonwalk Road? ah, torniamo indietro perché tanto non la troveremo mai, ma sei buono e mi fai contenta quindi prendiamo la strada che dico io? ma sei un tesoro, amore mio
E presa la Moonwalk, dopo un paio di curve e forse un paio di centinaia di metri ...
Che dire, ragazzi? il TELAVEVODETTOIO è potente in me
Il mio nerd preferito va in estasi quando scopre che uno dei principali finanziatori è Elon Musk, lo stesso che ci darà una delusione al Kennedy Space Center il prossimo marzo ... ma questa è un'altra storia
Sazi e soddisfatti, e pazienza se non c'era nessuno, abbiamo potuto giocare ai marziani conservando intatta la nostra dignità
, ce ne andiamo verso Torrey e Capitol Reef. Torrey, 176 abitanti. Il mio ennesimo "impazzirei", ma è una cittadina adorabile. Per prima cosa chiediamo al campeggio, anche se con poche speranze, se hanno una cabin libera, e con nostra sorpresa, con qualche decina di dollari abbiamo una magnifica casetta attrezzata con tutto l'attrezzabile, un lettone comodissimo, un bagno con vasca e le tendine di sangallo. Che vuoi di più dalla vita? delle altre tendine, che il sangallo non mi piace, grazie 
E poi andiamo al parco, al Visitor Center un giovine assai belloccio travestito da ranger ci assicura che il tempo tiene e possiamo andare tranquilli, ci vende i soliti magneti e buona serata signori, enjoy your visit. Facciamo appena in tempo ad aprire la porta che con una tonante risata Giove Pluvio ci apre sulla testa le cateratte del cielo. Amore, sei tanto bellino, ma non hai un gran futuro come meteorologo, neh
. Ma noi abbiamo la testa dura e aspettiamo.
E ne vale la pena. Quando smette, ci dirigiamo verso Fruita, le mele, la Gifford House, i cervi ... insomma, lo sapete. Capitol Reef è ... riposante, ecco. E' una parola bellissima, vero?
Dato il meteo inclemente e gli sconsigli del bel Colonnello Bernacca de noantri, decidiamo di rinunciare al progettato Hickman Trail, e di goderci semplicemente il giro "facile" fermandoci ogni volta che ne abbiamo voglia.
C'è una scuderia, le balle di fieno, i finimenti, profumo di cuoio e di erba secca ... che peccato, amore, neanche un cavallo ...
Neanche il tempo di uscire e ... amò, per forza non ci sono, son morti di fame

(l'invenzione che ha liberato le donne ... grazie, chiunque tu sia stato, amico mio)
La Gifford House è già chiusa, ma torneremo domattina per colazione e mi consolo in fretta andando incontro a un tramonto inaspettatamente meraviglioso. Qualche volta le nuvole sono davvero le amiche del fotografo, se da soffici e grigie diventano la cornice drammatica di un magnifico saluto al sole, come stasera
C'è bisogno di dire che volevo solo vedere se te lo ricordavi tu? ovviamente no, anche perché sarebbe una menzogna
Cloppete, cloppete.
Okay, ricominciamo da settembre. Oggi facciamo davvero colazione al campeggio, smontiamo la tenda, andiamo a salutare i millepiedi e i ragni delle docce e poi si parte. Passo la prima metà di ogni viaggio a godermi la sensazione di essere all'inizio, e a ripetermi che meraviglia, è solo il primo (secondo, terzo) giorno e tutto profuma di nuovo e di bello. E poi, dopo il giro di boa, la seconda metà la trascorro a cercare di fermare il tempo. Questo viaggio non fa eccezione, non mi dò pace che siano passati così in fretta dodici giorni, che siamo già a settembre ... il che per fortuna non mi impedisce di godermi appieno e con tutto il cuore ogni singolo istante. Oggi sarà una giornata densa, e non sarà difficile evitare di soffermarmi sul pensiero che domenica un aereo ci aspetta, per fortuna.
