16 gennaio 2019 - Kyoto - Tokyo

16 gennaio 2019 - Kyoto - Tokyo

Come al solito, spremiamo fino in fondo la nostra vacanza, sfruttando ogni momento!

Oggi la giornata è luminosa e soleggiata e la scelta di andare al padiglione d'oro è stata premiata.
Prima destinazione del giorno, la stazione di Kyoto, da dove parte il bus per il Kinkaku-ji, per lasciare i nostri borsoni, visto che stasera si torna a Tokyo.


Prendiamo il nostro bus e dopo una quarantina di minuti, arriviamo al Kinkaku-Ji...
 


A differenza del Padiglione d'Argento, il Kinkaku-Ji è davvero d'oro e la giornata così luminosa lo esalta. Peccato solo per il vento che increspa il lago e rovina l'effetto specchio.



Il Kinkaku-Ji è circondato da un giardino che definire curato è un eufemismo... è pettinato, con uno stuolo di giardinieri che spazzola letteralmente l'erba per togliere qualsiasi cosa possa rovinare l'armonia.
 



Si fa il giro del lago in questo giardino di pace, c'è un po' di gente, ma niente folla, qualche gruppo di studenti accompagnati dagli insegnanti, camminano nel parco ascoltando le spiegazioni, senza fare casino, le uniche trasgressioni sono le foto, dove, come sempre, si esibiscono in pose plastiche!

Ecco, vedere i ragazzi tutti in uniforme è la cosa più giappa che ci sia capitata!
 

Prossima meta, il Giardino Zen, Ryoanji Goryonoshitacho (copiato pari pari da googlemaps, che sennò a scriverlo ci avrei messo 10 errori), passando davanti al Museum of Fine Arts di Kyoto, un edificio che sembra arrivare dritto dritto da un altro continente, che non c'entra nulla con quello che abbiamo visto finora.
 

Anche al giardino zen facciamo la passeggiata a bordo lago, in un susseguirsi di scorci e di colori



Riusciamo a fotografare anche alcune pareti di carta del 1600, conservate in uno dei padiglioni. Queste pareti mobili danno l'idea di cosa potesse essere la casa dei nobili, riportando scene di vita quotidiana all'interno del castello e paesaggi più o meno fantasiosi.
 


Arriviamo anche al giardino Zen, con la sua semplicità di linee pulite e quei sassi che sembrano messi a caso, ma la cui posizione è studiata al millimetro per incontrare i canoni di bellezza del tempo.
 







Finito il giro, torniamo verso il Museum of Fine Arts per prendere il bus verso il castello Nijo, dove arriviamo in una mezz'oretta.

Dopo Himeji, questo castello è davvero poca cosa... è più piccolo, l'edificio principale è in restauro e completamente impalcato.





Però la zona degli appartamenti pubblici dello Shogun è davvero splendida, molto diversa da quello che abbiamo visto fino ad ora, un susseguirsi di stanze con le pareti più o meno dipinte, nelle quali lo Shogun incontrava i vari dignitari.
 


E visto che non tutti i vassalli sono uguali, c'erano stanze diverse con decorazioni diverse in ordine di importanza, sale disposte in modo che lo shogun con la sola posizione potesse mostrare il suo potere sui sottoposti.
 
Naturalmente, all'interno è proibito fotografare... 👺 

Proseguiamo nel giardino, nemmeno a dirlo, pettinato, fino ad arrivare al castello vero e proprio, che in questo momento è in fase di smontaggio.
 



Visto che lo stomaco brontola, è ora di nutrire la mia mouette prima che decida di staccarmi un braccio e torniamo al Nishiki Market, dove scegliamo un altro Japanese Curry, il Kara-Kusa... classico ristorante giapponese, tutti seduti lungo un bancone, scelta tra 4 o 5 piatti, quelli che abbiamo scelto noi erano davvero buoni e discretamente piccanti!
 

Visto che dobbiamo aspettare il treno, decidiamo di farci un giro per il Nishiki Market... è possibile mangiare le varie specialità tra i banchi, ci sono cose interessanti e divertenti ai nostri occhi occidentali... 

