10 ottobre 2023 - Nukus - Khiva

 10 ottobre 2023


Dopo una nanna saporita nel nostro gigantesco e lussuosissimo lettone, a colazione suona il nostro primo allarme zucca: okay, se sei allergico non è una grandissima idea andare a ottobre in un Paese di cui non sei in grado di decifrare l'alfabeto :megalol: ... abbiamo un delizioso cartoncino con il disegno di due zucche sorridenti e la scritta "Sono allergico alla zucca" in uzbeco e in russo, ma chi se l'aspetta la zucca a colazione? Per fortuna Paolo dispone di una devota assaggiatrice che strilla FERMOOOO appena prima che azzanni l'appetitoso e caldo fagottino appena catturato al buffet :eek:


Appena rientrati in stanza dopo lo scampato pericolo, riceviamo un WhatsApp dal solerte Anvar che ci informa che il nostro autista sarà in hotel verso l'una, e nel frattempo possiamo andare a visitare in autonomia il Museo Savitsky, a meno di dieci minuti a piedi dall'hotel, e magari anche pranzare. Tiriamo un sospiro di sollievo, il museo era in programma da sempre, ma l'idea di lasciare un poveraccio lì fuori ad aspettarci per un paio d'ore, anche se è il suo lavoro, non ci sorrideva troppo. 


Il Museo Savitsky, che per essere precisi si chiama Museo Statale delle Arti della Repubblica di Karapalkstan, ospita la seconda più grande collezione al mondo di dipinti d’avanguardia russa dei primi decenni del secolo scorso: migliaia e migliaia di opere - solo una piccola parte è esposta a rotazione - che Igor Savitsky, a cui il museo è intitolato, ha salvato dall'oblio della censura staliniana, spesso dopo la deportazione degli artisti "degenerati" nei gulag ... storia già sentita :( 


Detta così, me ne rendo conto, non sembra una cosa molto invitante ... ma ne avevo letto su Sovietistan di Erika Fatland, ne avevo letto su altri libri in preparazione al viaggio, ne avevo letto su internet. Aggiungete che io e Paolo siamo drogati di musei, e anche nei più improbabili riusciamo a trovare qualcosa di interessante da imparare, non abbiamo avuto dubbi nel metterlo in programma e investire nell'astronomico biglietto per stranieri: 184.000 som, pari a 14,36 euro in due, davvero carissimo per la media uzbeca. 


Ora di avanguardie russe non ne sappiamo moltissimo più di prima, ma abbiamo passato una mattinata veramente piacevole, scoprendo opere a volte di una bellezza sorprendente e divertendoci a cercare paralleli con gli artisti a noi più noti ... ne abbiamo tirato fuori dei simil Van Gogh, Picasso, Gauguin, Monet, Mirò, Morandi, abbiamo visto tanta bellezza e letto tante biografie strazianti, anche se piuttosto edulcorate rispetto a quanto descritto nelle mie letture precedenti. 

















Oltre ad essere piuttosto grande, l'edificio che ospita il museo è ben tenuto e ben organizzato, le custodi sono tutte molto gentili e disponibili anche se offrono solo visite guidate in uzbeco e russo (ma a onor del vero non ci siamo informati prima sulla possibilità dell'inglese), e ce ne siamo usciti davvero soddisfatti oltre ogni attesa. 










































Siamo stati qui oltre due ore, ma sono solo le 11.30 quindi prima di cercare un posto dove pranzare gironzoliamo un po' fotografando l'edificio del museo ...





... e la sede del Parlamento della Repubblica Karakalpaka, riuscendo a farci allegramente cazziare da una guardia di sicurezza che non ci aveva visto entrare nei giardini, peraltro aperti, privi di qualsiasi avviso e non presidiati, e ci ha inseguiti chiedendoci di uscire con estrema gentilezza e profondendosi in ringraziamenti per la nostra immediata e solerte obbedienza. In USA per prima cosa ci avrebbero sparato :cool:






Per i nostri standard è un po' presto per il pranzo, ma siccome Miss Ansia non vuole essere in hotel neanche 30 secondi più tardi dell'una spaccata ci mettiamo alla ricerca del ristorante che da casa avevamo adocchiato per la cena di ieri sera, e che essendo un ristorante serio non ha ancora aperto :Chessygrin:

Ripieghiamo allora su CAKE BUMER, il cui nome vagamente mi inquieta anche se non me la sento di fare la schizzinosa, e dal menù in uzbeco e russo, grazie a San Gugol, ordiniamo the alla menta, un'ottima pide al formaggio ...