Prima tappa, Goblin Valley State Park. Ero preparata al caldo grazie alle descrizioni di Paolo, e anche se siamo arrivati relativamente presto, la sensazione di avere un phon alla massima potensza puntato addosso si è fatta sentire ... ma ne è valsa la pena, è un posto surreale, metafisico, bellissimo. Abbiamo giocato come bambini a perderci tra gli gnomi e i folletti di questa valle incantata, incuranti del probabile colpo di sole in arrivo e della nostra veneranda età
Le nostre mascottine, sempre con noi
Oh, guarda Pa, un'oca! che c'è amore, ti sei vista allo specchio?
Alla ricerca di un improbabile filo d'ombra, scopriamo forme inusitate e affascinanti, e mi innamoro una volta di più della natura di questo magnifico Paese, e del girotondo degli gnomi, il più bel ricordo che mi porterò via di qui, insieme a quello della chiacchierata con la coppia di ragazzini italiani che incontriamo sotto il gazebo del parcheggio, dove restiamo una decina di minuti a tentare di prosciugare tutte le nostre dotazioni di liquidi.
Lasciata a malincuore la Valley, prendiamo la deviazione per il Little Wild Horse Canyon, convinti di percorrerlo fino in fondo, all'ombra e in fotografevole disposizione. Poveri illusi noi!
(ho capito come sono nate le terrecotte!)
Paolo sale sul costone che si arrampica a sinistra dello slot per studiare la situazione. Non è impossibile superare l'ostacolo, certo ci vuole un po' di agilità (io l'ho venduta su ebay per arrotondare quando ho fatto il mutuo per comprare un panda, però
In realtà credo che anche se fossimo messi meglio sul piano fisico, sarebbe sconsigliabile entrare in uno slot canyon dall'ingresso ostruito con un temporale in avvicinamento, forse ho solo letto troppi articoli allarmistici, ma tutto sommato credo che in certi casi sia meglio non rischiare. Ce ne torniamo indietro neanche troppo mestamente, sono state un paio di miglia veramente belle, ci siamo goduti la passeggiata e siamo quasi disciolti, ma la giornata è ancora lunga.
Ci dirigiamo verso Hanksville, dove abbiamo in programma la pausa pranzo, facendo anche qualche piacevole incontro
Ci fermiamo in un posto che Paolo già conosce, il Duke Slickrock Grill, e nonostante i buoni propositi, finora abbastanza spesso mantenuti, di restare leggeri leggerissimi a pranzo, ci lasciamo andare a una Smoked BBQ Brisket Salad e un Desert Trail Taco, accompagnati da due ottime birre locali.
https://nebula.wsimg.com/af678825b9f3faf9839100fcce43c529?AccessKeyId=98CBEDE714841519F96F&disposition=0&alloworigin=1
Manco a dirlo, appena entriamo si mette a piovere, e Paolo inizia a brontolare: anche l'altro suo passaggio qui è stato decisamente bagnato, questo posto non gli porta fortuna. Io cerco di non prendermela troppo, ma mi dispiace un sacco per stasera, siamo diretti a Capitol Reef e speravo di potermi godere questo parco di cui tutti dicono meraviglie. Pazienza, intanto mangiamo e poi si vedrà.
Il diluvio è di breve durata, e mentre Paolo fuma fuori dal locale io mi godo le gocce di pioggia solitarie che mi accarezzano e gli schiaffi del vento progettando di sentire se stasera al campeggio hanno qualche cabin libera. Si, perché adesso fa quasi freddo, e il cielo continua a promettere male ... esattamente come al primo giro per il mio pandone, che ha fatto la stessa cosa nello stesso campground con la povera [C] tanto ingiustamente bistrattata nel diario del 2013
Ci aspetta ora una delle tappe di cui da bravi nerd più siamo curiosi: la Mars Desert Research Station. Ce la siamo studiata bene benissimo, abbiamo fatto i disegnini, abbiamo chiesto informazioni sulla pagina Facebook: gentilissimi, ci hanno risposto che i lavori sarebbero ripresi pochi giorni dopo il nostro passaggio, quindi non avremmo potuto parlare con nessuno, ma la base sarebbe stata tranquillamente accessibile per un giro in fai da te (Hi Barbara and Paolo. The MDRS facility is closed during the month of August, so there won't be anyone at the site. You can always drive in and look around from the nearby hills, if you like).
