13 Ottobre 2023 - Bukhara
13 Ottobre 2023 - Bukhara
Ottima colazione all'Hotel Yasmin, oltre alla posizione strategica è un altro grande bonus per questa sistemazione, tutto buono, ma la marmellata di fragole è davvero super.
Puntualissima, come ormai ci hanno abituato le guide uzbeke, arriva Behruza, che ci farà compagnia oggi e domani, 32 anni (ma ne dimostra 10 di meno), 2 figlie e un marito timidissimo (sarà il nostro autista per domani) che si ringalluzzisce solo quando gli dico che mio padre aveva una Fiat 124 e lui ha una Zigulì!
Ci aspettano 10 km in giro per Bukhara, seguendo l'itinerario segnato e cominciando dal grande complesso di Lyabi-Khauz, costruito attorno ad una delle grandi vasche che servivano da riserve d'acqua per le carovane che entravano in città, dove si affacciano 3 grandi madrase.
Tutte le madrase qui hanno perso la loro connotazione religiosa e sono diventati mercati, hotel, ristoranti... spendiamo un sacco di soldi in vari regali (per noi) e Behruza ci fa fare delle simpatiche deviazioni... la fabbrica delle marionette, una tradizione qui a Bukhara e la sinagoga, nella quale incontriamo anche il rabbino, che ci racconta un po' della vita dei 200 ebrei che vivono qui da tempo immemore.
Raggiungiamo la moschea di Maghoki-Attar, la più antica dell'Asia centrale, costruita nel IX secolo sopra un precedente tempio zoroastriano. Secondo la leggenda, questa moschea sopravvisse all'invasione mongola perché la popolazione la seppellì sotto la sabbia.
Nonostante l'islam abbia soppiantato lo zoroastrismo, alcuni simboli sono sopravvissuti sulla facciata della moschea, le stelle e un simbolo che indica uomo e donna, 2 triangoli sovrapposti e uniti per la punta:
Se la città è interessante, ancora di più lo sono i racconti di Behruza sul matrimonio: per 3 giorni dopo il matrimonio, la sposa si alza prestissimo, rassetta casa e prepara la colazione alla famiglia del marito, deve servire il tè inchinandosi, prima al suocero, poi alla suocera e via via tutti gli altri parenti in casa.
Per una settimana deve indossare il cappello dorato che la identifica come neosposa e per tutta la vita dovrà preparare i pasti per il marito.
I matrimoni poi sono una cosa complicata, una prima cerimonia religiosa con gli abiti tradizionali, prima della quale i parenti dello sposo vanno dalla sposa per fare una lunga processione, quindi gli sposi si cambiano con abiti occidentali e via, al ristorante con qualche parente e amico... se hai meno di 3/400 invitati non sei nessuno!
Tra una chiacchiera e l'altra passiamo nei 4 Trading Domes, dei mercati coperti posti al limitare della città e ognuno dedicato a qualche tipo di commercio, dalla gioielleria ai tappeti, dalle sete agli animali.
Entriamo in un Caravanseray che è diventato una scuola di artigianato locale e qui, vediamo la lavorazione dei tappeti di seta, con decine di nodi per centimetro e la lavorazione del metallo, rame e ottone e restiamo affascinati dalle opere del ragazzo che ci ha accompagnato. Adesso uno dei piattini fa bella mostra di se a casa nostra!
Questo qui sotto non è uno strumento di tortura, ma una culla tradizionale uzbeka... il bambino viene legato sul materasso con una fascia, ma la cosa più terribile sono quei 2 oggetti che sembrano delle pipe.
No, non sono pipe, sono il pannolino dell'epoca, quello bianco per i maschietti, l'altro per le femminucce, si appoggiano lì (sì, lì, dove pensate voi) proprio per far cadere la pipì in un secchio sotto alla culla.
Per fortuna non hanno inventato niente del genere per la pupù.
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