17 Ottobre - Sentyab - Samarcanda

 17 Ottobre - Sentyab - Samarcanda

Alla fine, tra sacco lenzuolo e doppia copertona, la notte gelida è passata!

Applicando la stessa logica usata in Namibia "Un po' di puzza non ha mai ucciso nessuno, la polmonite sì", ci laviamo come gatti e alle 8 siamo pronti per la nostra lauta colazione.



Partenza alle 9, un autista particolarmente ottimista stima 2 ore di viaggio, una sosta pipì e una sosta al Tamerlan's Gate e arriviamo a Samarcanda alle 12:30!

Questa cosa non la capisco, va di moda lasciare la propria firma sopra le pietre, anche se sono considerate un monumento naturale!




Prendiamo possesso della nostra stanza e finalmente... DOCCIA!!!

Puliti e profumati ma anche decisamente affamati, usciamo alla ricerca del pranzo, un paio di samsa di carne, té e una bottiglina d'acqua per la stratosferica cifra di 25000 sum (1,88€), decisamente ottimi!

A questo punto, ci dirigiamo verso il Registan, probabilmente il posto più famoso di tutto l'Uzbekistan, o meglio, di tutta l'Asia Centrale... Paghiamo l'ingresso, che inclusa la tassa per l'uso delle reflex per la giornata costa 130000 sum (10€, in 2) e cominciamo a fare foto!






Questo posto è una vera gioia per gli occhi, lo sappiamo tutti e 2 che è stato completamente ricostruito a metà del secolo scorso, che una parte delle piastrelle è recente e che è continuamente in restauro, ma questo posto è incredibile, non si sa dove volgere lo sguardo.

Le 3 madrase che si affacciano sulla piazza appartengono a periodi storici diversi, una è intitolata a Mirzo Ulug-Bek, matematico e astronomo, i cui calcoli effemeridici sono stati utilizzati fino al 1800, vista l'enorme precisione raggiunga col suo osservatorio qui in città.










Facciamo acquisti in una delle botteghe che si trovano all'interno delle madrase e prendiamo la riproduzione di una delle piastrelle, il fiore di cotone. Il metodo di realizzazione delle piastrelle è molto interessante... vengono prima incise sulla ceramica umida, le varie parti vengono separate, quindi ogni pezzo viene colorato e cotto a temperature diverse a seconda del colore e infine, ricomposto utilizzando il gesso come base.







Gli interni poi, sono strepitosi, un susseguirsi di blu (che domani scopriremo chiamarsi Blu Samarcanda) e oro, incorniciati da milioni di piastrelle in ceramica.

Ci godiamo la passeggiata al sole, visto che domani è prevista pioggia e ce la spassiamo anche guardando i tantissimi matrimoni che utilizzano il Registan come set fotografico, nella maggior parte dei casi le spose hanno una faccia che pare che vadano al patibolo, ma le centinaia di invitati se la spassano. 

Qui ci capita nuovamente l'effetto "muzungu" come in Uganda... un signore ci si avvicina e ci fa capire che vuol fare una foto al figlio (o forse nipote) con Barbara!

Il freddo delle ultime notti non mi ha fatto venire la polmonite, ma un discreto raffreddore... decidiamo quindi di spostarci verso il complesso di Bibi Khanum e il Syob Bazar, perché nei dintorni ci sono una farmacia, una banca dato che ci serve un po' di contante e un bellissimo mercato.




Riusciamo a prelevare solo grazie ad un solerte impiegato, che abbandona la postazione per aiutarci, visto che al bancomat funziona solo la pagina in cirillico! Poi farmacia, dove il farmacista mi chiede in un inglese un po' stentato:

"Where are you from?"
"Italy!"

imposta google translate, io gli chiedo in italiano qualcosa per liberare il naso, ed ecco qui, la traduzione in tempo reale in uzbeko!

"Men burnimni tozalash uchun sprey istayman."

Facile, no? Mi da uno spray che probabilmente è fatto con le acque dell'Aral e che mi ha stappato il naso da ottobre ad adesso!

Il mercato è fantastico come tutti i mercati visitati fin d'ora... assaggiamo di tutto, compriamo un po' di spezie e la frutta secca, qualche regalino, si deve contrattare sempre, ma non troppo. Torniamo in stanza per un'oretta e anche qui, la sobrietà non è di questi posti:

Rinfrancati dalla sosta, ci carichiamo i cavalletti e partiamo nuovamente verso il Registan, si ripaga l'ingresso ma non la tassa sulle macchine fotografiche e in pochi minuti, siamo al centro della piazza.


Sistemo il cavalletto, scatto e arriva un'indiana che mi chiede di scattarle una foto, piazzandosi proprio di fronte alla mia reflex con l'otturatore aperto e 30 secondi di tempo di esposizione...


Dopo poco, con i nostri cavalletti che praticamente si toccano e il vuoto assoluto tutto intorno, si avvicina un tipo dall'aria particolarmente furba che passa in mezzo, si piazza davanti e comincia a scattare a mano libera.

Me lo guardo, Barbara si infuffa come solo la nostra gatta riesce a fare, se avesse una coda, sarebbe gonfia come uno spolverino, lo scruta con uno sguardo tra l'odio e il disprezzo, pronta a colpirlo con lo zaino se tocca il suo cavalletto.


Ci spostiamo in un angolo della piazza per inquadrare la madrasa di Sherdor, facciamo appena in tempo a posare il cavalletto che...

Eccolo di nuovo, lo gnucco francese, l'ho sentito parlare con la moglie, sempre in mezzo a noi, a scavalcare il cavalletto e a mettersi nella posizione più fastidiosa possibile.

Barbara è sull'orlo della follia, pronto ad ucciderlo... provo a calmarla e quando decidiamo di spostarci ancora gli dico in francese:

"Nous changeons de lieu si vous le souhaitez, alors venez avec nous"

E indovinate un po'? Lo fa! 😂😂😂

A questo punto Barbara vuole invitarlo a cena, tanto ormai è di famiglia!
Questa sera abbiamo prenotato all'Emirhan, ha una terrazza dalla quale si vede una parte del complesso del Registan.

La cena è ottima, carne assolutamente strepitosa, dolci pure, ma servizio così così, 4 in matematica al cameriere che non è riuscito a fare i conti nemmeno con la calcolatrice, con buona pace di Al-Khwarizmi!






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