20 ottobre: Tashkent - Roma

 Venerdì 20 ottobre 2023


... in estasi per aver fatto la nanna nel cuore di una autentica reliquia del passato sovietico (facile, non avendolo mai vissuto, lo so, ma la passione per la storia è forte e non perdona), restiamo sorpresi per il traffico infernale delle 7.30 che abbiamo agio di contemplare dalla nostra finestra al quindicesimo piano: neanche a Roma, nel cuore pulsante della capitale, si vedono ingorghi così in quella che è palesemente l'ora di punta 







Nonostante la delusione provocataci dal buffet della colazione, solo salata, preso d'assalto dai componenti di svariate squadre di un qualche misterioso sport asiatico (non di scacchi, deduce Paolo dalle dimensioni delle spalle dei baldi giovini), questo tuffo negli anni ottanta ci è piaciuto tanto, soprattutto sapendo che gli anni ottanta sono finiti e che i figli più giovani di questo bellissimo Paese stanno vivendo una vita magari non perfetta ma certamente più libera e da loro stessi scelta. 





Abbiamo appuntamento con il nostro autista a mezzogiorno per il viaggio verso l'aeroporto e decidiamo di salutare la capitale e il Paese con una passeggiata e un dolcetto, sulle orme del giro del primo giorno, quando ancora non sapevamo bene cosa aspettarci ... tanto è presto e abbiamo voglia di goderci anche le ultime ore qui senza pensieri. 











Passiamo davanti al locale che ci aveva servito un ottimo espresso quando ci siamo fermati con Jahongir due settimane fa (di già!) e decidiamo di tentare qui la sorte per il nostro dolcetto ... errore clamoroso, mezz'ora di attesa per il caffè e altri lunghissimi minuti per la fetta di torta, già pronta e scelta al banco, nel locale ancora vuoto. Vabbè che non abbiamo niente da fare ma insomma ... la mancia la prenderà qualcun altro, mi sa. 

Ci godiamo la passeggiata in estremo relax, c'è il sole, c'è caldo, non abbiamo impegni e abbiamo già due intercontinentali prenotati per l'anno prossimo, chi più felice di noi? 



























Edit by Paolo...
Non sono l'unico a spargere semi di scemitudine!


Ripercorriamo i nostri passi con un meteo decisamente più gradevole e anche se non facciamo grandi scoperte ce ne torniamo in hotel di ottimo umore, dopo aver sparso a piene mani semi di scemitudine anche qui. 

















Recuperiamo i bagagli che avevamo lasciato in stanza approfittando della possibilità di fare il check-out entro le 12, ringraziamo Anvar che ci ha scritto per augurarci buon viaggio e che si è rivelato il migliore degli organizzatori ed eccoci di nuovo all'aeroporto che ci pare di aver lasciato cinque minuti fa. 

Per un momento temiamo di finire insalsicciati in una torma di pellegrini che sta compiendo l'Hajj, tutti vestiti in bianco e verde, tutti anziani e tutti con l'aria spaesata, tranne quelli scalzi e con indosso soltanto un lenzuolo che sembrano i più rilassati e sereni ... per fortuna c'è un charter per Medina e se li porta via tutti. 

I voli di rientro scorrono senza storia, tranquilli e puntuali, la lounge di Istanbul viene sfruttata senza pietà e altrettanto spietata è l'accoglienza dei gatti (che sono ancora in due, tremo al pensiero del prossimo rientro con la Piccola Sminky incazzata nera dopo la sua prima vacanza casalinga dai suoi umani) ... ma siamo pronti per nuove avventure!








Ciao Uzbekistan, ti porto con me. Un altro meraviglioso pezzetto di questo nostro pianeta magnifico e terribile che mi resterà nel cuore. Paolo mio, che bello il mondo visto insieme a te ❤️



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