31 agosto 2019: Palmarium

Sabato 31 agosto 2019: Palmarium

Quale modo migliore per iniziare la giornata se non una bella colazione?

Ci sediamo al tavolo, ci portano un bel piatto di frutta mista, ananas, papaya e banana, Barbara avvista un piccolo lemure sulla balaustra della capanna ristorante... Faccio appena in tempo a girarmi, che il lemuretto scatta come un trapezista del circo... salta su un tavolo dietro di me, rimbalza sul montante della capanna, poi sulla mia gamba e da qui sul nostro tavolo, veloce come solo un lemure paraculo riesce ad essere, agguanta la banana dal piatto e scappa via, sotto lo sguardo attonito e desolato del cameriere che cercava di tenerlo lontano e le nostre risate per la visita inattesa! 😂😂😂😂😂

Terminata la colazione con una nuova banana partiamo per il tour della riserva... 






Beh, all'inizio "tour" è una parola grossa, camminiamo tra i bungalow, perché qui lemuri, camaleonti e tartarughe la fanno da padroni, è praticamente casa loro.
La riserva del Palmarium è attualmente gestita da francesi, che si occupano attivamente della conservazione del patrimonio naturale, ma fino a qualche anno fa, era gestita da un tedesco, che ne aveva fatto un allevamento per rettili da esportazione... camaleonti, serpenti, anche insetti, strappati alla loro terra e venduti ai collezionisti.
Quando finalmente questa pratica è diventata illegale, il tedesco ha abbandonato la zona, fino alla creazione della riserva.







Qui tra i bungalow ci sono lemuri grigi, lemuri con la corona e i varecia (che noi abbiamo soprannominato Lemuri Panda, per ovvi motivi). 
Nella riserva i lemuri prosperano e si riproducono, a volta si incrociano tra di loro, ma gli ibridi non sono fertili... comunque abbiamo trovato parecchi cuccioli sotto i 3 mesi.



Lasciamo la zona dei bungalow per addentrarci su un sentiero che attraversa la jungla, fittissima e rigogliosa, alla ricerca degli Indri, i più grandi tra i lemuri della zona.

Però il primo incontro è terrificante...

Guardo in alto e vedo il filo di una ragnatela... faccio mezzo passo di lato e sento la guida che fa "eccolo lì"... mi giro verso l'alto e a pochi cm da me c'è un ragno enorme...


ARGH! PAURISSIMA!!!
Ho il terrore dei ragni e sono quasi passato attraverso la sua ragnatela!

Camminando nel fitto della jungla, troviamo gli indri, 2 diverse coppie...



Si, in effetti l'espressione non è poi intelligentissima, ma sono degli animali dolci e per niente aggressivi... il primo che troviamo è una mamma con piccolo in grembo.

Come fa la guida a sapere che ha meno di 3 mesi? Semplice!
Sopra i 3 mesi i lemuri si attaccano alla schiena di mamma lemura, mentre questo cucciolo è ben nascosto dalla folta pelliccia sulla pancia.






La nostra guida ha delle banane in tasca e ne da un pezzettino a me e a Barbara per darlo ai lemuri... mamma lemura si allunga, ci prende la mano con dolcezza, prende la banana più delicatamente delle 2 bestie di satana che vivono a casa nostra e la trattiene... 
La sensazione del contatto con la zampa del lemure è incredibile... il palmo è morbido, fresco e asciutto, non hanno praticamente unghie e quella leggera stretta sembra quasi un ringraziamento.



Dopo l'incontro con i lemuri, scendiamo verso la spiaggia, lontani dal lodge, in una zona umida, dove incontriamo iguana, camaleonti e loro... le piante carnivore:




Rientrati al lodge, ordiniamo un paio di panini per pranzo e ci mettiamo sulla nostra veranda per mangiare...
Appena Barbara tira fuori le banane, eccolo qui, il nostro amico Varecia si presenta con la faccia da ciopino che vede il fondo della ciotola...



"Guarda che belle banane, non le mangerai mica tutte..."
😂

Torno con i panini da camionista affamato e spacciamo una banana al nostro nuovo amico che ringrazia soddisfatto!


E per digerire il pranzetto...

Per il primo pomeriggio abbiamo prenotato la gita al villaggio dei pescatori, ci presentiamo all'orario stabilito all'imbarco e non c'è nessuno... aspettiamo un po' e niente... siamo in Africa, a volte gli appuntamenti sono un po' "naif"...

Vado alla reception, gli dico che avevamo prenotato e loro cascano un po' dalle nuvole, ma nessun problema, chiamano il motoscafo veloce e ancora ce la facciamo a fare sia il villaggio che la visita notturna alla Aye Aye island.

Scendiamo all'imbarcadero, eccolo qui, il motoscafo è quasi pronto, 10 minuti di traversata e arriviamo a Andranokoditra, piccolo villaggio di quasi 400 anime, dove veniamo accolti come celebrità!