... e un'altrettanto deliziosa zuppa di lenticchie. Ehm. Okay, il mio uzbeco non è ancora perfetto :megalol: ... comunque il pranzo è buonissimo lo stesso, il brodo mi ricorda quelli della mia infanzia malaticcia, bello sostanzioso e saporito, e i pelmeni sono veramente deliziosi. Lenticchie, alla prossima, appena v'imparo ci vediamo! :inlove2:





Finiamo anche in un fotoromanzo, o videoromanzo, non abbiamo capito benissimo ... c'è il bel tenebroso a un tavolo che lancia occhiate assassine alla gnocca dell'altro tavolo, che finge indifferenza e sorseggia sexyssimamente una roba rosa che secondo me ha più coloranti del Crystal Ball di cui mi facevo da bambina e come tale mi attira moltissimo. Lui chiama il cameriere e le fa portare una rosa continuando a fissarla con aria seduttiva, lei accetta la rosa ma fa la preziosa ... come andrà a finire lo scopriremo un paio di mattine dopo a colazione a Khiva, guardando un video musicale che racconta la stessa storia anche se con attori diversi :lolroll:

Noi facciamo la parte degli avventori affamati e devo dire che ci è venuta piuttosto bene :cool:, e la troupe andandosene mi ha omaggiata di una rosa rossa di ricambio (ne avevano a carrettate perché dato il talento recitativo dei bei giovini hanno girato la scena ventordici volte), che ho vergognosamente dimenticato in macchina la sera stessa. Romantica sono, che volete farci ...

Torniamo in hotel alle 13 spaccate, e in attesa che arrivi l'autista ho anche il tempo di fare un paio di pause pipì, ha ragione Paolo, troppa puntualità fa male alla salute ... dopo una decina di minuti arriva un ragazzino in brufoli e ciabatte, e si presenta con un bellissimo nome uzbeco che a tutta prima non afferro, così che dentro di me lo ribattezzo Coso. 

Coso è incaricato di portarci a Khiva, facendo lungo la strada tre soste una più bella dell'altra e una quarta che ci allunga un po' troppo la giornata ma merita comunque, e rispondendo YES, SIR! ogni volta che Paolo apre bocca (e ovviamente ora vedo mio marito come se fosse il Sergente Pandhartmann, anche se mi guardo bene dal rispondergli così anch'io, vedi mai che poi s'abitua :grin:).

La prima sosta è a Chilpik Kala, che nonostante Kala significhi "fortezza" era in realtà una torre del silenzio, e che compare sull'emblema della Repubblica Karakalpaka insieme al fiume Amu Darya, il leggendario Oxus di Alessandro Magno. Le popolazioni che vivevano in queste zone nel I secolo D.C. erano zoroastriane, e probabilmente questa struttura era luogo di pellegrinaggio e soprattutto di deposizione dei cadaveri, che venivano esposti agli agenti atmosferici e ai rapaci perché fossero scarnificati prima di seppellirne le ossa, per l'appunto secondo il rito zoroastriano. Trovo che ci sia qualcosa di poetico nel rendere i corpi alla natura in questo modo ... oggi rimane soltanto lo scheletro della struttura in blocchi d'argilla, ma è sicuramente una vista d'impatto. 



 












Dall'alto delle mura si gode di uno splendido panorama sull'Amu Darya e sulla stretta fascia verde che attraversa il Kyzylkum, il Deserto Rosso. I colori del cielo e dell'argilla sotto questo sole abbacinante sono una carezza per l'anima. 