Diciamo che sono almeno 3 o 4 giorni che sognamo pizza e pasta e che la cucina giapponese è un po' troppo ricca di "spocegotti", come li definisce mouette, sempre condita con salsette che non sanno se essere dolci, piccanti, salate o semplicemente schifose...
 




L'unica cosa che non ci ha stufato, è il sashimi, probabilmente perchè è anche l'unica cosa che non deve essere condita con salse strane, solo con la giusta quantità di wasabi e salsa di soia...
 

Ecco... Wasabi...

Insieme alla marmellata di azuki, una cosa che mi fa impazzire qui... spesso te lo grattano fresco, direttamente dalla radice e ne portano una dose generosa...
Io me lo mangio anche da solo, direttamente con la bacchetta, tipo...


A Barbara invece non piace... meglio, me lo magno io!!!
 😂😂😂😂
 

Eccolo, il nostro treno che ci porta a Nippori, verso l'ultimo hotel della vacanza, scelto perchè è praticamente di fronte alla stazione da dove prendere lo Skytrain.

Ma praticamente, ha solo quel vantaggio... vecchio, tenuto male, pieno di cinesi che devono fare il checkin e che stanno lì a guardarsi intorno come se fossero caduti su un altro pianeta... io li guardo e vado dritto da un receptionist, check in un po' lento perchè anche qui l'inglese è assente, e via in stanza, dove ci aspettano le valigie!

Appena entriamo, swoooooooooosh ci troviamo nel 1975, stanza arredata in stile postmoderno con letto microscopico, mobili in vero falso bauhaus, mille bottoncini dorati e lampadine modello HAL 9000...

Ma soprattutto... 
 

La valigia rotta!!!

Ora, non so chi sia stato, se il corriere o i facchini, sicuramente non è stato per rubare qualcosa, ma solo un incidente, ma purtroppo ora la valigia non è riparabile...

Scendiamo alla reception per saperne qualcosa, ci avviciniamo al povero concierge che ci aveva fatto il check in, tutti gli altri cadono a terra, fingendosi morti, e con un po' di fatica e con google translate riusciamo a fargli capire che vogliamo contattare la Yamato per vedere se si può fare qualcosa...

Purtroppo gli uffici sono già chiusi e ci riproveremo domattina.

Cosa mangiare a cena? Beh... manco a dirlo...
SUSHI!!!

Il primo ristorante che ci eravamo segnati è chiuso, puntiamo il secondo, che però ha un nome invitante: 芳鮮.
Una porticina piccola piccola su un angolo della strada, non è una zona turistica, entriamo, il cuoco ci guarda e ci fa 
Sushi Only!
Okay!
Cash Only!
Okay!

E qui si esaurisce la conversazione in inglese col nostro cuoco...


Fortunatamente c'è un altro avventore, giapponese, ma che riesce a fare una conversazione più estesa del cuoco e tra una risata e l'altra riusciamo anche ad ordinare!

Il cuoco ci chiede come abbiamo fatto a trovarlo, visto che non gli capita spesso di vedere stranieri, noi gli rispondiamo "Google" e quando gli faccio vedere la foto con lui che prepara il pesce, sbarra gli occhi, stupito!

Ecco, il ristorante è tutto lì, un bancone, un tavolino, il frigorifero a vista e la salsa... cominciamo con un antipasto accompagnato dalle descrizioni del cuoco, dal tipo di salsa da usare, quanta metterne e come... 



Probabilmente è la cena più buona del viaggio, sicuramente la più cara, visto che ci togliamo la voglia di tutto, inclusa la conchigliona preparata in una padella e gli hosomaki con il riccio, un bicchiere di birra e dell'ottimo sakè per finire!


ah, se volete sapere come si chiama, il ristorante è questo: http://nippori-housen.tokyo/

Il sakè è buono, asciutto, si lascia bere benissimo, ma a Barbara fa uno strano effetto... E io che pensavo di aver sposato una veneta, mi trovo a dover accompagnare in albergo una 'mbriaga, che sghignazza sguaiatamente e che mi costringe a fare il doppio della strada, perchè se la fa tutta a zigzag!!!

😂😂😂😂😂😂

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