11 gennaio - Mgahinga National Park

11 gennaio - Mgahinga National Park

Oggi è il giorno più atteso del viaggio, quello dei gorilla!

Sveglia alle 5:20, colazione alle 6 con caffè, frutta e pancake, partenza alle 6:30 con una passeggera in più, che però si fa attendere...

"Robert, sei sicuro di fare in tempo se dobbiamo aspettare una persona?"
"Non sei mai in ritardo, se vai a scuola col professore!"

E ancora una volta, Robert ha le sue conoscenze, anche importanti! 😁
Sì, perché ci sono 2 parcheggi per il parco, uno è in alto, l'altro è in basso, con una lunga scalinata che porta al Visitor Center... indovinate dove parcheggiamo con "il professore"? 

La strada per arrivare è terribile, da qualche giorno sono iniziati i lavori di ripristino dopo la stagione delle piogge, ma nuove precipitazioni hanno reso il percorso ancora più impraticabile!

Apprezziamo le 4 ruote motrici del nostro Aiace e arriviamo in perfetto orario.



Barbara è atterrita, sull'orlo del panico ripensando a quello che ha passato 9 anni fa, è quasi pentita di rifarlo!
Noi siamo carichi, preoccupati ma forse ignari di quello che potrebbe aspettarci, ci gustiamo la danza di benvenuto e di buon augurio.



Siamo pronti alla partenza, c'è altra gente con noi e questo manda Barbara ancora più nel panico, ma quando arriva Juventin, il nostro ranger per oggi, restiamo solo noi 4, gli altri fanno il trekking per il vulcano, circa 8 ore di cammino.

Rapido briefing con Juventin, sosta prepartenza ai bagni e si parte! Ah, vista la nostra culopesaggine, decidiamo di prenderci dei portatori per gli zaini, mai scelta fu più azzeccata, Jennifer, la portatrice di Barbara, la aiuta in tutti i passaggi più difficili e i 3 ragazzi che ci hanno seguito sono stati fantastici. Partiamo, noi 4, Juventin, i 3 portatori e il ranger armato, per la nostra sicurezza.



Ed eccolo, Juventin, in tutto i suoi 190cm di altezza che ci aggiorna sulle procedure in caso di emergenza:
  • Emergenza A: avvisi il ranger, quindi vai dietro un cespuglio e la fai.
  • Emergenza B: avvisi il ranger, lui ti scava una buca col machete profonda almeno 30 cm dietro ad un cespuglio, tu la fai e poi ricopri il tutto...
Il primo incontro con la fauna del posto non è dei migliori...


Un vermone della dimensione di un grosso wurstel!

Ma poi continuiamo a camminare ai bordi del Mgahinga, che è il più piccolo dei parchi dove vivono i gorilla, siamo praticamente al confine con Congo e Ruanda, alle pendici di 3 degli 8 vulcani che formano la catena delle Virunga Mountains. Questi sono dormienti, ma 2, entrambi in Congo, sono ancora attivi e hanno eruttato pochi anni fa.






Lungo il percorso, Juventin ci fa conoscere piante e animali, ci descrive le impronte che troviamo, ci racconta del muro, che divide il parco dai campi circostanti e che viene continuamente rinforzato dai contadini del posto, per evitare che elefanti e bufali scavalchino, devastando i campi.


Camminiamo nella boscaglia fitta per circa un'ora, finché non incontriamo i veri eroi del parco, la squadra di battitori che è partita all'alba, alla ricerca delle tracce dei nostri gorilla... Sanno dove hanno dormito stanotte e hanno seguito le impronte per sapere dove sono ora e sono in contatto continuo con i ranger via cellulare, la copertura è ottima anche in mezzo alla jungla!

In una delle poche radure, Juventin si ferma e ci dice che da questo momento saremo soli, portatori e battitori si fermano lì, prendiamo solo l'indispensabile dagli zaini, igienizziamo le mani, tiriamo su le mascherine, le ultime raccomandazioni su come comportarsi e...

"Ecco il primo!"



A pochi passi da noi, quasi non realizzo che c'è un gorilla accanto a me, che sta tranquillamente piluccando dalla pianta, accanto all'albero!

Questa è una famiglia nella quale convivono 3 maschi adulti, un dominante e 2 sottoposti, alcune femmine, alcuni giovani e un baby gorilla di circa 2 anni e mezzo.





A turno vediamo i 3 maschi, uno dei quali, dopo essersi stiracchiato, comincia a dirigersi verso di noi...

