24 agosto 2016 - Page - Spider Rock Campground - La versione di Paolo
24 Agosto 2016
Page - Casa del Navajo - Navajo National Monument - Canyon de Chelly - Spider Rock Campground Canzone del giorno
Notte...
Gli incubi mi perseguitano... immagino mandrie di vacche che pascolano sul mio cellulare, lo calpestano o peggio...
Già prospetto futuro poco roseo e molto marrone per il povero cellulare e
chiedo al proprietario di LuLù dove posso acquistarne uno nuovo. Mi
indica subito Walmart, ma dai, un tentativo alla sede della Adventurous
Antelope lo possiamo fare.
Facciamo colazione (da Lulu si può prendere il caffè e fare colazione
con la propria roba, si può usare anche il frigo, e noi ci abbiamo messo
dentro uno dei boccioni da 3L per farlo congelare), caccio i 4
Cavalieri dell'Alzheimer di Barbara, che ormai galoppano tra le praterie
insieme al suo 11/16 e via, si parte!
Mentre ci avviciniamo al gabbiotto, proviamo a telefonare e miracolo!!!
Hanno detto Hello e non muuuuuuuu!!!!
è la signorina dell'AA, il nostro accompagnatore di ieri sera ha trovato
il cellulare nella sua jeep e l'ha riportato, sano, salvo e senza
tracce sospette!
Lo dico alla signorina che si fa una grassa risata, sia per la suoneria
dei messaggi (Romeo er mejo der Colosseo), che per quella del
cellulare...
Ringraziamo e via, si parte!
Nella fase di studio avevamo trovato il Navajo National Monument come sosta tra Page e Chinle.
Silvia voleva farmi fare la strada comoda, ma Google mi faceva passare
per Shonto, per una strada che sembra più interessante della AZ160 e che
avventura sia, imposto un waypoint in più e andiamo dove ci dice
google!
Si segue la 98, si svolta a sinistra verso Shonto e poi...
Tra 600 piedi svoltare a destra
... sterrato...
Proseguire per 1 miglio su strada
... sterrato...
Ops... ma questo è il giardino di qualcuno!
Azz... torniamo indietro!
Merd... ma che strada ci fa fare?
Ci fermiamo, una ragazza si allontana con un bimbo in braccio, si
avvicina un tizio tarchiato ma con un viso aperto. Non siamo i primi a
finire nel suo giardino e cominciamo a chiacchierare.
Sì, c'era una strada che passava per andare al Navajo National Monument,
ma ora si interrompe allo Shonto Trading Post, ma questa non è nemmeno
la strada del trading post, è proprio sbagliato il giro che farebbe fare
gmaps!
Parliamo qualche minuto, mi consiglia di fare la 89 fino alla 160, quindi svoltare a sinistra e fare una breve deviazione.
Ci chiede da dove veniamo, quando sente "Italy" risponde semplicemente "AHHHH", poi ci guarda, allarga le braccia e... - This is my land.
Gli stringiamo la mano e partiamo.
E questa volta seguendo Silvia (scusa Silvia, non lo faccio più, hai sempre ragione!)
Beh, questo parco è davvero un piccolo gioiello!
Siamo sul rim dello Tsegi Canyon, proprio dietro all'Anasazi Inn, l'albergo horror dello scorso anno...
Ci sono dei contrasti incredibili... il cielo azzurro, la roccia rossa e
la zampata di un dinosauro, che svariate decine di milioni di anni fa
ha camminato sul fango...
E una mouette raggiante che avanza verso di me!
Per la serie "Le mille e uno posizioni del fotografo"
Sopra di noi volteggia un grosso rapace...
Potrebbe essere un avvoltoio, non sembra avere piume sulla testa
PS: si, è un avvoltoio, ho trovato l'identificazione qui: Turkey Vulture, Identification, All About Birds - Cornell Lab of Ornithology
Il Navajo National Monument è davvero un piccolo gioiello. Il Sandal
trail è un percorso praticamente in piano di un miglio (roundtrip).
Le costruzioni degli Anasazi sono nascoste sotto i costoni di roccia, sembrano quasi delle città giocattolo fatte di Lego.
Avendo tempo, è possibile fare un tour guidato in fondo al Canyon, raggiungendo anche le abitazioni
Noi invece abbiamo appuntamento con Howard alle 2 e mezzo, ci siamo
scambiati una mail da Page e lui mi ha mandato il suo numero, con la
richiesta di avvisarlo un po' prima... quando siamo sicuri dell'ora di
arrivo, gli mandiamo un sms e si, lui ci aspetta al visitor center del
Canyon De Chelly.
Da qualche parte in Arizona...
E qui, il mistero del giorno...
Che se semo magnati???
