14 ottobre - Bukhara e dintorni

Sabato 14 ottobre 2023


Ci sono molte cose che io e Paolo abbiamo in comune, ieri sera abbiamo scoperto che siamo d'accordo su un'altra ancora: la musica uzbeca è uno strazio :megalol:


Stamattina il sole splende e Bukhara sembra un'altra città. Dopo una super colazione tutta diversa da quella di ieri ma altrettanto buona, Bekhrusa viene a prenderci con il marito per completare la visita guidata con alcune meraviglie fuori porta.






Cominiciamo con la vicina Chor Minor Madrasah, in persiano la Madrasa dei Quattro Minareti, di cui resta quasi solo il padiglione di ingresso con l'iwan - il portale ad arco - e le quattro torri, che in realtà non sono mai state minareti, dedicate ciascuna a una delle quattro figlie del costruttore, diverse l'una dall'altra come i caratteri delle ragazze.







Ci spostiamo poi fuori città, alla guida il silenzioso consorte e accanto a lui la nostra Bekhrusa che comincia a sciogliersi e a prendere confidenza, oltre a raccontarci aneddoti, storie e leggende. Scopriamo così che la Chevrolet su cui viaggiamo è sua, e che il marito ha una Ziguli che non hanno preso perché questa è più grande e comoda. 

Tappa al mausoleo di Bakhauddin Naqshbandi (certo che no, non ho copiato il nome dalla guida, io parlo un fluente uzbeco, ricordate? :cool:), il fondatore di una importante corrente sufi dell'Islam e protettore spirituale di Bukhara. Oggi è un importante luogo di pellegrinaggio e si vede, c'è un sacco di gente ed è pieno di bimbi. Qui veniamo a parlare di religione, di festività e di giorni di riposo e Bekhrusa sottolinea con un certo orgoglio che in Uzbekistan come da noi festiva è la domenica "because we are not an islamic country".








Non abbiamo tantissimo tempo, ma ci concediamo un breve, bellissimo giro tra gli edifici sacri, la moschea e il giardino, ammirando un cielo così "blu fastidio" che par di stare a Roma a primavera, nonostante l'arietta frizzantina, e pregustando il pomeriggio libero e vagabondo a rifare il book fotografico alla bella Bukhara cui ieri il cielo bigio non ha reso certo giustizia. 








Ce ne partiamo poi alla volta del Sitorai Mokhi Khosa, la residenza estiva dell'ultimo Emiro di Bukhara costruita a inizio Novecento, oggi Patrimonio UNESCO. Lungo la strada campi coltivati e frutteti, là dove in epoca sovietica si estendevano solo campi di cotone perché il governo centrale aveva deciso che quella era la missione dell'Uzbekistan ed era vietato anche solo coltivare un orticello dietro casa: tutto lo sforzo produttivo doveva essere diretto al cotone e solo al cotone. 





Il nome del palazzo significa "Giardino delle stelle e della luna" e le costruzioni sono forse un filo pacchiane, paragonate alla semplice grandiosità delle madrase e delle moschee viste nei giorni scorsi, ma via, ci sta, è una villa di delizie e non c'è bisogno di avere classe quando ci si diverte :razz:

I giardini sono pieni di rose di tutte le varietà e di pavoni bizzosi e antipatici ma sicuramente fotogenici. Le stanze del palazzo ospitano oggi una collezione di abiti tradizionali e di tesori provenienti da Cina, Russia e Giappone, tra cui una serie di splendide porcellane. 


































Mentre ci dirigiamo verso l'ultima tappa del nostro giro di oggi, Bekhrusa ci fa scoprire anche il mondo del cotone: ci fermiamo al bordo di un campo per vedere e toccare i fiocchi - che da bravi cittadini avevamo fino ad ora conosciuto solo in foto - e per ascoltare i suoi racconti. Lei ha 32 anni, è nata nei primi Novanta a Unione Sovietica già dissolta, ma non ci si improvvisa Paese democratico e l'Uzbekistan ci ha messo parecchio per entrare in un'ottica di economia di mercato (non del tutto compiuta ad oggi, per la verità, lo Stato interviene ancora molto anche se l'iniziativa provata non è più un tabù, anzi) e quindi le corvée che negli anni dell'URSS bloccavano tutto il Paese per i tre raccolti annuali le ha vissute anche lei. Fino al 2015 gli studenti delle superiori erano tenuti a dedicare due mesi l'anno alla raccolta per quattro anni ... ci ha raccontato di momenti faticosi, ma tutto sommato anche divertenti, e lo ha fatto sorridendo :)

Attualmente i campi sono tutti dello Stato, ed è lo Stato a decidere dove e se coltivarlo. Per fortuna hanno saggiamente deciso di diversificare parecchio, oggi verdura e - soprattutto - frutta prodotte nel Paese sono invariabilmente una delizia. 

