Passa ai contenuti principali
29 agosto 2016 - Montrose - Moab - Devil's Garden campground - La versione di Barbara
Lunedì 29 agosto 2016
Oltre alla Suite Oscura, stamattina abbiamo diritto alla colazione. Mi
accerto che il pane di Montrose non sia più buono di quello di Durango
e poi … si parte, destinazione Moab. Finalmente! Farla entrare nel giro
dell’anno scorso sarebbe stata una forzatura, è stato perfetto
esattamente come lo avevamo pensato, ma il tarlo del Delicate era lì e
rodeva.
Prima di raggiungere Moab, e dopo una sosta "da foto sceme"
ci aspetta il Colorado National Monument, che sotto un cielo di
porcellana turchese ci regala l’ennesima sorpresa di un viaggio che è
diventato una collezione di stupori.

(povero Alex)
La strada che si inerpica tortuosa e bellissima ci apre panorami sempre
nuovi, e le soste propiziano incontri e risate. Siamo fermi a scattare a
un viewpoint quando arriva rombando una Harley e ne scende un omone ben
piantato a godersi il panorama. Adoro la capacità di Paolo di attaccare
bottone con chiunque, grazie alla quale posso raccontarvi che il
simpatico giovine in questione è nell’esercito e si sta trasferendo,
poverello lui, in quel di San Diego, dove è stato assegnato, dalla
Virginia. Ha spedito tutta la sua roba e si sta godendo il viaggio in
moto con la massima calma, approfittandone per vedere un po’ di
meraviglie sparse lungo la strada.
Un saluto amichevole e ciascuno torna ai casi suoi, poi Paolo si dirige
alla macchina per cambiare l’obiettivo, si china per scattare una foto a
moto e cavaliere, e un dolce, tenero frrrrrr percorre con un frrrremito
l’aria immobile e silenziosa. Io nel mentre scatto, guardo, ammiro
incosapevole il mondo ai miei piedi, e … “Babi, abbiamo un problema”.
Partecipe e preoccupata mi avvicino, e a quel punto l’aria immobile e
silenziosa di cui sopra viene percorsa da … una sghignazzata epica,
assolutamente irrispettosa nei confronti del mio signore e pandone,
assolutamente irrefrenabile
. Quando poi, incuriosito, ci raggiunge il nostro amico militare le
sghignazzate raddoppiano. Che è successo? niente, è successo. Solo, c’è
una nuova presa d’aerazione nei pantaloni da trekking di Paolo, che dopo
solo centocinquantasette anni di onorato servizio hanno ceduto di
schianto in un punto che non si può dire
Per preservare la vostra sensibilità, infatti, non lo dirò
Spoiler!!!
Rivestito a nuovo il nostro eroe e salutato l’amico harleysta
proseguiamo la visita esplorando vari viewpoint, e la giornata già
bellissima ci fa un altro regalo. Ci sono due coppie di mezza età già
ferme ad ammirare il panorama, alla sosta successiva. O meglio … i due
più arzilli sono giù, sul sentiero, ad esplorare un pezzettino di parco
immersi nel rosso delle rocce. Gli altri due … beh, lui ha il
respiratore, è visibilmente ridotto abbastanza male. E lei … si tengono
la mano con tenerezza e sorridono, paghi di quel che possono godere e
della reciproca presenza. Li salutiamo e risaliamo in macchina
silenziosi … quando poi i nostri sguardi si incontrano, scopriamo
entrambi gli occhi lucidi riflessi in quelli dell'altro. Abbiamo visto
l’Amore, non c’è bisogno di conoscerli o di parlare con loro per
capirlo. E mi sento toccata dalla fortuna … il futuro non me lo può
promettere nessuno, ma del mio presente non cambierei una virgola, non
ho trovato motivo di benevola invidia stavolta, come sempre mi capitava
davanti a coppie così.
(e chi mai potrei invidiare, quando sono la padroncina di questo qui?)
Consumati un sacco di rullini
al Colorado NM, cominciamo a sentire i morsi della fame … per calmarli ci facciamo andar bene il primo autogrill
che passa il convento sulla strada per Moab, strada che presto diventa
la UT128. È possibile che abbia mai visto in vita mia qualcosa di
altrettanto bello, commovente, maestoso e magnifico? Non lo so, di certo
l'ho visto, e altrettanto certamente non riesco a ricordarlo in questo
momento. Né riesco a trattenere le lacrime quando scendiamo in riva al
fiume e puccio la manina nel Colorado. Ho pianto così anche quando l’ho
immersa alle sorgenti del Nilo, decidere che la prossima volta tocca al
Mekong è un attimo (okay, porterò i guanti di plastica rinforzata, non
sono un’igienista ma c’è un limite a tutto
) … a parte gli scherzi, è un’emozione che mi fa tremare il cuore.
Proprio io, proprio qui: l’ho già detto e provato l’anno scorso, lo so.
Ma ancora non riesco a crederci, dopo che la vita per un motivo o per
l’altro o per colpa mia mi ha negato per tanto tempo la possibilità di
realizzare certi sogni, eccomi qua. A pucciare la manina nel Colorado
con i lacrimoni che scendono irrefrenabili … e con Paolo. Ho incastrato
un ragazzo meraviglioso, dopotutto
Arriviamo a Moab e andiamo dritti dritti al City Market a fare
provviste: ciccia, birra, funghi e pannocchie. Si, stasera barbecue!