"Non vi muovete, non vi agitate, non urlate, non cercate di imitarli, non alzate le braccia!"


E il grosso silverback ci passa praticamente sui piedi! Lo so, la foto fa cagare, ma ci è passato davvero a pochi cm!

Vediamo una mamma allattare il cucciolo più giovane e, visto che è geloso, anche il fratello più grande!

Il piccolo è un vero attore, comincia a giocare tra i rami, guardandoci curioso, ci mostra quanto è bravo ad appendersi, a rimbalzare, a testa in giù, appeso solo con le zampe posteriori!






Dietro alla cortina di alberi, sentiamo i suoni degli altri componenti del gruppo, ma questo silverback ha deciso che quella è la sua posizione preferita per schiacciare il pisolino odierno e non ha intenzione di spostarsi!



Rinuncio all'idea di disturbare un bestione di un metro e 70 per 200 kg di peso e con la forza di sollevarmi con il mignolo e lanciarmi fuori dal parco, i battitori cercano di aprire un'altra via, ma, rispettando il nome del parco vicino, anche qui la foresta è particolarmente impenetrabile e ci "accontentiamo" del nostro gruppetto, anche perché il piccolo è particolarmente simpatico!





Ah, tornati a casa, questa foto ha scatenato l'ilarità di Barbara, che non faceva che pensare "Ma dove l'ho visto questo?"

😂😂😂😂

Passiamo un'ora in compagnia dei gorilla, praticamente volata, il piccolo gioca, spulcia il silverback, mangia, salta...






"Sembri tu la domenica pomeriggio sul divano"...

ah, l'amour...

Si, perché il gorilla dorme, si gratta e tira degli scoreggioni prepotenti!


Appena li lasciamo, troviamo i nostri angeli custodi, coloro che hanno reso la giornata davvero indimenticabile!
Nella prima foto scattata, avevano tutti un'espressione truce ma appena gli dico "hey guys, a smile for us", sorridono quasi tutti... il più cattivo mantiene l'espressione truce finché non gli allunghiamo una generosa mancia!




È stata un'esperienza fantastica, torniamo verso l'uscita con gli occhi pieni di meraviglia per quello che abbiamo appena vissuto, incontriamo altri animali, tra cui un bellissimo camaleonte.

Una volta arrivati al visitor center, Juventin ci consegna i diplomi di Gorilla Tracker, che prima o poi finiranno in cornice!




La giornata terribile vissuta da Barbara nel 2014 non è nemmeno paragonabile a questa, in meno di 4 ore siamo andati e tornati su sentieri anche abbastanza facili ed aperti.

Abbiamo anche il tempo di tornare in hotel per mangiare la nostra lunchbox e riposarci, prima di ripartire per l'esperienza prevista per oggi...


Il caffè!

Si, perché fin dalla colonizzazione inglese, l'Uganda è un produttore di té e caffè!

Per il caffè la gestione è statale, tutti i raccolti vengono conferiti alla UCDA che si occupa dell'esportazione, anche per le piccole realtà, che comunque possono utilizzare una parte del raccolto per loro e lo vendono localmente.

Oggi pomeriggio visitiamo la Kisoro Volcanic Organic Coffee, gestita da Peter, sua moglie e la squadra di calcetto con riserve formata dai figli. 
Peter ci accompagna descrivendoci tutte le fasi della coltivazione del caffè, dalla piantumazione alla raccolta a mano delle bacche mature, il modo migliore per ottenere un caffè di qualità e strappare un prezzo più alto alla UCDA.








Passiamo tutte le fasi, dal lavaggio delle bacche alla separazione dei semi, l'essiccazione e la battitura, per finire con la tostatura in 3 gradi diversi, light, medium e dark, tutto rigorosamente a mano!

La tostatura light è quella con più caffeina, la dark è quella più aromatica e leggera.






Non possiamo esimerci dal dare una mano, per gustare il caffè, preparato per infusione!

"Robert, quanti anni ha il macinino?"
"Non lo so, lo usava già mio nonno e io ho 54 anni..."

Naturalmente, facciamo solo un assaggio, altrimenti stanotte ci tocca cercare una discoteca per passare la nottata!!!



Naturalmente, ci portiamo a casa una light roast e una dark roast, sperando di riuscire a macinare il caffè da soli!

Ceniamo nuovamente al Coffee Pot, domani ci aspetta una giornata di quasi relax!




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