Domenica 4 settembre 2016 - Las Vegas - Roma - La versione di Barbara

Domenica 4 settembre 2016


Dopo una terrificante colazione da Cinnabon, all'interno della zona slot del Best Western - che mi fa pensare che chissà, chiudere in bruttezza potrebbe farmi sentire meno la malinconia 😁 - ci dirigiamo verso Downtown per visitare il Mob Museum, ospitato nell'edificio dove un tempo avevano sede il tribunale e l'ufficio postale centrale. Paolo ci è già stato, io sono curiosa e non resto delusa.

Come sempre, in tema di musei gli USA hanno molto da insegnare, anche se ultimamente trovo che l'Italia stia migliorando - gli ingressi contingentati alla Galleria Borghese per esempio, me la sono proprio goduta un paio di domeniche fa, tanto più per i contenuti non siamo secondi a nessuno - e i tre piani scorrono via velocissimi, tra un cognome italiano e l'altro. Abbiamo esportato molte cose ...

Paolo è fierissimo di portare il cognome della guardia del corpo di Al Capone, e dato che Filippo è un nome di famiglia ... potrei presto diventare un po' parente anch'io

Intanto l'amato bene fa un po' di esercitazioni, che non si sa mai


 (giuro che questa espressione non gliel'ho chiesta io )

Usciamo sazi, acculturati, soddisfatti e proprietari per di più di un magnifico libro fotografico sulla Las Vegas di ieri che concupivo - unica cosa in tutta la città - fin dal primo viaggio, l'anno scorso. A proposito, mio ordinatissimo pandone ... dove lo abbiamo messo?

Si è fatta l'ora di pranzo, finiamo a mangiare cinese scrauso in un postasso scrauso, sì, oggi è il giorno della chiusura in bruttezza. Talmente in bruttezza che siamo arrivati a ricordarcene oggi dopo mezz'ora di discussioni, di dove avessimo pranzato il 4 settembre ... ma non temete, poverelli voi: per la Florida dispongo di appunti dettagliatizzimi, che spaziano da orario e durata delle pause pipì a ingredienti e grammature di ciascun piatto consumato, gradazione della birra del giorno, numero di capelli del cameriere pelato del fast food, data di nascita delle ostriche consumate a Bradenton. Contenti, eh? vedo la ola di felicità da qui ... un altro diario luuuuuuuungo in arrivo!

Per affogare il liso plimavela nella cultura scegliamo il National Atomic Testing Museum, gestito in collaborazione con lo Smithsonian. Lo so, lo so ... andare per musei a Las Vegas è veramente roba da nerd, ma ci hanno disegnati così, e in fondo stavolta in questa città che continuo a non amare me la sono goduta anch'io.

La visita, che terminiamo purtroppo un po' più frettolosamente di quanto vorrei perché un aereo ciccione ci aspetta per riportarci nella vecchia Europa, mi lascia triste, stanca, con la pelle d'oca e con un po' di certezze in più sulla natura degli esseri umani. Un giro interessantissimo dal punto di vista storico, come sempre ben fatto e meglio gestito, con ricostruzioni, informazioni, filmati ... da poco ho letto Sciascia, che teorizza nella Scomparsa di Majorana che il genio della fisica avesse intuito le terribili possibilità di sviluppo della fissione nucleare, e che abbia deciso di sparire nel 1938 perché la sua visione che preconizzava quel che sarebbe accaduto poi effettivamente era troppo lontana dal suo essere e troppo devastante per poter accettare di prendervi parte attiva. Non si saprà probabilmente mai che fine abbia fatto, ma mentre leggevo mi comparivano davanti agli occhi flash improvvisi di questa visita già di suo piena di emozione, che nel ricordo si è fatta ancora più intensa.






Tra le pochissime foto di oggi, la mia nerdaggine ha conservato questa, scattata per ricordare il titolo di un libro che avevo deciso di cercare e poi ho dimenticato, citato in una delle didascalie a corredo dell'esposizione. Sono sempre in tempo



Lasciamo il museo, torniamo a recuperare i nostri bagagli obesi al Best Western che ce li ha gentilmente ospitati e ce ne andiamo verso il McCarran, mesti ma neanche troppo: tra neanche due mesi ci aspetta Barcellona con una coppia di amici, a febbraio c'è Napoli (ma Paolo ancora non lo sa, è il mio regalo di Natale), a fine marzo la Florida.

La cena in una birreria dell'aeroporto è insolitamente buona, seppure cara come sempre in aeroporto, e la nostra cameriera ci attacca bottone, indovinate un po'? è di origini italiane ... siamo davvero dappertutto, c'è stato un tempo in cui dall'Italia si andava via con un groppo nel cuore come oggi da tanti altri Paesi, e abbiamo lasciato tracce e cultura quasi in ogni angolo del mondo.

Di questo viaggio avevo un gran bisogno, quando l'ho prenotato non sapevo ancora che cosa mi aspettava negli otto mesi che mi separavano dalla partenza. Niente di bello, purtroppo, la perdita dell'udito non è stata l'unica dura prova che ho dovuto subire, e che Paolo ha affrontato al mio fianco senza lasciarmi sola in istante neanche da lontano. Me lo sono goduto, forse meno di quanto avrei potuto fare partendo serena, ma è stata una cesura necessaria e rigenerante che mi ha aiutato ad attraversare i mesi ancora difficili che sono seguiti.

C'è una cosa che ancora non sappiamo al momento di imbarcarci, e che tra qualche mese ci riempirà il cuore di gioia: è l'ultimo viaggione da cui torniamo in due città diverse! I ricordi dei prossimi torneranno a Roma in una scatola unica, nella stessa casa.

Chiusura smielensa e doverosa: grazie, amore mio con cui da qui a maggio prenderò (almeno) altri quattro aerei da Fiumicino e Ciampino ... sei il compagno di viaggio perfetto per me.


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