Martedì 15 gennaio 2019

Martedì 15 gennaio 2019

 

Faccio outing: sarà per la giornata uggiosa, sarà per la stanchezza del viaggio agli sgoccioli, sarà che ormai di templi e pagode ho fatto scorta per il resto della vita ... ma non ho capito che abbia di tanto speciale Nara, per entusiasmare tutti 😐

Senza perderci, raggiungiamo a piedi la stazione di Kyoto, così per vivacizzare la mattinata decidiamo di perderci all'interno ... miracolosamente riusciamo lo stesso ad arrivare al binario giusto in tempo per il treno per Nara, dove arriviamo dopo un viaggio di un'oretta attraverso panorami non memorabili (e infatti non me li ricordo 😄)

Ci avviamo in direzione della zona del Parco e dei templi, sotto un cielo poco amichevole ma per fortuna ancora non scatenato, e raggiungiamo per primo il Kofuku-ji, patrimonio dell'umanità per l'Unesco. Primi incontri con i cervi, prime foto poco soddisfacenti, prima visita della giornata ... è bello, ma non me ne innamoro, ormai sono satura, lo ammetto. 









































Attraversando il parco siamo improvvisamente pervasi da un empito di spirito francescano e ci mettiamo a parlare con i cervi. Care bestioline: sono sacri perché considerati messaggeri degli dei, qui ne vivono circa 1200, e almeno la metà mi si avventa addosso quando incautamente decido di comprare i loro cracker dall'ambulante strategicamente piazzato sulla via. 







Li congedo con linguaggio poco francescano, ahimè, mollando il pacchetto tentatore nelle mani del mio sfortunato consorte (oh, hai voluto sposarmi? mo' pedali! 😁) ma non abbastanza in fretta da non ritrovare SBAUSATA la mia giacca seminuova usata poco, e pazienza, e la mia reflex seminuova usata molto, e qui inizio a vedere spezzatino di cervo con polenta ovunque mi giri! 












In questa sequenza, il momento in cui la furia polentistica inizia ad impossessarsi di me, osservate inquieti la crudeltà nel mio sguardo, prego 😎














Modesta magione che sorge lungo la strada principale che attraversa il parco. Secondo me, se suoni il campanello ti apre Lurch, ma si sa, de gustibus 😆
























Sempre più francescanamente disposti, ormai prossimi all'entrata del Kasuga Taisha, il santuario più celebre di Nara, usiamo i nostri nuovi amici per terrorizzare un paio di giapponesine innocenti: Paolo crea l'azione di disturbo, io faccio le foto 😉

Lo so, siamo pessimi, ma ... che farci? erano irresistibili. Non per la prima volta, notiamo come qui siano tutti predisposti al terrore al minimo incontro con qualsiasi cosa abbia più di due zampe e due peli, a meno che non sia già affettata e cotta nel piatto. 








Pandino katifo, a sinistra, compra altri cracker e li avvicina al terrorizzato terzetto. A destra risuona la mia risata krutele








Il Kasuga Taisha è indubbiamente uno dei templi più belli tra quelli che abbiamo incontrato, e ancora una volta mi pento di non aver messo Kyoto all'inizio del giro: arrivare qui già saturi è un vero peccato. Troppi templi per un viaggio solo, temo ... io sono una fanatica del gotico e del romanico, ho perso il conto delle cattedrali viste lo scorso agosto in Inghilterra, ma non ero sazia e dodici giorni mi sono sembrati pochi, sarei andata avanti ad oltranza senza problemi ... qui no, non riesco a cogliere le differenze che forse ci sono tra stili e periodi, non riesco a cogliere la spiritualità che sicuramente aleggia sotto questi tetti (e l'essere atea non c'entra, sono solo incolta, su questa parte del mondo).














Cervo cafone, non si mangiano gli oracoli!








































































Il meteo volge al peggio, e dopo la visita del tempio decidiamo di comune accordo e senza gran dispiacere di rinunciare al Todai-ji e alla statua in bronzo del Buddha. Siamo stanchi, e anche demotivati, perché non ammetterlo? sono quindici giorni che giriamo come trottole, e l'idea di vedere un tempio in più non ha abbastanza appeal da spingerci ad affrontare una lunga passeggiata sotto l'acqua all'ora di pranzo 😏

Ci fermiamo a mangiare un curry lungo la via del ritorno alla stazione, e quando mi arrivano insieme al mio di verdure anche una baguette e un'insalata vera quasi mi commuovo, non ricordavo più come fosse il pane! In realtà, il Giappone è uno dei Paesi in cui ho mangiato meglio dall'altra parte del mondo, insieme alla Namibia, uno dei più vari e golosi. 

Arrivati infine alla stazione, ancora sotto il diluvio scopriamo ... un supermercato enorme, wow! Visto che manca ancora un po' al nostro treno, ci dedichiamo coscienziosamente a toccare tutto e a comprare metà negozio, felici come bimbi per tutte le cose strane che metteremo in valigia. 

Arriviamo in hotel a Kyoto verso le 17 e ci dedichiamo a un paio d'ore di scandaloso pigrotting prima di prepararci per uno degli ultimi sashimi del viaggio, visto che ha smesso di piovere ci allontaniamo di un paio di chilometri e proviamo l'ennesimo susharo cash only/japanese only del viaggio, con la solita estrema soddisfazione. 

Domani è l'ultimo giorno pieno nel Paese del Sol Levante! E come sempre, dove sono finiti i giorni, che siamo arrivati cinque minuti fa?

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