Quasi tutto il villaggio vive di pesca, le donne pescano nella laguna, gli uomini nell'oceano, il resto del turismo che gli porta la riserva vicina... La nostra guida è un pescatore piccolo come tutti i malgasci e con un bel sorriso... ci dice che al ritorno sarebbe carino acquistare qualcosa dalle ragazze sulla spiaggia, prendendo oggettini da tutte... hanno collane di semi e di sassi, colorate, semplici.





Puntiamo subito la spiaggia e ci facciamo baciare dalle onde dell'Oceano Indiano... si, perché vorremmo toccarlo, ma è lui a toccare noi per primo!

E finalmente capiamo l'origine del rombo lontano che si sente alla riserva... nonostante sia a 2 km in linea d'aria, quel rombo lontano sono le onde che si frangono sulla riva...



Una lunga e incessante teoria di onde altissime, che i pescatori locali affrontano con delle piroghe di balsa, leggerissime, si sollevano con una mano e senza nemmeno troppa fatica.

Ognuno di loro porta 800 metri di rete, alta 2 metri e a forza di braccia deve uscire al largo... la piccola piroga appare e scompare nell'oceano. Lo fanno 2 volte al giorno, sera e mattina, e il pescato pregiato viene prima lavorato sul posto e poi spedito via treno, una volta al giorno, verso l'interno.





Una ragazza (probabilmente la sorella della guida 😆) ci chiede se vogliamo della noce di cocco... inizialmente ci chiede 5000 ar, poi la signora più anziana le dice qualcosa in malgascio e magicamente il prezzo sale a 5000 a testa! Sorrido, capisco di essere stato fregato, ma vabbè, sono comunque meno di 3€ in 2!






Ma la noce di cocco non si beve e basta... si mangia anche la polpa fresca, prelevata dall'interno direttamente con una scheggia di guscio! 
Buonissima!

Proseguiamo verso il villaggio e la guida prima ci porta alla scuola dove i 120 bambini del villaggio (si, 120 su 450) passano le loro giornate... adesso è chiusa, visto che è vacanza anche laggiù!



Ci porta a visitare la sede dell'associazione del villaggio, gestita dalla moglie e compriamo pepe e cestini intrecciati, poi, passeggiando, ci porta in un altro negozietto, dove la signora (probabilmente la cognata della guida 😂) ci chiede il quadruplo rispetto a quello che ci ha chiesto la moglie della guida!

Aho, so vazah, nun so mica cojone!!! 😂😂😂😂😂
Alla fine spuntiamo il mio prezzo per una piroga in balsa e per altri cestini, durante la durissima trattativa Barbara gioca con un bimbo che le elargisce dei bellissimi sorrisi!






Un paio di sigarette ai ragazzi che aggiustano le reti e siamo pronti per tornare sulla spiaggia, la guida ci racconta ancora la rava e la fava di tutto quello di cui ha bisogno il villaggio e ad un certo punto, gli dico in italiano:
Tu sei un gran paraculo, mi sa!
Oui, oui!
😂😂😂😂😂 


Torniamo al lodge ed è quasi ora di partire per la Aye Aye Island!
Gli Aye Aye sono lemuri notturni, ad altissimo rischio di estinzione... per preservarli, 7 di questi lemuri vivono su un isola artificiale sul canale di Pangalanes, sorvegliata dai volontari e aperta solo a visite accompagnate.

Si parte al tramonto e quando arriviamo all'isola è buio pesto, con una sottilissima falce di luna nel cielo.

Non è possibile usare il flash, né altre fonti di luce se non quella fornita dagli accompagnatori.



Cominciamo a camminare nel buio più assoluto, mentre la guida ci dice che ogni sera preparano delle esche per far avvicinare questi animali così schivi.

L'esca non è altro che una noce di cocco incastrata tra 2 alberi, che gli ayeaye scavano con la loro zampa così strana.
 



Si, perché l'ayeaye non sembra solo un lemure mannaro, ma è anche dotato di una zampa particolare, 4 dita robustissime e un dito lungo e sottile che viene usato per scavare la noce di cocco e i nidi di formiche e termiti, che rappresentano la sua dieta principale.


Sono animali strani, con quella pelliccia ispida e spettinata, come diceva Barbara, pensare che sono praticamente prigionieri su un isola fa un po' male, ma qui non ci sono i predatori che potrebbero sterminare una popolazione già in pericolo, non ci sono uomini che sono interessati a catturarli e soprattutto, si riproducono, abbiamo visto anche un lemure molto giovane, poco più di un anno.


E il ragno gigante non manca mai!!!


Soddisfatti dagli avvistamenti e dai racconti delle guide, è ora di tornare in hotel, dove ci aspetta la nostra cena...

Ѐ strano pensare che i prossimi giorni saranno gli ultimi da passare qui, ma qualche sorpresa questo viaggio ce la riserverà ancora!

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