11 Ottobre 2023 - Khiva
11 Ottobre 2023 - Khiva
Risveglio in technicolor a Las Khivas, non mi abituerò mai a questi colori assurdi!!!
In compenso, nel nostro B&B la colazione è ottima e davvero abbondante... Ecco, le colazioni uzbeke sono strepitose, hanno una netta preferenza di salato, ma ci sono sempre uova, formaggi, verdure fresche, miele, frutta secca e disidratata e tè, tanto, ma tanto tè!
Quando tocca la mia di pancia, se ne esce tutta soddisfatta con qualcosa che potrebbe essere:
"Omo de panza, omo de sostanza!"
Ci schiocca un bacio senza denti e ci lascia andare con un sorrisone, le lasciamo una piccola donazione e torniamo verso il Tosh Dhervoza.
Oggi ci sarebbe dovuto essere anche Ulug Bek con noi per imparare dalla nostra guida, ma Salamar non ci sembra molto per la quale, dopo 2 o 3 telefonate gli da appuntamento a più tardi... secondo noi, nel posto sbagliato, visto che del povero Ulug Bek non abbiamo più notizie!
Ci racconta la storia di Khiva, di come, secondo la leggenda, fu fondata da Sem, figlio di Noè ed è stata restaurata sotto il regime sovietico, quando il Segretario del Partito era amico personale delle alte sfere a Mosca.
Anvar invece le ha inviato i soldi per farcelo vedere, qui sono sepolti anche i membri della famiglia dei Khan di Khiva.
Qui assistiamo ad una breve preghiera dell'imam e subito dopo Salamar ci racconta della leggenda:
"Sem e un gruppo di viaggiatori si mette in viaggio seguendo il corso dell'Amu Daria su una barca e fermandosi di tanto in tanto sulle sue sponde.
Una notte Sem sogna di fondare una città e al mattino, lo racconta ai suoi compagni.
Uno di loro dice che si devono rispettare i sogni, per cui devono trovare un posto dove fondare la città e lasciano libero un cammello per trovare il punto. Il cammello si avvia nel deserto e si ferma, appena Sem comincia a scavare, ecco una sorgente di acqua dolce!
Uno di loro dice che si devono rispettare i sogni, per cui devono trovare un posto dove fondare la città e lasciano libero un cammello per trovare il punto. Il cammello si avvia nel deserto e si ferma, appena Sem comincia a scavare, ecco una sorgente di acqua dolce!
Decidono quindi di costruire un pozzo e da quel pozzo, nasce la città di Khiva".
Alcune delle decorazioni viste in giro riportano appunto una barca sul fiume.
Ma prima, incontriamo il Khan che va in giro a controllare la sua città!
Sarebbe dovuto essere il minareto più alto della città, solo che a metà della costruzione, il visir morì e i lavori vennero sospesi, lasciandolo mozzo.
Ah, giusto 2 cosette... ha introdotto i numeri indiani (che noi conosciamo come numeri arabi) in Medio Oriente da dove sono arrivati fino a noi, ha creato un metodo di soluzione delle equazioni di secondo grado, dal titolo di uno dei suoi scritti deriva il nome Algebra, che tante preoccupazioni ci ha dato a scuola, dal suo cognome deriva la parola Algoritmo, che mi da da mangiare (e da viaggiare) da parecchio tempo!
Morì a Bagdad, alla corte del sultano più potente dell'epoca intorno all'850, nella statua viene ricordata la sua partenza da Khiva, carico di libri.
Una settimana qui e avremo le chiappe di marmo!!!
Ci racconta che i turisti arrivavano in aereo a Urgench, venivano caricati sui bus e portati a Khiva, dove in poco più di un'ora dovevano visitare la città per poi tornare a Urgench, dove era l'unico hotel autorizzato dallo stato.
Per lei è stato un grosso miglioramento e anche per la città, visto che gli alberghi e i B&B hanno l'obbligo di manutenere gli esterni e le nuove costruzioni devono essere in stile con quelle del passato.
Assaggiamo gli shuvit oshi, dei tagliolini all'aneto tipici della città e un piatto di manti. Mentre i tagliolini erano davvero ottimi, i manti non erano un gran che!
Qui Salamar ci racconta che il fedele arriva alla moschea ben rifocillato, perché in questo modo la preghiera è più serena.
Attualmente il palazzo è un museo dell'artigianato locale, con arazzi, tappeti ed ebanisteria.
Vediamo alcuni leggii in legno, ricavati da un unico blocco, che hanno decine di diverse posizioni, a seconda del peso e dell'utilizzo che se ne farà.
Ne regalerò una a Barbara... 😆😆😆😆
Queste sono appunto le residenze delle mogli.
Nel piccolo bazar del palazzo facciamo acquisti, dei pantaloni che pantaloni non sono e un po' di calamite.
Si è fatta l'ora di salutare Salamar, sono quasi le 5 e ci andiamo a schiantare in camera per qualche minuto e proviamo a tornare al Kunya Ark col cavalletto per fare qualche foto al tramonto.
Se salire le scale era stato difficile prima, adesso con 52 kg di cavalletto è anche peggio, stasera ci siamo meritati la cena e anche il dolce!
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