Dopo la torre del silenzio, due fortezze vere: Azaykala e Tuprakkala, due tra le centinaia di fortezze disseminate sulla Via della Seta nell'era del suo massimo splendore, decadute dopo la conquista mongola. Siamo invero ignoranti come capre sulla storia di questa parte di mondo, ma sono ugualmente visite davvero appaganti ... non sempre è necessario sapere per godere della pura bellezza che si apre in solitudine davanti ai nostri occhi incantati. 




























Toprakkala è davvero enorme, i resti delle mura perimetrali si estendono a perdita d'occhio, la luce si fa sempre più dolce e il vento è carezzevole. Che momenti di pace meravigliosa ... 


























Se dicessi che il giovane Coso guida come nonna Abelarda, nonna Abelarda si incazzerebbe :megalol:, mi limiterò quindi a riportare che è un autista molto prudente e che a Roma durerebbe quanto un gatto in tangenziale. Ci propone una cena di pesce di lago, a suo dire ottima, nei dintorni della seconda fortezza, ma sono da poco passate le cinque, e gli chiediamo di fare prima la terza e ultima fortezza in programma, prima di cenare e andare poi direttamente in hotel ... Kyzylkala è però lontana 20 chilometri, che con nonna Abelarda al volante sembrano almeno il doppio, e infatti arriviamo quando il sole sta già tramontando, il che ci regala senza dubbio una luce spettacolare, ma ci impedisce di visitare effettivamente i resti, che come forse immaginerete a livello di luce artificiale sono messi esattamente come quando la fortezza è stata costruita



















Arriviamo alla base della costruzione e decidiamo di accontentarci, purtroppo il ristorante che Coso ci aveva magnificato proprio oggi e solo oggi ha chiuso in anticipo, e lui tutto mortificato ci propone di cenare a Urgench, 35 km verso Khiva ... povero, ci sentiamo un po' in colpa, è già buio e mancano ancora quasi due ore alla meta, in più scopriamo che per essere da noi all'una ha saltato il pranzo, ed è ancora troppo giovane ed educato per dirlo, quindi accettiamo con entusiasmo la sua proposta a patto che ci permetta di offrire.

Dopo un lungo viaggio nel buio pesto delle strade uzbeche - abbiamo lasciato il Karalpakstan e siamo nel Khorezm - arriviamo in un posto che promette GAMBURG, che si rivela essere una specie di kebab destrutturato avvolto in una pita e servito con salsine varie, buonissimo! Spendiamo ben 100.000 som in tre (7,74 euro, ciò!) compresa la mancia. 






Durante la cena interroghiamo Coso, che ci racconta di sé e si scioglie parecchio quando lo supplichiamo di smetterla con il suo Yes, Sir e di passare a Paolo e Barbara. Si chiama Ulug'Bek e trasecola quando, finalmente compreso il nome, io e Paolo in coretto esclamiamo giulivi: wow, come il nipote di Amir Timur! Ci dice che il suo nome l'ha scelto la nonna, insegnante appassionatissima di storia, ma che lo conoscono in pochi, soprattutto gli stranieri e soprattutto quelli che non sono ancora stati a Samarcanda. Caro Coso, hai beccato due nerd storici da paura :razz:

E' il secondo di tre figli, suo padre è del 1977 - cosa che procura a entrambi una crisi di nervi ancora non domata :megalol: - ha 23 anni e si sposerà l'anno prossimo, dopo aver finito l'ultimo anno di università. Si sta preparando per diventare guida turistica, di notte fa il portiere in un hotel e di giorno l'autista per Anvar e altri tour operator. E' ciciotto e brufoloso, in Italia sarebbe uno sfigato, qui è un uomo fatto con una vita già tracciata davanti, una vita che si è scelto e il cui pensiero lo appaga ... sono sinceramente ammirata, mi era simpatico prima, ora la mia stima nei suoi confronti è salita, questi ragazzi sono il futuro.

E finalmente, verso le 21.30, arriviamo a LAS KHIVAS! Buonanotte mondo :eek:










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