Nonostante abbiamo avuto un weekend per pensarci e per esaminare le
ricevute del giorno, niente, non ce lo ricordiamo proprio!!! Ho una vago
ricordo di un pranzo al volo con qualcosa comprato dal benzinaio e di
qualcosa di untuoso e sugoso mangiato al parcheggio...
E comunque, non siamo rimasti digiuni!
Quando arriviamo, Howard ci porta prima a parcheggiare la nostra auto
all'esterno del parco, quindi rientriamo, paghiamo la tassa d'ingresso e
via...
Entriamo subito nel Canyon e Howard aziona le 4 ruote motrici e ci tuffiamo nel fiume color cioccolata di mouettiana memoria.
Guardo il contachilometri e...
277000 miglia!!!"Are the miles real???""Yes, I'm almost on the moon!"
Inizialmente il canyon è molto largo, poi, pian piano si stringe.
Howard ci indica i petroglifi sulle rocce con uno strumento a lungo raggio...
Voi immaginate un laser, una bacchetta?
No, molto più semplicemente... uno specchio!
Niente batterie, niente tecnologia... un pezzo di specchio e un po' di sole è tutto quello di cui ha bisogno!
Il percorso entra ed esce dal fiume, la guida è simpatica, si diverte a
rispondere alle domande, sempre con un sorriso e un pizzico di
fatalismo.
Ad un certo punto mi dice:"I will hit the rocks on the river"
Restiamo un basiti, ma queste rocce sono strane... galleggiano!"Those are not rocks!""It's foam!"
Forme universali, ataviche, non solo simili a quelle Painted Rock, molto
più a sud, ma a quelle presenti in tutto il mondo, incise sulle rocce.
E appena il canyon comincia a stringersi, compaiono le prime abitazioni delle popolazioni Pueblo e Anasazi fin dal 1200 A.C.
La zona si spopolò in seguito ad una siccità e venne ripopolata più
recentemente dai Navajo, fino a far parte della Navajo Nation.
Howard ci porta prima verso il Canyon del Muerto, che, secondo quanto ci
racconta, si chiama così in seguito ad un massacro perpetrato dagli
spagnoli.
In alcuni punti si vedono le "scale" per raggiungere le abitazioni dal
fondo valle... altro non sono che piccole cavità, appena sufficienti per
poggiare la punta del piede...
Quindi torniamo indietro e percorriamo l'altro ramo del canyon...
...sia seguendo le rare strade che il corso del fiume
Dentro il Canyon vivono delle famiglie Navajo, che allevano cavalli e
bovini, ma una grande parte del canyon è selvatica e piante e fiori
hanno colori incredibili.
"This is Horace the Horse"
O il cavallo ubriaco, come ci racconta sghignazzando!
E l'unico dipinto a colori della zona, dei bellissimi cervi:
Passiamo vicini alle Junction Ruins
Per poi continuare nel Canyon De Chelly, fino alla White House:
Che è la costruzione più grande e meglio conservata di tutto il Canyon.
Qui acquistiamo un pezzetto di roccia del canyon incisa da un indiano,
utilizzando semplicemente una limetta da unghie... la termina e la firma
proprio sotto ai nostri occhi e sotto lo sguardo vigile del vecchietto
indiano con un paio di denti in bocca, che con uno sguardo di mille anni
ci parla e sorride.
Riprendiamo la strada verso l'uscita,
E con le pareti del Canyon che si accendono alla luce calda del
tramonto, siamo pronti per recuperare l'auto e andare da Basha's, il
Walmart versione Navajo, dove compriamo bistecche e salsiccia per
stasera, accompagnate da una bella pannocchia di mais e dalle solite
Blue Moon!
Attenzione, nella Navajo Nation non è legale possedere alcoolici...
nemmeno in macchina, nemmeno nel frigo. Noi l'abbiamo scoperto dopo, se
li trovano, potrebbero confiscarveli.
Quando arriviamo, al canyon c'è una ragazza alla reception che mi dice
che per qualsiasi cosa devo aspettare Howard, che non è ancora tornato,
montiamo la tendina a tempo di record, facciamo conoscenza del bagno a
fossa settica e corriamo allo Spider Rock Overlook!
Arriviamo leggermente in ritardo, col sole che è già calato dietro il canyon, ma qualcosa di buono riusciamo a scattare...
Torniamo al campeggio
quando è ormai buio, accendiamo il fuoco con metà della legna
acquistata, cominciamo a preparare la carne e immediatamente si
materializza dal buio il cane del campeggio, con la classica faccia del cane che non mangia da millenni!
è un cane molto fortunato... mi casca mezza salsiccia e si prende un
aperitivo, in attesa delle ossa, che spolperà in giro per il campeggio, più tardi.
Il fuoco si spegne, si accendono le stelle... non c'è luce allo Spider Rock Campground, se non quella delle stelle...
E per stasera, anche quella della nostra tendina.
Buonanotte mondo!
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