4 settembre 2016 - Las Vegas - Roma - La versione di Paolo


4 settembre 2016: Las Vegas - Londra - Roma

La canzone del giorno

Ultimo giorno di viaggio!
Prima di fare il check out e lasciare le valigie al deposito dell'hotel, ci avventuriamo a fare colazione... Oh, guarda, c'è Cinnabon, il posto dove fanno le cinnamon roll, lo proviamo?

Malsana idea... le cinnamon roll di Cinnabon sono degli ammassi semicrudi di pasta che per metà è assolutamente insapore e per metà dolce da cariare di denti al contatto, il tutto ricoperto da uno strato di glassa spessa e dolce, dalla consistenza indescrivibile... è così appiccicosa che si narra che alcuni avventori siano stati costretti a passare la giornata attaccati al tavolo, in attesa che il gelo del condizionatore seccasse definitivamente le gocce di glassa...

Già, il condizionatore... tra i tavoli di Cinnabon soffia il vento e infuria la bufera, i resti dell'ARMIR arrancano tra i tavoli, cercando di evitare le macchie di glassa, dei sacchi neri con scritto sopra Human Cryogenic Corporation continuano a passare mentre la banchista distratta sta flirtando con uno della sorveglianza dell'hotel...

Se facessi una recensione di questo posto, il signor Cinnabon sarebbe il secondo il lista dopo l'ufficio del turismo degli Emirati per farmi fuori!

Riusciamo a sopravvivere al gelo ed eccoci pronti per iniziare la giornata!

Prima tappa... Mob Museum! 


Questo museo è la dimostrazione lampante di come dal nulla, gli americani riescano a tirare fuori un museo o un'attrazione... in questo caso, la mafia, quella che abbiamo importato noi e che il proibizionismo ha fatto prosperare, quella che negli anni 40 e 50 ha fatto diventare Las Vegas quello che conosciamo ora, viene spiegata ed esposta in tutte le sue sfaccettature, da quella degli inizi a quella organizzata come una multinazionale.




L'esposizione è fatta molto bene, racconta in dettaglio come le famiglie mafiose ripulissero i loro soldi a Las Vegas e anche di come riuscissero ad evadere le tasse modificando le bilance.



Beh, la fine di parecchi mafiosi è stata legata a questa poco comoda sedia, ma la mia personalissima picciotta me la sono riportata a casa!


Dopo aver pranzato al volo in qualche food court in un postaccio cinese, un'altra cosa che ci mancava di Las Vegas... l'Atomic Test Museum.

Forsenontuttisannoche...


A circa 100 km da Las Vegas c'è il Nevada Test Site, dove fin dagli anni '50 sono state testate le bombe atomiche. Gli ultimi test sono del '92, per un totale di circa 900 esplosioni, un centinaio delle quali in atmosfera.

E proprio queste erano diventate un'attrazione per Las Vegas, quando la gente si piazzava sulle terrazze per vedere il fungo


e uno dei suoi hotel più famosi, lo Stardust, aveva proprio un fungo atomico come logo.

All'interno del museo viene trasmesso un film su uno di questi test, cosa succedeva al momento dell'esplosione, il terremoto seguente, l'onda d'urto e il rumore assordante del colpo.

A parte questo, il museo è molto didattico, racconta la storia del sito di test, qualche curiosità.


Ci sono alcuni pezzi di storia, come questo detrito del Muro di Berlino.... 


E una sezione sugli alieni, tra il serio ed il faceto...




Le lampade di Wood fanno apparire dei disegni strani sui muri...



E anche @mouette mi appare luminosa!



Come vedrebbe il mondo un alieno con gli occhi di una mosca?



Ma ormai è ora, passiamo mestamente a ritirare i nostri bagagli, evitiamo come la peste Cinnabon, montiamo sulla Rogue One e via... verso l'aeroporto!


Un'ultimo scatto al cruscotto, 2453 miglia percorse contro una previsione di circa 2000, uno scatto all'insegna dell'aeroporto...



Una cena insolitamente buona con le ultime 2 birre del viaggio...



Ed eccoci di nuovo sull'aereo della British che ci riporta a Roma, passando per Londra...

Anche se sappiamo già che tra 6 mesi saremo di nuovo sul suolo statunitense, siamo comunque malinconici per la fine del viaggio. 

Abbiamo visto tantissime cose, dei parchi stupendi, delle persone eccezionali, siamo passati da Howard, con la sua flemma da navajo di 1000 anni al proprietario dell'hotel di Durango che ci ha intimato di non farci le canne nella sua proprietà, allo sconosciuto indiano del quale abbiamo invaso la proprietà che allargando le braccia ci ha detto "This is my land", dal caos di Las Vegas alla pace surreale del campeggio al Devil's Garden, dai 40° dell'Arizona ai 5° di Silverton...

Una lunga strada passata insieme, questa volta quasi senza musica, la mia mouette già faceva fatica così, aggiungere rumore in auto non era il caso, parlando, chiacchierando, senza mai restare a corto di argomenti, senza mai smettere di sorridere e di sognare il prossimo viaggio.

Grazie Barbara per aver incrociato le nostre vite.

E naturalmente...

Arrivederci America!!!

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