Google Maps di rado è stata tanto seviziata, ma ne è valsa la pena. So che qualcuno in passato ha cercato la base senza fortuna, visto che non ci sono indicazioni da nessuna parte, ma la nostra testa dura l'ha avuta vinta. Sapevamo dove girare e ci è andata bene, anche se non subitissimo.
Per chi non lo sapesse, la MDRS è, cito da Focus, "una stazione scientifica che riproduce le condizioni abitative del Pianeta Rosso in uno dei luoghi più remoti e inospitali della Terra: il deserto dello Utah". Inospitale di sicuro ... così bello da farmi venire - ancora!!! - voglia di piangere no, non me lo aspettavo. Imbocchiamo una stradina sulla destra della UT24, che diventa ben presto sterrata, dopo un po' sulla sinistra compare, incongrua e solitaria in mezzo al nulla l'indicazione di una Moonwalk Road, anche se non vedo strade. Propongo al mio signore e pandone di prenderla, ma si sa, l'omo è omo e nun te devi permette de spiegargli la strada, quindi manco per sogno la prendiamo e andiamo avanti, che qui è troppo vicino alla strada principale
Immersi in un paesaggio ancor più surreale della Goblin Valley, sotto un cielo minaccioso e un vento furibondo, ogni tanto scendiamo e ci fermiamo a scattare, questo panorama incredibile riempie gli occhi in modo straordinario. Però ormai è mezz'ora che andiamo avanti, il nulla diventa sempre più nulla, so che ti diverti a guidare sullo sterrato e mi diverto anch'io, ma che ne dici se proviamo con la Moonwalk Road? ah, torniamo indietro perché tanto non la troveremo mai, ma sei buono e mi fai contenta quindi prendiamo la strada che dico io? ma sei un tesoro, amore mio
E presa la Moonwalk, dopo un paio di curve e forse un paio di centinaia di metri ...
Che dire, ragazzi? il TELAVEVODETTOIO è potente in me
Il mio nerd preferito va in estasi quando scopre che uno dei principali finanziatori è Elon Musk, lo stesso che ci darà una delusione al Kennedy Space Center il prossimo marzo ... ma questa è un'altra storia
Sazi e soddisfatti, e pazienza se non c'era nessuno, abbiamo potuto giocare ai marziani conservando intatta la nostra dignità
E poi andiamo al parco, al Visitor Center un giovine assai belloccio travestito da ranger ci assicura che il tempo tiene e possiamo andare tranquilli, ci vende i soliti magneti e buona serata signori, enjoy your visit. Facciamo appena in tempo ad aprire la porta che con una tonante risata Giove Pluvio ci apre sulla testa le cateratte del cielo. Amore, sei tanto bellino, ma non hai un gran futuro come meteorologo, neh
E ne vale la pena. Quando smette, ci dirigiamo verso Fruita, le mele, la Gifford House, i cervi ... insomma, lo sapete. Capitol Reef è ... riposante, ecco. E' una parola bellissima, vero?
Dato il meteo inclemente e gli sconsigli del bel Colonnello Bernacca de noantri, decidiamo di rinunciare al progettato Hickman Trail, e di goderci semplicemente il giro "facile" fermandoci ogni volta che ne abbiamo voglia.
C'è una scuderia, le balle di fieno, i finimenti, profumo di cuoio e di erba secca ... che peccato, amore, neanche un cavallo ...
Neanche il tempo di uscire e ... amò, per forza non ci sono, son morti di fame
(l'invenzione che ha liberato le donne ... grazie, chiunque tu sia stato, amico mio)
La Gifford House è già chiusa, ma torneremo domattina per colazione e mi consolo in fretta andando incontro a un tramonto inaspettatamente meraviglioso. Qualche volta le nuvole sono davvero le amiche del fotografo, se da soffici e grigie diventano la cornice drammatica di un magnifico saluto al sole, come stasera
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