 












L'ultima tappa è la necropoli di Chor Bakr, luogo di sepoltura del diretto discendente di Maometto che fu primo Califfo dell'Islam, intorno al quale si è sviluppata una grande necropoli che ospita numerosi mausolei. E' un luogo di pace, di silenzio metafisico, di serena bellezza ... chiudiamo la visita guidata su questa nota di luce e di sole.





















Tornando verso il nostro hotel Bekhrusa scopre di aver voglia di chiacchierare e ci chiede chi cucina a casa nostra, ci racconta che anche loro si alternano sia ai fornelli (ma più lui, che lei è pigra) che con le bimbe, che lei ha preso la patente appena è stato possibile, che faceva l'insegnante di inglese e aveva un posto fisso ma era stufa e ha deciso di rimettersi a studiare per fare la guida ... ecco a cosa serve viaggiare, a sbriciolare i pregiudizi. Ero partita aspettandomi un Paese in piena deriva islamica, me ne torno con l'immagine di una ragazza che non ha nulla di diverso da una qualunque trentenne italiana, se non forse il fatto di essere diventata mamma molto giovane. 

Dopo i saluti, la doverosa pausa pipì e la posa delle giacche in stanza visto che fa caldissimo, ce ne andiamo (FINALMENTE!) a zonzo da soli a recuperare le foto che non abbiamo fatto ieri. Intendiamoci, adoro avere una guida, quello che si scopre e si impara con qualcuno che ne sa è impagabile, e a Roma non perdiamo occasione per seguire visite alla qualunque con i nostri professionisti di fiducia, che ormai sono anche amici ... ma la bellezza di andare in giro da soli con il naso in su e con i nostri tempi resta sempre uno dei più bei regali di qualsiasi viaggio. 

Dopo un pranzo frugale a base di samsa, crocchette di patate con formaggio e gattina affamata paracula ci scateniamo felici :inlove2:









































Dopo esserci ripassati letteralmente tutti i luoghi già visti ieri ci spingiamo al punto da decidere di salire sull'antica torre dell'acqua tutti e tre: io, Paolo e le mie vertigini :megalol: ... ne scenderò molto rilassata e con una gran voglia di salire fino alla punta della punta della cima della cima della Tour Eiffel (seguitemi per nuove rocambolesche avventure in altezza! :cool:)


















Sono comunque sicura che il panorama meritasse, a riuscire a guardarlo :grin:

Mi commuovo di più davanti alla bellissima entrata dell'Ark, immaginando le voci e i fantasmi dei poveri Stoddart e Connolly che qui davanti persero nel modo più atroce la loro partita nel Grande Gioco nel giugno 1842.












Dopo tanto vagabondare arriva il turno del Gattino Del Giorno, che paraculo come non mai mendica coccole e carezze, e tu che fai, gli dici di no? 










Alla fine, dopo aver doverosamente sperperato i nostri sudati denari in altri acquisti volti a fare in modo che casa nostra sembri una succursale del mappamondo, ce ne torniamo in stanza a riposare per poi uscire di nuovo per una cena preceduta da un altro paio d'ore di trance fotografica notturna. Per fortuna non fa per nulla freddo e ce la godiamo intensamente, anche se a distanza di oltre due mesi Maritone ancora mi prende per i fondelli per il cuore di burro di cui si sono vergognosamente approfittati un branco di simpaticissimi ragazzini che in un perfetto spagnolo mi hanno convinta (con ben poca fatica) a investire sei euro in una decina di calamite, esultando pazzamente al mio arrendevole sì :lolroll:









Ragazzini per i quali Paolo diventa immediatamente l'idolo del giorno quando estrae la polaroid e si mette a regalare scatti riscuotendo un successo inaspettato, pari a quello che ha avuto nel ben più povero e meno moderno Madagascar. Non la finiscono più di ringraziarci e ci regalano altre due calamite in segno di gratitudine. Qualcuno vuole una calamita uzbeca, ragazzi? :megalol:











Finalmente domati andiamo a schiantarci al ristorante, dividendoci un tortino di melanzane e pomodori, spiedoni, un enorme pane buonissimo e una porzione di bakhlava (che sembrano tre) per ben 14 euro in due. Ma tanto che moriremo poveri lo si sapeva già  :cool:



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