Abbiamo una piazzola al Devil’s Garden Campground, solo per stanotte:
ammetto che ho storto il naso, avrei voluto passarle qui tutte e tre, ma
come sempre l’ho data vinta a Paolo senza combattere (ridete meno,
voialtri. Avete mai provato ad avere ragione con un panda? Si
avvinghiano alla caviglia con quello sguardo così pandoso, e vi
ritrovate con un tacco sette senza capire come, voi che a tutti i
matrimoni precedenti siete andate con le ballerine e soffrite di
vertigini dai due centimetri in su
).
Alla fine, lo ammetto, aveva rag … aveva r … non aveva tor … non aveva del tutto torto, lo ammetto VOLENTIERI
. È un posto meraviglioso che tra tutti quelli in cui ho dormito se la batte con il campeggio davanti ai Mittens dell’anno scorso e alle tende da ricchy
a Murchison Falls, ma … è in culo all’orso e ancora più in là. È
lontano, scomodo a tutto e senza docce, e con tutta la fatica che ho
fatto a incastrarlo (ehm) non vorrete che mi giochi un panda perché dopo
tre giorni spusso, vero?
Portiamo il bottino al Devil’s Garden (poco meno di un’oretta di strada
da Moab), montiamo la tenda e ripartiamo in direzione Landscape Arch.
Sappiamo già che non è l’ideale al tramonto, Paolo ci è stato nel 2013,
ma contiamo di rifarci domani con il Delicate … sempre se ci arriverò
viva
… ma è il modo migliore in cui siamo riusciti a organizzare le giornate
nel tentativo di cacciare dentro tutto. Non lo rimpiango affatto, anche
se le mie foto sono meno d’impatto di quanto mi piacerebbe, almeno
quelle dell’arco, per il resto sono abbastanza contenta, il tramonto
incendia le rocce in lontananza mentre torniamo e regala un po’ di
colore e calore ai miei scatti. Non c’è moltissima gente in giro, la
passeggiata con ripetute deviazioni per Pine Tree Arch e Double O Arch
ci regalano momenti bellissimi, e al Landscape riusciamo anche a passare
qualche minuto completamente soli. Al ritorno incontriamo Tippete, ma
prima che possiamo invitarlo a cena
il leprotto se ne va. Ingrato! Abbiamo una griglia bellissima lassù
Una giornata splendida si conclude in modo splendido: cosa c’è di più
bello di un fuoco scoppiettante a rischiarare un angolino di buio
assoluto? Ma un coyote che passeggia vicino alla tua tenda, no? Mi passa
proprio vicino, e nel tempo che impiego ad emettere un singhiozzo
strozzato ed entusiasta per avvertire Paolo, si allontana mostrandogli
solo il codone. Uhm, chissà se i coyote hanno il codone. Uhm, uhm, forse
non era un coyote
.Comunque era una bestiola, e io adoro le bestiole e sono soddisfatta.
La nostra cena è favolosa, Paolo se la cava benissimo nei panni della
Giovane Marmotta (e io in quelli di Ciccio, l’oco senza fondo della
fattoria di Nonna Papera
) e dopo una seconda birretta ristoratrice, decidiamo di mettere il sigillo definitivo a questo meraviglioso 29 agosto.
Cavalletto, 11/16 per me e 10/20 per Paolo, io che ripeto come un
mantra: focale 2.8, iso 800 che di più fa rumore, bilanciamento del
bianco automatico, tempo 30 secondi … sono arrivata studiata, eh?
Ma una Via Lattea così bella, quando mai me la ritrovo? Ecco, peccando
di presunzione vi metto subito la foto più bella in assoluto. Lo dico
senza falsa modestia, è tecnicamente perfetta, non ha una sbavatura.
Immagino che ora anche i migliori fotografi tra voi si stiano
orrendamente contorcendo negli spasmi dell’invidia più NERA, quindi vi
racconterò la sua storia sfidandovi a cavarvela altrettanto
brillantemente
Focale 2.8, iso 800, bilanciamento del bianco automatico, tempo 30
secondi. Okay, c’è tutto, fammi inquadrare bene, lascio la roccia in
basso a sinistra che fa contrasto e sembra che la Via Lattea nasca da
lì, okay, mi piace, perfetto, trenta secondi, pronti via. Clac. Altri
trenta secondi per la riduzione del rumore, spalanco gli occhioni colmi
di aspettativa e … “Oddio Paolo, oddio, il mio obiettivo! Ma cosa può
essere successo, all’Antelope funzionava perfettamente, oddio si è
rotto, guarda, non scatta, è tutto nero, oddio!”. Il professionista,
preoccupato, abbandona la postazione e si avvicina alla sua dilettante
preferita, osserva lo scatto, mugugna, medita, pensa … “Babi, hai tolto
il tappo all’obiettivo, vero?”
“MA CERTO CHE HO TOLTO IL T…, oh che bravo, non ci sei cascato, volevo vedere se eri attento
”
E adesso scusatemi, vado a scavare una fossa 2x2x2 in cui seppellirmi comodamente
Commenti
Posta un commento